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Vongole in gravidanza: si possono mangiare?
Cristina Lumia
- 07/01/2020
Vongole in gravidanza
il consumo di vongole in gravidanza resta uno dei dilemmi più discussi in ambito di corretta alimentazione.
Il timore della donna, infatti, è sempre quello di mangiare qualcosa che possa nuocere al feto e tanti sono i dubbi riguardanti il consumo di tutto il pesce in gravidanza.
Scopriamo insieme se e come le mamme possono mangiare vongole in gravidanza.
Vongole: valori nutrizionali
Le vongole sono tra gli alimenti più conosciuti e apprezzati della cucina mediterranea, specie per le innumerevoli ricette che le vedono come protagoniste: spaghetti, risotti e zuppe, a cui è davvero difficile rinunciare.
Esistono diversi tipi di vongole in commercio, come:
le vongole veraci (Venerupis decussata);
le vongole filippine (Venerupis philippinarum);
le comuni vongole (Chamelea gallina);
i lupini (Dosinia sxoleta).
Diverse sono le arselle, che spesso sono confuse con le vongole ma, in realtà, appartengono a una differente famiglia.
I benefici delle vongole sono:
la presenza di vitamine A, B12, D;
ricche di iodio, essenziale per lo sviluppo fetale e il corretto funzionamento della tiroide;
A causa dei tanti valori nutrizionali, il consumo di vongole in gravidanza è consentito, facendo attenzione, però, a una serie di piccoli accorgimenti.
È fondamentale mangiare soltanto vongole cotte in gravidanza. Il rischio di vongole crude, così come di tutto il pesce crudo in gravidanza, è correlato alla presenza di parassiti che se presenti, potrebbero far ammalare la futura mamma. Cuocere, perciò, le vongole in padella, per eliminare qualsiasi tipi di batterio.
Si possono mangiare le vongole surgelate in gravidanza, purché abbiano una provenienza certa. Esse sono sicure perché vengono trattate a basse temperature che abbattono la presenza dei parassiti. Tuttavia, è opportuno che anche le vongole congelate siano cotte perché la contaminazione può avvenire a contatto con altri cibi, subito dopo lo scongelamento.
È utile seguire gli stessi accorgimenti anche per quanto riguarda il consumo di arselle in gravidanza.
Crostacei e molluschi in gravidanza: da evitare o no?
L’elenco dei crostacei più conosciuti comprende: aragoste, gamberi, scampi e astici. I crostacei hanno un’alta probabilità di contaminazione parassitaria, responsabile di problematiche a carico di stomaco e intestino che potrebbero debilitare intensamente la mamma; pertanto si sconsiglia di mangiarli in gravidanza. Se proprio non se ne riuscisse a fare a meno, è sempre opportuna una cottura prolungata per bloccare il ciclo vitale e biologico degli agenti patogeni. Quindi sì ai crostacei in gravidanza, purché siano cotti.
Sarebbe preferibile evitare anche il consumo di molluschi in gravidanza quali vongole, cozze, calamari, polpi e seppie, perché questi tipi di pesci tendono a trattenere tutto ciò che incontrano, anche agenti patogeni. Tuttavia, se si è certe della provenienza e se ben cotti, ogni tanto, care mamme, potete mangiarli.
Qui di seguito un video che chiarisce i dubbi riguardanti i molluschi in gravidanza.
L’alimentazione in gravidanza è uno dei punti fondamentali per assicurare le migliori condizioni di benessere materno e crescita fetale: non è importante mangiare per due, ma due volte meglio!
Occorre, a tal proposito, seguire una dieta sana e bilanciata che comprenda le proteine (carne, pollo, pesce e legumi), i carboidrati (cereali, pane, pasta e riso), il latte e i derivati (formaggi) e ovviamente frutta e verdura, lavate accuratamente. In aggiunta, non va mai trascurata una buona idratazione, con almeno 2 litri di acqua al giorno. Se si soffre di nausea gravidica, soprattutto nel primo trimestre, è opportuno consumare alimenti anti-emetici, come lo zenzero. Inoltre, sempre durante il primo trimestre, ma anche prima, se la gravidanza è programmata, è opportuno consumare molto acido folico, utile per prevenire alcuni difetti nel bambino, come la spina bifida.
