Trippa in gravidanza
La trippa è un alimento dal sapore e dalla consistenza davvero particolari. Per tale motivo è un piatto che non piace a tutti: di solito, o si ama o si odia.
Se siete delle mamme in dolce attesa ghiotte di trippa, vi starete, probabilmente, chiedendo se potete mangiare la trippa in gravidanza o se rientra tra gli alimenti vietati in gravidanza.
Trippa e gravidanza: sì o no?
Ma la trippa, cos’è? Per chi non lo sapesse, si tratta di una delle frattaglie ricavate dalle diverse parti dello stomaco del bovino.
A chi chiede “la trippa è grassa?” rispondiamo di no, è un pasto di per sé piuttosto magro, ricco di proteine ad alto valore biologico. Quindi, se cucinata in modo leggero, dopo essere stata ben lavata, non ci sono controindicazioni riguardanti la trippa in gravidanza. Ovviamente, come ogni tipo di carne in gravidanza, l’importante è cuocerlo al massimo.
Ciò che la rende grassa sono i condimenti troppo pesanti con cui, a volte, viene cucinata (la più utilizzata resta la trippa al sugo). Altrimenti, di per sé è un alimento decisamente ipocalorico. In 100 grammi di trippa, le calorie sono circa 100, dovute prevalentemente alle proteine e solo in minima parte ai lipidi. Quindi non è vero che la trippa fa ingrassare né che la trippa fa male.
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Trippa: valori nutrizionali e proprietà
I valori nutrizionali della trippa sono:
- ottime quantità di ferro;
- alti valori di molte vitamine del gruppo B, tiamina, riboflavina e niacina.
Ad esempio, su 100 grammi di trippa:
- 72 grammi sono acqua;
- 16 grammi sono proteine;
- 5 grammi sono lipidi.
La trippa contiene colesterolo, precisamente 157 mg per ogni 100 grammi. Tuttavia il binomio trippa e colesterolo non ci deve spaventare. Il colesterolo è uno dei componenti di molti alimenti di origine animale. Il nostro organismo produce in ogni caso colesterolo, in quanto è una sostanza indispensabile al nostro metabolismo. Quindi, sì, la trippa ha il colesterolo, ma non per questo non possiamo mangiarla.
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Quanti tipi di trippa esistono?
Tra i tanti tipi di trippa, ricordiamo:
- la trippa di maiale;
- la trippa di vitello;
- la trippa di agnello;
- la trippa di manzo;
- le trippe di alcuni pesci, come merluzzo, tonno, spigola e dentice.
La trippa veniva mangiata anche dai greci che la cuocevano alla brace, mentre i romani la utilizzavano per preparare salsicce. Oggi la trippa è un alimento tradizionale di molte regioni d’Italia. Viene utilizzata in particolare nella cucina veneta, romana, toscana e milanese. Nella maggior parte dei casi viene tagliata a strisce e poi cotta in maniere diverse. La trippa viene di solito venduta già lavata e parzialmente cotta, ma richiede comunque dei tempi di cottura abbastanza lunghi.
Le preparazioni più conosciute sono:
- trippa alla triestina;
- trippa alla Genovese;
- trippa di Moncalieri;
- trippa alla fiorentina;
- trippa alla Romana;
- busecca;
- zuppa marescialla.
Un’altra varietà simile alla trippa è il lampredotto. La differenza fra trippa e lampredotto è che quest’ultimo si ricava da una diversa parte dello stomaco, dall’abomaso. Sì anche al lampredotto in gravidanza, purché ben cotto. In una porzione di 100 grammi di lampredotto, i valori nutrizionali sono:
- 96 calorie;
- 4,34 grammi di grassi;
- 2,07 grammi di carboidrati;
- 11,92 grammi di proteine.
La trippa è comunque molto usata anche nelle cucine tradizionali di tutto il mondo.
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