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Coronavirus e bambini: i consigli degli esperti per tutelare i nostri figli

Il dato meno allarmante di questa epidemia da Covid-19 è che dal primo momento ci hanno detto che i bambini sono i soggetti meno a rischio.

Come mai? E come facciamo a spiegare loro il Coronavirus? Cerchiamo di capirne di più tramite le parole degli esperti.

I sintomi nei bambini

Il professor Gian Vincenzo Zuccotti, intervistato da “Vanity Fair”, ha spiegato la reale situazione riguardante i più piccoli. Zuccotti è direttore del Dipartimento di Pediatria degli ospedali milanesi Sacco e Buzzi.

Al momento, come spiega il Professore, esistono casi di bambini risultati positivi al contagio da Covid-19, ma la differenza è che essi sviluppano sintomi meno gravi rispetto agli adulti. I bambini contagiati non sempre sviluppano una polmonite e, nella maggior parte dei casi, si riprendono in fretta.

Questo è quanto emerge, almeno, dai casi noti finora, perché ricordiamo che il virus è ancora, in parte, sconosciuto.

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I bambini possono contagiare gli adulti

Ad ogni modo, i bambini sono un veicolo di diffusione di malattie infettive e potrebbero essere, quindi, pericolosi per gli adulti.

Come ha dichiarato il Professor Zuccotti, infatti:

Ai genitori dei bambini dimessi chiediamo di rimanere in isolamento per due settimane e quindi di ripresentarsi da noi per il tampone di controllo. Se il risultato è negativo, possono uscire dall’isolamento.

Uno studio condotto da studiosi americani e cinesi e pubblicato sul sito medRxix, ha analizzato i dati relativi alla città cinese di Shenzhen.

In particolare, sono stati seguiti 391 casi di contagio e monitorate 1286 persone che avevano avuto contatti con i contagiati. Dalla ricerca è emerso che i bambini di età inferiore ai 10 anni esposti al virus avevano la stessa probabilità degli adulti di contrarlo.

La differenza è che i bambini hanno sintomi meno gravi e questo spiegherebbe il perché non si siano sviluppati focolai nelle scuole.

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Gli adulti e le norme da seguire

A differenza dei bambini, infatti, il virus negli adulti è estremamente aggressivo e nel 20% sviluppa una polmonite con conseguenti difficoltà respiratorie che richiedono sale di rianimazione. È, perciò, fondamentale, ridurre il più possibile le probabilità di contagio, anche per evitare che gli ospedali non abbiano più posti a disposizione. Oltre ai malati da coronavirus, infatti, gli ospedali devono essere in grado di gestire anche gli altri pazienti, per lo meno quelli i cui interventi non possono essere rimandati.

Il Professor Zuccotti è soddisfatto dalle misure restrittive intraprese dal Governo, ma ritiene che vada fatto di più, perché:

È difficile conciliare il giusto messaggio del lavarsi le mani e di mantenere le distanze tenendo aperti servizi quali i trasporti pubblici sui quali queste regole non possono essere certamente rispettate. D’altra parte è chiaro che se la gente deve continuare a lavorare è inevitabile che si debba spostare. Deve essere implementato tutto il lavoro che può essere svolto a casa. […] Non è facile spiegare e far accettare la necessità di queste misure, ma seguirle è l’unico modo per contenere questa pandemia e per provare a contenere i casi e anche i morti. Ogni persona che muore è una sconfitta e non continuerei a sottolineare, come motivo di consolazione, il fatto che a morire siano soprattutto gli anziani, cosa che non è nemmeno così vera. È chiaro che non ci sono soluzioni facili e nemmeno soluzioni che assicurino un risultato. Ormai questo virus è tra noi e ci rimarrà per un po’ ed è pertanto necessario evitare che le persone si ammalino tutte insieme perché sarebbe una situazione insostenibile. Se non vogliamo scegliere tra chi far sopravvivere e chi invece no, dobbiamo mettere in atto misure restrittive molto drastiche. […] Capisco che sia difficile cambiare vita, ma tutti dobbiamo modificare i nostri comportamenti per uscirne senza troppi danni, almeno dal punto di vista della salute.

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Come spiegarlo ai nostri figli?

Siamo tutti in attesa della fine di questa emergenza che, da come sostengono gli esperti, potrebbe calmarsi con l’arrivo del caldo. Ma non è escluso che il Covid-19 si riveli resistente al caldo. La speranza maggiore è che si trovi al più presto un vaccino.

Ma mentre continuiamo a sperare, è fondamentale che ognuno di noi rispetti le norme dettateci più e più volte e, soprattutto, esca soltanto se strettamente necessario.

In quanto genitori, dobbiamo dare il corretto esempio ai nostri figli, ma contemporaneamente, non dobbiamo terrorizzarli. È importante che capiscano che ci troviamo in una situazione particolare, ma crescerli in uno stato di ansia e panico generalizzati, non li aiuta, anzi, potrebbe comportare loro effetti negativi anche quando tutto questo sarà finito.

Il dott. Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva, suggerisce di:

Comportarsi da adulti con i propri figli. […] Il messaggio che bisogna trasmettere è che i grandi stanno facendo di tutto per far passare la bufera. Questi giorni passati a casa, in cui non possono vedere i compagni o giocare a pallone, in cui le loro scuole sono state chiuse, servono a questo. Per vivere meglio, evitare che altra gente si ammali e tornare alla vita di tutti i giorni il più presto possibile. […] Un conto è dire ai bambini lavati le mani e spiegare perché è importante farlo. Un altro è dire stai attento sennò questo ti si attacca addosso e se ti tocchi gli occhi sono guai. Qualcosa di invisibile che si incunea. Terrificante. Diamogli delle regole di igiene senza però aumentare l’intensità della paura.

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