Sono cibi da evitare in gravidanza:
tutti gli alimenti a base di uova crude o non pastorizzate;
il sushi e tutto il pesce crudo, e i pesci di taglia grande;
i formaggi non pastorizzati e non stagionati e tutti gli alimenti realizzati con latte non pastorizzato;
alcuni tipi di salumi, affettati, insaccati e tutta la carne cruda;
Abbiamo visto che alcuni tipi di pesce rientrano nella lista degli alimenti da evitare in gravidanza. Eppure, se mangiato correttamente, il pesce è estremamente benefico per la futura mamma, perché ricco di proteine, vitamine, omega3 e pochissimi grassi.
Sono da evitare i pesci di taglia grande, che potrebbero contenere mercurio, rilasciato dagli scarichi industriali e in grado di arrivare in mare. I batteri che normalmente colonizzano gli animali marini lo trasformano in metilmercurio, in grado di accumularsi poi nei tessuti adiposi/grassi. I pesci predatori, come lo squalo, lo sgombro o il pesce spada, ne hanno quantità superiori perché alla loro quota associano anche quella dei pesci-preda. E’ meglio, per la gestante, nutrirsi di salmone, gamberetti, e tonno naturale in scatola, acciughe e sardine perché a basso contenuto o addirittura privi di mercurio.
Il polpo in gravidanza è molto apprezzato, sempre dopo una buona cottura, perché ricco di calcio, così come i calamari.
Il consumo di cozze in gravidanza è molto discusso. Esse fanno parte della famiglia dei molluschi di mare bivalve che si nutrono filtrando l’acqua marina in cui vivono. Questi sopravvivono anche in ambienti assai inquinati, e può succedere che vengano in contatto con materiale organico che contiene varie tipologie di virus, “conservandoli” al loro interno e trasmettendoli quindi al consumatore finale, ovvero l’uomo. In egual misura le cozze sono capaci di trasmettere, in percentuale maggiore, il Norovirus, che causa una potentissima gastroenterite.
Riguardo al salmone in gravidanza, ricco di benefici noti, il consumo è incoraggiato anche più volte alla settimana e non rientra tra gli alimenti da evitare. È fondamentale, però, scoraggiare il consumo di salmone affumicato perché più a rischio di essere contaminato dalla Listeria Monocytogenes, un batterio capace di adattarsi ad ambienti ostili, e che può causare danni neurologici al feto. Via libera quindi a quello fresco, specie se ben marinato.
Per quanto riguarda il consumo di gamberetti in gravidanza, l’abitudine consueta è quella di mangiarli anche crudi con solo un po’ di limone, ma ovviamente nei 9 mesi di gestazione ciò è da evitare. Tuttavia, se soggetti a cottura, è assolutamente garantita la sicurezza di questo alimento da solo o nelle ricette più svariate.
Una scorretta dieta in gravidanza, potrebbe causare infezioni che in qualsiasi fase della vita risulterebbero innocue, mentre in gravidanza potrebbero causare problemi alla mamma e al bambino. Tra questa:
la listeriosi: il batterio che la causa è resistente anche al congelamento (considerato il miglior metodo di conservazione degli alimenti dal punto di vista igienico). Le sue conseguenze possono essere molto gravi: se nella madre i sintomi sono sovrapponibili a quelli di una semplice influenza (febbre, dolori muscolari e sintomi gastro-intestinali) il feto rischia la vita, o una nascita segnata da problemi respiratori e meningite;
la salmonellosi: un’infezione che provoca sintomi gastro-intestinali, si risolve in genere spontaneamente nelle persone adulte; tuttavia il bacillo può trasmettersi al feto attraverso la placenta e provocare conseguenze anche gravi;
la toxoplasmosi: nota malattia potenzialmente dannosa per il nascituro e generalmente attribuita al contatto con i gatti, è in realtà trasmissibile anche attraverso il consumo di cibi crudi o poco cotti.