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Partorire ai tempi del Coronavirus. Quali procedure seguire per la tutela della mamma e del bambino?

Neo-mamme in isolamento totale, non si entra in reparto senza disinfettarsi e senza aver misurato la temperatura.

Come si può dare alla luce un bambino in questa situazione? Quali sono le procedure da seguire?

Vediamo cosa significa partorire durante il Coronavirus.

Parto e Covid-19

Il parto rappresenta uno dei momenti più importanti nella vita della donna. In questo momento, però, anche partorire diventa estremamente complicato.

E non per i rischi, perché abbiamo sentito molte storie di donne positive al Covid-19 che hanno dato alla luce figli risultati negativi.

Ci hanno rassicurato: il virus non si trasmette dalla mamma al feto, almeno stando agli studi fatti finora. Ma ciò a cui non tutti pensano è l’ansia che attanaglia le mamme che, in questo periodo, vivono la fase finale della gravidanza. Non solo quelle che hanno contratto il virus, ma anche le donne che non lo hanno.

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L’organizzazione delle strutture

La clinica Mangiagalli di Milano fa parte delle 6 strutture alle quali la Regione Lombardia ha assegnato la gestione delle donne incinte durante l’epidemia, ed è la più grande tra le 6.

All’interno è stato dedicato un intero padiglione all’accoglienza delle prossime neo-mamme.

Ci sono 3 sale parto isolate, per le mamme risultate positive e 10 posti letti che garantiscono l’isolamento.

Enrico Ferrazzi, direttore della struttura e professore di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli Studi di Milano, racconta che dall’inizio dell’emergenza ci sono stati 17 casi sospetti e 4 casi di donne incinte positive al tampone.

Una di queste 4 donne è stata sottoposta a un cesareo d’urgenza e ha avuto una crisi respiratoria, a causa della quale è stata ricoverata in terapia sub-intensiva ma, per fortuna, ora sta bene.

coronavirus in gravidanza

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Tante mamme spaventate

Le donne incinte che arrivano alla Mangiagalli, così come in qualsiasi struttura d’Italia in questo periodo, sono terrorizzate perché alla paura del parto, si aggiunge il terrore per il virus.

Come ha giustamente dichiarato il dott. Ferrazzi:

Donne spaventate, chi non lo sarebbe? L’ansia del parto basterebbe già da sé. Ma noi cerchiamo di fare di tutto per rassicurarle, per spiegare che non ci sono rischi per il feto, che il virus non passa attraverso la placenta.

Ci sono, poi, le stanze per le neo-mamme non contagiate che funzionano in modo diverso dal solito.

Nessun bambino è al nido, sono tutti nelle stanze con la propria mamma. Non entrano nonni e parenti vari, entra solo il marito con la mascherina.

Come racconta la responsabile dell’area ostetrica Stefania Zorzan:

Ci sentiamo un po’ crudeli. Ma lo saremmo se non le proteggessimo.

La nostra speranza più grande è che i bambini nati durante questa emergenza crescano più forti e abbiamo delle vite estremamente felici.

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