Gianni Rodari

Gianni Rodari: frasi, filastrocche e poesie di Gianni Rodari. Le 55 più belle.

Gianni Rodari

Gianni Rodari è uno degli scrittori per bambini più conosciuti, e anche più bravi, che l’Italia possa vantare.
Ha sempre dimostrato una buona predisposizione agli studi, si interessava anche di politica, musica, lettura e amava suonare il violino.
Il primo legame con i bambini lo instaurò diventando maestro in qualità di supplente quando, nel 1941, vinse un concorso.
In seguito divenne anche giornalista politico e, in quell’occasione, cominciò a scrivere racconti, dirigendo un settimanale per bambini e pubblicando alcuni libri di filastrocche e di narrativa.
Se volete leggere al vostro bambino delle filastrocche di Rodari, abbiamo selezionato per voi le migliori!
Ecco una raccolta di filastrocche, poesie di Gianni Rodari e frasi bellissime.

Gianni Rodari: frasi

Iniziamo subito con le migliori frasi di Gianni Rodari, citazioni uniche e molto belle.
Troverete frasi sulla scuola di Gianni Rodari, frasi sulla lettura per bambini, frasi sulle fiabe, dediche dei libri per bambini e non solo.

Chi vuole la pace prepara la guerra!

Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica
io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende… regala!

Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio la guerra.

Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi.

Dica ognuno quel che vuole: la meglio stufa è sempre il sole.

È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi.

Fu cambiato l’ordine
degli anelli,
ma la catena
rimase una catena.

Gli errori sono necessari, utili come il pane, e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa.

Il mondo si può guardare a altezza d’uomo, ma anche dall’alto di una nuvola (con gli aeroplani è più facile). Nella realtà si può entrare dalla porta principale o infilarvisi – è più divertente – da un finestrino.

In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio.

Le favole dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.

Nel paese della bugia la verità è una malattia.

Non c’è vita dove non c’è lotta.

Quanto pesa una lacrima?
La lacrima di un bambino capriccioso
pesa meno del vento,
quella di un bambinoaffamato
pesa più di tutta la terra.

Sbagliando s’impara, è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe essere che sbagliando s’inventa.

Se ci diamo una mano, i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno

Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza.

Tanta gente non lo sa
e dunque non se ne cruccia:
la vita la butta via
e mangia soltanto la buccia.

Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?

gianni rodari frasi
Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza. (Gianni Rodari)

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Poesie di Gianni Rodari

Passiamo ora alle poesie di Rodari.
Ce ne sono tante, ma una bella parte è dedicata ai bambini.
La lettura di queste poesie sui bambini di Gianni Rodari è vivamente consigliata perché insegneranno loro che siamo tutti sotto lo stesso cielo e, pertanto, siamo tutti uguali.
Esse trasmetteranno loro il valore inestimabile che risiede nelle piccole cose e ricorderanno loro di ritenersi felici per tutto quello che hanno, poiché al mondo ci sono bimbi meno fortunati.
È importante che i bambini capiscano che non bisogna mai perdere la speranza, che anche quando le cose sembrano difficili bisogna farle con coraggio e che gli errori sono necessari per crescere.
Queste poesie sulla vita di Gianni Rodari rappresentano un’ottima lettura in tal senso.
Cosa aspettate? Dedicate al vostro bambino una bella poesia di Gianni Rodari. 

Giovannino Perdigiorno
ha perso il tram di mezzogiorno,
ha perso la voce,l’appetito.
Ha perso la voglia di alzare un dito,
ha perso il turno,
ha perso la quota.
Ha perso la testa (ma era vuota),
ha perso le staffe,
ha perso l’ombrello,
ha perso la chiave del cancello.
Ha perso la foglia,
ha perso la via,tutto è perduto fuorchè l’allegria.
(Giovannino Perdigiorno)

La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto:
il letto, la carrozzina,
i mobili di cucina,
e chicchere, e posate, e scodelle,
e un armadio con i vestiti
sulle stampelle, in folla,
e un ‘automobile a molla
con la quale
passeggia per il corridoio
quando le scarpe le fanno male.
La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto,
perfino altre bamboline
più piccoline,
anche loro con le loro scodelline,
chiccherine, posatine eccetera.
E questa è una storiella divertente
ma solo un poco, perché
ci sono bambole che hanno tutto
e bambini che non hanno niente.
(Bambini e bambole)

Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Se mamma ti ha comperato
Come taluni pretendono
Dimmi: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Ti ha fatto la tua mamma
E devi essere contento!
(Mi ha fatto la mia mamma)

gianni rodari frasi
Giovannino Perdigiorno ha perso il tram di mezzogiorno, ha perso la voce,l’appetito. Ha perso la voglia di alzare un dito, ha perso il turno, ha perso la quota. Ha perso la testa (ma era vuota), ha perso le staffe, ha perso l’ombrello, ha perso la chiave del cancello. Ha perso la foglia, ha perso la via,tutto è perduto fuorchè l’allegria. (Gianni Rodari – Giovannino Perdigiorno)

Poesie di Natale

Natale è un periodo dell’anno magico, speciale, e per un occasione speciale servono degli auguri altrettanto speciali.
Se volete suggerire ai vostri bambini un modo speciale per fare gli auguri ai loro amichetti, potrete fare imparare loro queste bellissime poesie di Natale di Gianni Rodari.

