Allattamento al seno
Allattare al seno il proprio bambino non significa solamente nutrirlo, ma fornirgli un’importante ed insostituibile fonte di protezione dal punto di vista immunitario. Inoltre, non bisogna ricondurre l’allattamento soltanto a benefici fisici. Per questo e molti altri motivi è bene capire fino a che momento mamma e bambino avranno bisogno dell’allattamento. Prolungarlo troppo o non mantenerlo per un periodo adeguato cosa può determinare?
Allattare
Le donne che allattano danno una possibilità in più a se stesse e ai propri bambini, offrendosi a vicenda un sostegno dal punto di vista emotivo e psicologico. Infatti la gravidanza è una fase molto lunga in cui mamma e figlio crescono e si abituano contemporaneamente a completarsi reciprocamente. La donna rinasce nel ruolo di mamma, conoscendo questo nuovo mondo attraverso le esperienze che il suo bambino le fa vivere. Il piccolo vive protetto dal corpo della sua mamma e nel corso della gestazione apprezza il mondo esterno attraverso le esperienze vissute da lei.
Imparano a conoscersi come nessun altro può fare, si abituano reciprocamente ai ritmi di sonno-veglia dell’altro, ad un certo tipo di alimentazione e nutrimento. Il bimbo percepisce costantemente la voce e il battito cardiaco della propria mamma, mentre lei si abitua a sentirlo muovere in modi differenti, a seconda dello stimolo a cui reagisce. Questo è il momento in cui si inizia a creare un forte legame che è destinato a svilupparsi ulteriormente durante i primi mesi di vita del neonato.
Allattamento
Dal momento in cui avviene il parto, si ha una separazione fisica netta ed improvvisa di questi due individui che per 9 mesi hanno imparato a vivere in simbiosi. L’allattamento, in tale circostanza, permette una continuazione del legame che mamma e bambino hanno costruito durante la gestazione. Una mamma che allatta permette al proprio bambino di iniziare a percepire se stesso come unità a sé. Nel riconoscersi come individuo che esplora il mondo, continua ad avere questo profondo legame con la propria mamma per mezzo dell’allattamento al seno.
Nel corso della poppata, entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro, si osservano e iniziano ad abituarsi dolcemente all’idea di essere fisicamente separati, ma di appartenersi reciprocamente. Questo passaggio è importante anche per la neo mamma, che dopo il parto è soggetta a un rapido e brusco calo degli ormoni, che potrebbe indurre disturbi depressivi. Motivo per il quale allattare al seno non significa solo nutrire il proprio bambino, come detto, ma trattare delicatamente una fase importantissima sia per la mamma che per il bambino.
Allattamento a richiesta
Il problema di molte rinunce è fondamentalmente la mancanza di informazione. Molte donne, non sapendo bene come allattare al seno correttamente, credono di non avere latte, di non avere latte buono o di non essere capaci. Questo è il motivo per il quale spesso si percepisce l’allattamento come qualcosa di troppo difficile. Ricevendo informazioni scorrette, si prova a “resistere” fino allo svezzamento per poi smettere di allattare definitivamente. Tutto ciò succede meramente perché non si conosce l’allattamento a richiesta o perché non si è al corrente di come si sviluppi il meccanismo della lattazione.
Allattamento al seno fino a quando
Ma ci si chiede mai fino a quando sarebbe più opportuno allattare al seno il proprio bambino? Probabilmente no, oppure si chiede consulto a chi non è di competenza e non conosce i benefici che il latte materno garantisce allo sviluppo del bambino. Conoscendo l’enorme vantaggio del momento in cui il piccolo si nutre dal seno della mamma, molte sfrutterebbero questa importante risorsa. Riconoscendo quante situazioni purtroppo impediscano alle donne, contro la propria volontà, di allattare al seno, è importante comunque sottolinearne i benefici.
Durata allattamento
Fino a quando allattare? In merito alla durata dell’allattamento l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si esprime sottolineando quanto il latte di mamma sia unico e prezioso per la qualità dei suoi vari componenti. L’OMS raccomanda l’allattamento al seno in maniera esclusiva fino al compimento del 6° mese di vita. Inoltre, è importante che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’introduzione di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre, o comunque finché mamma e bambino lo desiderano.
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Smettere di allattare
La raccomandazione del programma Ospedali amici dei bambini (Baby friendly hospital initiative – BFHI), dell’Oms e Unicef, considera fondamentale che le mamme siano informate sugli aspetti positivi connessi a questa importante risorsa. Infatti, tale raccomandazione rimarca il fatto che il latte rafforza e consolida il legame del neonato con la mamma (bonding). Esso fornisce al neonato un’alimentazione completa, lo protegge dalle infezioni e porta comprovati benefici alla salute della mamma. A tal proposito l’Unicef riferisce quanto sia utile sfruttare l’allattamento anche oltre i due anni di età, integrandolo con i cibi solidi progressivamente. Tale suggerimento nasce dalla necessità di nutrimento evidenziata nei paesi in via di sviluppo. Molti bambini, in condizioni così sfavorevoli, riescono a sopravvivere ricevendo il latte dal seno fino a 6 anni di età.
Ogni coppia madre-figlio cresce giorno dopo giorno e decide in piena libertà in base alle proprie abitudini. Per capire quando e come si smette di allattare basta affidarsi al proprio istinto. L’allattamento si concluderà solo quando la mamma e il bambino avranno deciso di poterne fare a meno, ad esempio quando, dal punto di vista nutrizionale, il piccolo ne avrà sempre meno bisogno. Appena entrambi potranno fare a meno di questo momento di profonda intimità e condivisione, decideranno insieme!