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Ottavo mese di gravidanza: bruciore di stomaco, smagliature e visita per l’epidurale

L’8° mese di gravidanza settimana per settimana

L’ottavo mese di gravidanza è quello in cui una mamma sceglie se proseguire l’attività lavorativa oppure entrare in maternità.
Molte donne preferiscono lavorare fino all’ultimo giorno dell’8° mese per avere un mese in più di maternità dopo la nascita del bambino. Altre invece preferiscono viversi a pieno anche queste ultime settimane di gravidanza.
A volte sono i fastidi e un senso generale di stanchezza che impongono alla mamma di stare a riposo.
Di sicuro, l’ottavo mese, è quello in cui la mamma deve pensare a sé, organizzare le ultime cose con calma, per non arrivare al momento del parto con troppe cose ancora in sospeso.
Prendersi del tempo, prima del parto, per fare il punto, per ascoltare il proprio corpo, per riposarsi e preparasi al nuovo arrivo è senza dubbio fondamentale.
Scopriamo insieme cosa succede, settimana per settimana, durante l’8° mese di gravidanza.

Trentunesima settimana di gravidanza: l’ecografia del terzo trimestre

A 31 settimane di gravidanza, il bambino è lungo 40 cm e pesa circa 1.520 grammi. L’aumento di peso del bambino in queste ultime settimane è notevole e spesso la mamma ne risente, avvertendo maggiore difficoltà nei movimenti, uno stimolo più frequente ad andare in bagno e gambe e caviglie gonfie.
L’aumento del peso è intorno agli 11 kg. In questo periodo si effettua l’ultima ecografia della gravidanza, la cosiddetta ecografia del terzo trimestre o ecografia dell’accrescimento.
Durante questa ecografia viene valutato lo stato di benessere fetale, le dimensioni del bambino, il corretto sviluppo degli organi (in particolare di cuore e polmoni) e il flusso sanguigno. Particolare attenzione viene posta anche all’analisi del liquido amniotico, alla sua quantità e al rapporto rispetto alle dimensioni del bambino.
Durante l’ecografia dell’accrescimento, vengono monitorate eventuali situazioni che avevano destato sospetto durante la morfologica, anche se, in caso di dubbi, alla mamma saranno state proposte ecografie intermedie di controllo e di monitoraggio.
L’ecografia del terzo trimestre, svolta tra le 30 e le 34 settimane di gravidanza, serve anche a stabilire la posizione del feto: podalica o cefalica. Non è ancora il caso di preoccuparsi, il tempo per girarsi c’è. Lo spazio diventa sempre più ridotto e le possibilità di rotazione diminuiscono sempre di più man mano che si avanza con le settimane, ma al momento non è necessario agire in alcun modo.
Nel video seguente un’ecografia a 31 settimane di gravidanza.
Nel video successivo un’ecografia di accrescimento commentata con un’analisi dettagliata di quello che viene analizzato.

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Trentaduesima settimana di gravidanza: bruciore di stomaco

A 32 settimane di gravidanza, il bambino è lungo circa 40 cm e pesa 1.700 grammi. Ogni giorno in più che trascorre nella pancia della mamma è per lui importante per arrivare pronto al momento del parto. Il grasso sottocutaneo aumenta sempre di più e questo è importante per la sua termoregolazione. In ogni caso, se nascesse alla trentaduesima settimana, avrebbe ancora la necessità di essere messo in incubatrice. I polmoni stanno ancora completando la loro formazione. Nell’ecografia dell’accrescimento è anche possibile vedere se il bambino ha già i capelli.
La mamma dovrebbe registrare un aumento di peso di circa 11.5 kg e potrebbe iniziare ad avvertire una certa acidità di stomaco. Non succede a tutte e il bruciore di stomaco in gravidanza è molto soggettivo, esattamente come avviene per le nausee. Anche chi non ha sofferto di nausee gravidiche potrebbe avere acidità di stomaco, così come chi ha avuto le nausee mattutine potrebbe non avere mai disturbi di digestione al termine della gravidanza.
Per evitare l’acidità di stomaco in gravidanza è importante verificare se ci sono alimenti che la favoriscono (ad es. il sugo, la carne o qualche frutto), fare spuntini leggeri e ravvicinati, senza appesantire la digestione, mangiare almeno 2 ore prima dell’andare a dormire e camminare subito dopo il pasto. Spesso però il bruciore di stomaco in gravidanza è semplicemente dovuto alla compressione che il bambino esercita sugli organi interni della mamma. Bere un bicchiere di latte freddo prima di andare a dormire sembra essere uno dei rimedi per l’acidità di stomaco in gravidanza più efficaci.
Nel video che segue un’ecografia a 32 settimana di gravidanza e in quello successivo un approfondimento sul bruciore di stomaco in gravidanza.