Chi abita sull’abete
tra i doni e le comete?
C’ è un Babbo Natale
alto quanto un ditale.
Ci sono i sette nani,
gli indiani, i marziani.
Ci ha fatto il suo nido
perfino Mignolino.
C’è posto per tutti,
per tutti c’è un lumino
e tanta pace per chi la vuole
per chi da che la pace
scalda anche più del sole.
(L’abete di Natale)

Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bambini è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori, che frutti buoni
Oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi dal pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavallo che spicca il salto.
Quasi lo tocco… Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
Sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero dei poveri sui vetri è fiorito:
io lo cancello con un dito.
(L’albero dei poveri)

Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale:
nel vecchio sacco ogni anno trovi
tesori vecchi e tesori nuovi.
C’e’ l’orsacchiotto giallo di stoffa,
che ballonzola con aria goffa;
c’e’ il cavalluccio di cartapesta
che galoppa e scrolla la testa;
e in fondo al sacco, tra noci e confetti,
la bambolina che strizza gli occhietti.
Ma Babbo Natale sa che adesso
anche ai giocattoli piace il progresso:
al giorno d’oggi le bambole han fretta,
vanno in auto o in bicicletta.
Nel vecchio sacco pieno di doni
ci sono ogni anno nuove invenzioni.
Io del progresso non mi lamento
anzi, vi dico, ne son contento.
(Ritorna ogni anno)

gianni rodari frasi
Chi abita sull’abete tra i doni e le comete? C’ è un Babbo Natale alto quanto un ditale. Ci sono i sette nani, gli indiani, i marziani. Ci ha fatto il suo nido perfino Mignolino. C’è posto per tutti, per tutti c’è un lumino e tanta pace per chi la vuole per chi da che la pace scalda anche più del sole. (Gianni Rodari – L’abete di Natale)

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Filastrocche di Rodari

Gianni Rodari iniziò a scrivere le sue famose filastrocche per scherzo, o meglio sotto il consiglio del suo caporedattore.
Ebbero subito un grande successo, tant’è che in redazione arrivarono innumerevoli richieste da parte dei lettori, i quali chiedevano di inventarne alcune pensate ad hoc per i loro bambini.
Da lì lo scrittore ebbe un successo sempre crescente, dal quale sono scaturite le più belle poesie, filastrocche e frasi di Gianni Rodari.
Ecco, qui di seguito, una raccolta da consultare quando cercate una filastrocca di Rodari, che sia una filastrocca della buonanotte, delle filastrocche sui bambini o di qualsiasi altro tipo.

Con te la luna è buona,
mia savia bambina:
se cammini, cammina
e se ti fermi tu
si ferma anche la luna
ubbidiente lassù.
È un piccolo cane bianco
che tu tieni al guinzaglio,
è un docile palloncino
che tieni per il filo:
andando a dormire lo leghi al cuscino,
la luna tutta notte
sta appesa sul tuo lettino.
(La luna al guinzaglio)

Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi;
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone;
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina.
Per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci;
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa.
Per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani.
(Girotondo in tutto il mondo)

I nomi delle stelle sono belli:
Sirio, Andromeda, l’Orsa, i due Gemelli.
Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?
Son più di cento volte centomila.
In fondo al cielo, non so dove e come,
c’è un milione di stelle senza nome:
stelle comuni, nessun le cura,
ma per loro la notte è meno scura.
(Stelle senza nome)

Io vorrei che nella luna
ci si andasse in bicicletta
per vedere se anche lassù
chi va piano non va in fretta.
Io vorrei che nella luna
ci si andasse in micromotore
per vedere se anche lassù
chi sta zitto non fa rumore.
Io vorrei che nella Luna
ci si andasse in accelerato
per vedere se anche lì
chi non mangia la domenica
ha fame il lunedì.
(Io vorrei)

