allattamento al seno

Allattamento al seno: quali farmaci evitare?

Allattamento al seno

L’allattamento al seno è una pratica importantissima per la salute materno-infantile, per questo motivo deve essere promosso dai servizi sanitari e dai professionisti della salute. L’uso dei farmaci rappresenta una controindicazione all’allattamento al seno solo quando esistono evidenze documentate in merito. In questa fase della vita, come in ogni altra, può essere necessario assumere dei farmaci. Quali possono essere tranquillamente usati, e quali no?

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Sulla farmacocinetica della lattazione e gli effetti collaterali sul bambino, i dati pubblicati in letteratura sono scarsi. Infatti, spesso un farmaco assunto in allattamento è considerato come un potenziale rischio. L’atteggiamento tipico della donna che allatta e che assume farmaci è di estrema prudenza per questo motivo.

Farmaci: un allattamento sicuro!

I parametri da tenere in considerazione sono vari. Ad esempio, il passaggio del farmaco nel latte materno e la valutazione del rischio per il bambino. L’utilizzo di farmaci durante l’allattamento è sempre stato uno dei motivi più frequenti d’interruzione dello stesso. Sicuramente questa può sembrare la soluzione più facile, ma spesso ci si ricorre troppo frettolosamente, senza valutarne veramente gli svantaggi. Sono tanti i bugiardini che riportano la dicitura “controindicato in gravidanza ed in allattamento“, senza alcun riferimento a studi scientifici.

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Il latte materno garantisce enormi vantaggi e benefici a mamma e bambino, per questo motivo non bisogna prendere con leggerezza la decisione di rinunciarvi. Il farmaco non va usato solo se c’è un fondato rischio di salute per il bambino. Di conseguenza, è importante rivolgersi ad un professionista per valutare se assumere quel farmaco sia veramente necessario. Dopo aver vagliato anche tutti i possibili metodi naturali, ci si interrogherà sul suo utilizzo.

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Latte materno: quanto farmaco viene trasferita in esso?

La maggior parte dei farmaci passa nel latte materno, ma molti, se assunti alle dosi terapeutiche, non hanno effetti sulla produzione del latte o sulla salute del bambino. Generalmente la concentrazione dei farmaci nel latte è molto bassa: la dose assunta dal piccolo non supera l’1% di quella introdotta dalla mamma, salvo qualche eccezione. Tale quantità dipende da vari fattori, tra cui la dose di farmaco assunto dalla donna, la via di somministrazione, la sua capacità di penetrare nei grassi (più il farmaco è lipofilico, più penetra nel latte). Altri fattori determinanti riguardano la sua capacità di legarsi alle proteine del sangue materno (e dunque di diffondere meno facilmente nel latte), la sua durata d’azione, la capacità di assorbimento del farmaco a livello intestinale.

Allattamento: quali farmaci possono indurne la sospensione?

Sono pochi i farmaci che necessitano della sospensione dell’allattamento al seno. Si tratta dei farmaci anti-tumorali, le sostanze radioattive, i farmaci antitiroidei e il cloramfenicolo. In questi casi bisogna sospendere l’allattamento, spesso solo temporaneamente, fino al termine della terapia. Consultando un’ostetrica sarà possibile essere sostenute correttamente al fine di mantenere la produzione lattea fino al momento della ripresa dell’allattamento al seno.

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Allattare: gli studi sui farmaci

Per gli altri farmaci esistono liste preparate dall’Accademia Americana di Pediatria o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e testi di riferimento che forniscono informazioni dettagliate ed aggiornate. Molti farmaci sono giudicati sufficientemente sicuri tanto da poter essere assunti con tranquillità. Per molti altri farmaci, compatibili con l’allattamento, gli effetti collaterali, se insorgono, sono in genere “lievi”. Non dimentichiamo, però, i farmaci che inducono effetti più seri e quelli che riducono la produzione di latte (i diuretici, ad esempio). Inoltre, per un ampio numero di farmaci gli studi eseguiti durante l’allattamento sono molto limitati.

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Allattare al seno: scopri i farmaci sicuri

Gli studi diretti sugli esseri umani sono rari, più spesso retrospettivi, per questo si raccomanda sempre la prudenza nell’utilizzo dei farmaci, il quale deve essere limitato al minimo indispensabile. Sono considerati sicuri, se assunti in modo appropriato: il paracetamolo, l’ibuprofene, la maggior parte dei rimedi per tosse e raffreddore, gli antibiotici come la penicillina, l’eritromicina e le cefalosporine. E ancora, sono sicuri la digossina, l’insulina, i broncodilatatori, la maggior parte degli antipertensivi, gli integratori alimentari contenenti ferro e vitamine, e anche i farmaci autorizzati per i bambini nei primi mesi di vita.

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I farmaci: conduci un allattamento consapevole

In particolare, il paracetamolo, è il farmaco più innocuo da utilizzare in caso di influenza. Può essere utile sia come antipiretico sia come antidolorifico, l’emicrania e altri dolori muscolari non eccessivamente intensi. Questo non significa però, che se ne possa fare un abuso. Si tratta comunque di un farmaco! Anche l’ibuprofene, ketoprofene e nimesulide (i FANS), hanno una buona azione antidolorifica in caso di dolori di origine infiammatoria. Ma sono particolarmente aggressivi per la mucosa gastrica, quindi da evitare in caso di gastriti e comunque da consumare a stomaco pieno dopo prescrizione medica.

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Il pantoprazolo è un antiacido utilizzato nel trattamento delle gastriti, e non dà effetti nocivi né in gravidanza né in allattamento. Un accorgimento utile per ridurre l’esposizione del lattante al farmaco può essere quella di assumerlo subito dopo la poppata o, ancora meglio, prima del riposino del bambino. Se la condizione materna richiede terapie particolari sarà compito del medico curante scegliere il principio attivo più appropriato al mantenimento dell’allattamento al seno dove possibile.