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Trentatreesima settimana di gravidanza: infezione alle vie urinarie

Intorno alla 33ª settimana di gravidanza, i movimenti del bambino potrebbero diminuire. Il bambino è lungo circa 42 cm e pesa 1.900 grammi: non ha più molto spazio per muoversi, per questo i suoi calcetti potrebbero sembrare meno frequenti. E’ molto probabile, se ancora non l’ha fatto, che il bambino si giri a testa in giù e si metta in posizione cefalica, pronto per il parto. Questo comporta un peso maggiore sulla vescica e una frequente esigenza per la mamma di fare pipì.
Fare pipì frequentemente, anche in piena notte, è un sintomo normale delle ultime settimane di gravidanza: se però l’impressione è che la frequenza dello stimolo sia davvero eccessiva è bene chiedere un’urinocoltura per verificare che non siano in corso infezioni alle vie urinarie. Le infezioni alle vie urinarie in gravidanza sono molto frequenti, in particolare durante le ultime settimane, sia per i cambiamenti ormonali, sia per la posizione del bambino che influenza i flussi dell’apparato urinario. Le infezioni alle vie urinarie possono avere delle conseguenze sui reni della mamma ma anche provocare parti prematuri se non vengono trattate per tempo. Per questo gli esami delle urine vengono prescritti periodicamente e, sempre per lo stesso motivo, una mamma che avverte uno stimolo ad urinare troppo frequente ne deve parlare con il proprio ginecologo per approfondire il prima possibile. Le infezioni alle vie urinarie in gravidanza vengono tranquillamente curate con antibiotici adatti. Per prevenire le infezioni alle vie urinarie è necessario bere molta acqua.
Nel video seguente un’ecografia a 33 settimane di gravidanza e in quello successivo un approfondimento sull’infezione alle vie urinarie e sulla cistite in gravidanza.

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Trentaquattresima settimana di gravidanza: le smagliature

A 34 settimane il bambino è lungo 43 cm e pesa 2.100 grammi.
E’ un periodo molto importante per il suo sistema immunitario che si rafforza giorno dopo giorno per affrontare il nuovo ambiente che lo aspetta.
Alla 34ª settimane si chiude l’ottavo mese e si entra nell’ultimo mese di gravidanza. Il parto si avvicina e il corpo si prepara ad affrontare il travaglio. Le contrazioni di Braxton Hicks potrebbero essere più frequenti e dal seno potrebbe cominciare ad uscire qualche goccia di colostro. La mamma deve ricordarsi di mangiare sano e leggero, per non appesantire una digestione già lenta. Inoltre, bere molta acqua è indispensabile si per favorire il flusso urinario ed evitare infezioni, sia per idratare la pelle anche dall’interno. Molte donne, proprio in questo periodo, notano le smagliature sulle parti del corpo messe a dura prova: il seno e la pancia. Purtroppo le smagliature sono un fattore genetico e dipendono dal grado di elasticità della propria pelle. E’ molto probabile che se la propria madre le ha anche alla futura mamma verranno. Così come è quasi certo che chi ha smagliature su altre parti del corpo (gambe e glutei) le sviluppi anche sull’addome durante la gravidanza. Sicuramente bere molta acqua e utilizzare creme e oli idratanti potrebbe limitare i segni.
In questo periodo della gravidanza è importante effettuare l’incontro con l’anestesista nel caso in cui, durante il travaglio si volesse richiedere l’epidurale.
Nel video seguente un’ecografia a 34 settimane di gravidanza e poi un approfondimento sulle smagliature in gravidanza.