La stazione
O che stazione importante:
udite la voce dell’altoparlante?
“Dal marciapiede numero nove
parte il rapido per Ognidove.
O che stazione di riguardo,
ti chiede scusa se c’è ritardo:
“L’accellerato, sbuffando e fischiando,
arriverà alle Non-si-sa-quando”.
E come infine è giunto il treno
lei si presenta senza meno:
“Mi chiamo stazione Così-e-così,
tutti quanti scendono qui”.
(Un treno carico di filastrocche)

gianni rodari frasi
Io vorrei che nella luna ci si andasse in bicicletta per vedere se anche lassù chi va piano non va in fretta. Io vorrei che nella luna ci si andasse in micromotore per vedere se anche lassù chi sta zitto non fa rumore. Io vorrei che nella Luna ci si andasse in accelerato per vedere se anche lì chi non mangia la domenica ha fame il lunedì. (Gianni Rodari – Io vorrei)

Filastrocche per imparare le lettere

Gianni Rodari con le sue poesie sulla vita, poesie brevi, filastrocche e poesie sui bambini, invita i piccoli lettori ad assimilare importanti insegnamenti.
Qui di seguito, ad esempio, potrete leggere alcune poesie che insegneranno ai vostri figli a familiarizzare con le lettere dell’alfabeto, a capire quando è necessario l’accento oppure il punto e la virgola.
Perché imparare, divertendosi, è la chiave!

C’era una volta un punto
e c’era anche una virgola:
erano tanto amici,
si sposarono e furono felici.
Di notte e di giorno
andavano intorno
sempre a braccetto:
“Che coppia modello”
la gente diceva
“che vera meraviglia
la famiglia Punto-e-virgola”.
Al loro passaggio
in segno di omaggio
perfino le maiuscole
diventavano minuscole:
e se qualcuna, poi,
a inchinarsi non è lesta
la matita del maestro
le taglia la testa.
(La famiglia Punto e Virgola)

C’era una volta
una parentesi aperta
e uno scolaro
si scordò di chiuderla.
Per colpa di quel somaro
la poveretta buscò un raffreddore,
e faceva uno starnuto
al minuto.
Passato il malore
fece scrivere da un pittore
il seguente cartello:
Chi mi apre, mi chiuda, per favore.
(Il caso di una parentesi)

Fuggiva un giorno un Dieci
pieno di trepidazione,
inseguito da un nemico mortale:
la Sottrazione!
Il poverino è raggiunto,
crudelmente mutilato:
ben due unità ha perduto,
un Otto è diventato.
Dalla padella cascando
nella brace,
ecco qua,
incappa nella Divisione
che lo taglia a metà.
Ora è un misero Quattro,
mal visto dagli scolari.
Consolati gli dicono
sei sempre un numero pari.
C’è poco da consolarsi
la mia sorte è ben dura.
O incontro un’Addizione
o sarà… la bocciatura.
(La tragedia di un Dieci)

“O fattorino in bicicletta
dove corri con tanta fretta?”
“Corro a portare una lettera espresso
arrivata proprio adesso”.
“O fattorino, corri diritto,
nell’espresso cosa c’è scritto?”
“C’è scritto: Mamma non stare in pena
se non rientro per cena,
in prigione mi hanno messo
perché sui muri ho scritto col gesso.
Con un pezzetto di gesso in mano
quel che scrivevo era buon italiano,
ho scritto sui muri della città
“Vogliamo pace e libertà”.
Ma di una cosa mi rammento,
che sull’-a- non ho messo l’accento.
Perciò ti prego per favore,
va’ tu a correggere quell’errore,
e un’altra volta, mammina mia,
studierò meglio l’ortografia”.
(L’accento sulla A)

Tutte le lettere dell’alfabeto
hanno un suono vivace e lieto
tranne l’Acca che, come si sa,
un suono proprio non ce l’ha.
Ci sono lettere importanti:
l’A che a tutte sta davanti,
del suo primato è molto orgogliosa
e porta sempre la Maglia rosa;
la Zeta, con cui si scrive «zero»,
è più temuta dell’Uomo Nero.
Ci sono lettere buone e care
come la G del verbo giocare.
Certe lettere vanno in coppia,
e la T spesso si raddoppia…
Ma la coppia più speciale,
famosa su scala internazionale,
è quella che vedete qui:
una B. con una P.
B.P… Che vuol dire? Pensateci un po’:
forse Buon Pranzo… forse Buon Pro…
Oppure… Buona Passeggiata?
Trovate da soli la … Bella Pensata.
(B.P.)

