foto_parto_naturale

Si può rifiutare l’ossitocina durante il parto?

L’ossitocina è un ormone che in natura viene secreto dall’ipofisi. In travaglio di parto la sua attivazione massiva agisce su tre livelli. Sull’utero innesca le contrazioni, senza le quali non si innescherebbero i fenomeni meccanici e dinamici del parto. Sul cervello agisce come “ormone dell’amore” favorendo l’attaccamento tra madre e neonato. Sulla mammella poi, tramite la suzione del neonato, determina l’eiezione del latte.

Talvolta durante il travaglio capita che sia necessaria una somministrazione esogena (per via endovenosa) di questo ormone. Tale somministrazione da parte del personale non è arbitraria ma segue delle precise indicazioni definite nei protocolli assistenziali.

In particolare, l’ossitocina endovena si somministra quando la dilatazione del collo uterino o la discesa della testa fetale rimangono immodificabili per più di due ore. Questo determina un rallentamento e allungamento dei tempi del travaglio, che potrebbero comportare altri rischi. Nella prevenzione di questi rischi, i protocolli prevedono in questi casi una indicazione alla somministrazione di ossitocina.

Prevenire un rischio probabile però non significa che il rischio certo. Tra 100 donne ce ne saranno 30 in cui i travagli sono stati più lunghi della media e non hanno presentato complicazioni e 70 in cui invece è subentrata ad esempio una sofferenza fetale. La formulazione dei protocolli quindi si basa su studi che sottolineano la maggioranza, piuttosto che le eccezioni. Per questo motivo la somministrazione di ossitocina non è ben vista da chi vuole un parto spontaneo e non pilotato. Molte donne vogliono giustamente sentirsi “l’eccezione” e sperare che tutto proceda secondo natura, quindi considerano l’ossitocina solo come una forzatura, un modo innaturale di accelerare i tempi e un atto medico inutile ed evitabile.

Quindi capita spesso che immaginandosi un parto naturale al 100%, ascoltando i racconti delle amiche che hanno avuto invece un parto pilotato, si domandano se sia possibile rifiutare l’ossitocina in travaglio. La risposta è si, perché questo rientra nei diritti della partoriente. Se tutto procede bene e non c’è già una reale necessità di accelerare i tempi del travaglio (sofferenza fetale, emorragia materna ecc), potete chiedere al personale ostetrico di cercare soluzioni naturali e alternative per facilitare la discesa della testa fetale, come deambulare, muoversi in posizione verticale, usare una peanut-ball, o mangiare una barretta di cioccolata fondente e rimanere al buio per stimolare naturalmente l’ossitocina.

In conclusione, noi donne possiamo essere padrone del nostro corpo e responsabili del nostro parto, tuttavia per esserlo con coscienza dobbiamo anche essere consapevoli dei rischi che potrebbero subentrare e pronte a cambiare idea in caso di problemi. Quindi, prima di rifiutare chiedete sempre al personale di spiegarvi chiaramente e con parole comprensibili la situazione clinica vostra e del bambino.