Sono sempre più le donne amanti del sushi e, durante la dolce attesa, si chiedono come faranno a rinunciarvi.
Care mamme, potete stare tranquille perché il consumo di sushi in gravidanza, seppur rischioso, è consentito solo ed esclusivamente se fate attenzione a una serie di precauzioni.
Vediamo quali.
Uno dei principali rischi della gravidanza è, come sappiamo, la toxoplasmosi, ma non riguarda il consumo di pesce crudo. Non vi è alcun legame, infatti, fra il pesce crudo e la toxoplasmosi.
I rischi legati al consumo di sushi in gravidanza potrebbero, però, essere altri.
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Il rischio di salmonellosi può essere eliminato mangiando solo pesce ben cotto e latte e uova pastorizzati perché la cottura e la pastorizzazione eliminano tutti i batteri.
Per quanto riguarda il batterio del sushi, lo si elimina tramite un processo definito abbattimento, che consiste nel portare il pesce a una temperatura inferiore ai -20°C per almeno 24 ore. L’abbattimento uccide il batterio Anisakis e tutti i batteri presenti.
Quindi, l’unico modo per mangiare pesce crudo e sushi in gravidanza, è quello di consumarlo soltanto in locali dei quali si conoscono con esattezza la provenienza del pesce e la sua preparazione. Oltre l’abbattimento, è indispensabile che il pesce scongelato sia consumato in giornata e non utilizzato il giorno successivo.
È, inoltre, preferibile il consumo di sushi cotto in gravidanza.
In caso di dubbia provenienza, è preferibile evitare il consumo di sushi.
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Il batterio del pesce crudo è costituito da vermi e larve che si attaccano alle pareti dello stomaco del pesce.
I sintomi di un’intossicazione da Anisakis potrebbero essere:
Ma le conseguenze per la donna incinta potrebbero essere molto più serie, perché potrebbero comportare carenze e scompensi nutrizionali al bambino.
A tal proposito, occorre evitare:
Ecco un video che chiarisce i dubbi relativi al batterio Anisakis.
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