Una volta un accento
per distrazione cascò
sulla città di Como
mutandola in comò.
Figuratevi i cittadini
comaschi, poveretti:
detto e fatto si trovarono
rinchiusi nei cassetti.
Per fortuna uno scolaro
rilesse il componimento
e liberò i prigionieri
cancellando l’accento.
Ora ai giardini pubblici
han dedicato un busto
“A colui che sa mettere
gli accenti al posto giusto”.
(Como sul comò)

gianni rodari frasi
C’era una volta una parentesi aperta e uno scolaro si scordò di chiuderla. Per colpa di quel somaro la poveretta buscò un raffreddore, e faceva uno starnuto al minuto. Passato il malore fece scrivere da un pittore il seguente cartello: Chi mi apre, mi chiuda, per favore. (Gianni Rodari – Il caso di una parentesi)

Filastrocche sui mestieri

Cosa c’è di meglio di una filastrocca per insegnare ai propri bambini le caratteristiche principali dei più bei mestieri da intraprendere un giorno, quando saranno più grandi?
Se volete che i vostri bimbi inizino a prendere confidenza con le responsabilità che un lavoro comporta, leggete loro queste belle filastrocche di Gianni Rodari!

Chi è più forte del vigile urbano?
Ferma i tram con una mano.
Con un dito, calmo e sereno,
tiene indietro un autotreno:
cento motori scalpitanti
li mette a cuccia alzando i guanti.
Sempre in croce in mezzo al baccano
chi è più paziente del vigile urbano?
(Il vigile urbano)

Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri;
sa d’olio la tuta dell’operaio;
di farina il fornaio;
sanno di terra i contadini;
di vernice gli imbianchini;
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.
(Gli odori dei mestieri)

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzan prima degli uccelli
e han farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
(Il colore dei mestieri)

Pescatore che vai sul mare,
Quanti pesci puoi pescare?.
Posso pescarne una barca piena
con un tonno e una balena.
Ma quel ch’ io cerco nella rete
forse voi non lo sapete:
cerco le scarpe del mio bambino
che va scalzo, poverino.
Proprio oggi ne ho viste un paio
nella vetrina del calzolaio:
ma ce ne vogliono di sardine
per fare un paio di scarpine…
Poi con due calamaretti
gli faremo i legaccetti.
(Il pescatore)

Quanti capelli bianchi
ha il vecchio muratore?
Uno per ogni casa
bagnata dal suo sudore.
Ed il vecchio maestro
quanti capelli ha bianchi?
Uno per ogni scolaro
cresciuto nei suoi banchi.
Quanti capelli bianchi
stanno in testa al nonnino?
Uno per ogni fiaba
che incanta il nipotino.
(Capelli bianchi)

S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.
Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chilì
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia!
(Il pane)

gianni rodari frasi
Chi è più forte del vigile urbano? Ferma i tram con una mano. Con un dito, calmo e sereno, tiene indietro un autotreno: cento motori scalpitanti li mette a cuccia alzando i guanti. Sempre in croce in mezzo al baccano chi è più paziente del vigile urbano? (Gianni Rodari – Il vigile urbano)

Filastrocche di Carnevale

Il periodo del Carnevale è quello che i bambini più preferiscono poiché possono sbizzarrirsi con costumi, travestimenti, trucchi e soprattutto scherzi!
Sarà divertente imparare, e ripetere insieme a loro, queste filastrocche di Carnevale scritte da Gianni Rodari.

Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi
“Colombina,” dice, “mi sposi?”
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: È Carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.
(Carnevale in filastrocca)

Mi metterò una maschera
da Pulcinella
e dirò che ho inventato
la mozzarella.
Mi metterò una maschera
da Pantalone,
dirò che ogni mio sternuto
vale un milione.
Mi metterò una maschera
da pagliaccio,
per far credere a tutti
che il sole è di ghiaccio.
Mi metterò una maschera
da imperatore,
avrò un impero
per un paio d’ore:
per volere mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell’anno…
E sarà il Carnevale
più divertente
veder la faccia vera
di tanta gente.
(Carnevale ogni scherzo vale)

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene il mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!
(Il vestito di Arlecchino)

Pulcinella e Arlecchino
cenavano insieme in un piattino:
e se nel piatto c’era qualcosa
chissà che cena appetitosa.
Arlecchino e Pulcinella
bevevano insieme in una scodella,
e se la scodella vuota non era
chissà che sbornia, quella sera.
(Pranzo e cena)

Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.
(Il gioco dei se)

Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perché i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
(Viva i coriandoli di Carnevale)

frasi di carnevale con rima
Se comandasse Arlecchino il cielo sai come lo vuole? A toppe di cento colori cucite con un raggio di sole. Se Gianduia diventasse ministro dello Stato, farebbe le case di zucchero con le porte di cioccolato. Se comandasse Pulcinella la legge sarebbe questa: a chi ha brutti pensieri sia data una nuova testa. (Gianni Rodari)

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