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Epidurale: come prepararsi

La partoanalgesia ha lo scopo di ridurre il dolore durante il travaglio. Le contrazioni del travaglio, sia nella prima fase, sia nella fase espulsiva sono molto forti e davvero difficili da sopportare. Come sempre, la soglia del dolore è molto soggettiva e senza dubbio molte donne riescono a gestire meglio il dolore e la paura. Molte altre invece, rischiano di vivere molto male il momento del travaglio e del parto, proprio a causa del dolore.
Tranquillizzare la mamma, consentirle un’ossigenazione corretta e non alterata dalla paura, sono sicuramente passi importanti per un parto sicuro. La partoanalgesia ha soprattutto questo scopo: non tanto eliminare il dolore in sé, quanto mettere la mamma nelle condizione emotive e psicologiche migliori per affrontare il parto con la massima serenità.
La principale tecnica di partoanalgesia è l’epidurale che si effettua iniettando l’anestesia direttamente nello spazio peridurale della colonna vertebrale, attraverso l’inserimento di un catetere. L’iniezione avviene tra una contrazione e l’altra, fermandosi in caso di contrazioni ravvicinate. L’anestesista è specificamente formato proprio per la partoanalgesia. Per effettuare l’epidurale, la mamma deve sottoporsi ad una visita con l’anestesista intorno alle 34ª/36ª settimane di gravidanza. Durante la visita l’anestesista controlla che non siano presenti criticità a livello della schiena (scoliosi molto accentuata, tatuaggi completamente coprenti la zona o altre criticità che potrebbero impedirne l’esecuzione) e verifica la conformazione della bocca per un’eventuale intubazione. Durante questa visita non verranno effettuati esami del sangue, né esami allergologici riferiti all’anestesia. Gli esami del sangue verranno effettuati durante il travaglio per verificare alcune condizioni che se alterate non possono consentire di effettuare la partoanalgesia. Sull’eventualità di una reazione allergica, il medico anestesista è formato per poter intervenire direttamente in sala parto.
Fino a quando è possibile chiedere l’epidurale?
L’epidurale ha lo scopo di affievolire i dolori del travaglio, in particolare della prima parte, proprio per consentire alla mamma di arrivare al massimo delle forze alla fase espulsiva. Dopo tante ore di dolori e contrazioni, la mamma potrebbe sentirsi stremata e non avere tutta la forza che serve per spingere in maniera efficace. Quindi, prima viene richiesta meglio è per la mamma. Resta il fatto che ormai, la maggior parte degli ospedali offrono l’epidurale anche a dilatazione avanzata, se si prevede ancora parecchio tempo prima della fase espulsiva o se la mamma dimostra di essere stremata. Fino a poco tempo fa si sospendeva l’epidurale nella fase espulsiva. Oggi la sempre migliore capacità di dosare il farmaco permette di mantenerne comunque una parte anche nella fase espulsiva per poter concludere il parto in maniera serena e rilassata.
La partoanalgesia non è vero che impedisce di sentire le contrazioni; le contrazioni vengono avvertite dalla mamma ma non raggiungono il picco di dolore, restando comunque assolutamente efficaci.
Per quanto riguarda le controindicazioni dell’epidurale, si registrano casi di emicrania per le settimane successive al parto e alcuni casi di dolore prolungato nella zona dell’iniezione anche se molti medici sostengono che quest’ultima eventualità non è strettamente correlata all’iniezione ma a posizioni o movimenti legati al parto. I casi di emicrania invece sono connessi effettivamente all’epidurale ma le percentuali calano anno dopo anno, man mano che si affina la tecnica.
Nei video che seguono un approfondimento sull’anestesia epidurale.

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