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Piacenza e Codogno, l’indagine sulle famiglie italiane
Durante la quarantena e l’isolamento forzato, un bambino su tre ha sviluppato paure che prima non aveva. A dirlo è il risultato di uno studio ideato dalla 33enne psicologa e psicoterapeuta Cristina Meloni, che ha inviato alle famiglie di Piacenza e Codogno un questionario ideato da un Istituto di formazione sardo, Centro studi per la famiglia, insieme all’Università telematica internazionale Uninettuno.
Lo studio
Il questionario, inviato rigorosamente online, è stato compilato dalle famiglie prese in indagine in forma anonima. Ai genitori è stato richiesto di indicare alcuni comportamenti nuovi che i rispettivi figli avevano iniziato a manifestare durante il periodo di quarantena ed isolamento dovuto all’emergenza COVID-19.
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I risultati
Ne è emerso che circa un bambino su tre aveva manifestato delle paure che prima non aveva. Non solo: durante queste settimane sono stati evidenziati anche disturbi del sonno e cambiamenti d’umore. Nel dettaglio, il 65% ha manifestato irritabilità, capricci e rifiuto delle regole. Il 40% dei piccoli ha invece manifestato più nervosismo, mentre il 59% è apparso ai genitori più svogliato.
In totale, le famiglie coinvolte sono state 1.399: 579 famiglie di Piacenza, 129 famiglie di Cremona, 197 di Lodi e 494 di Bergamo. Le zone interessate, dunque, sono state quelle maggiormente colpite dal Coronavirus.
Quello che negli ultimi due mesi ci ha colpito, è un trauma che nei libri non si trova. tutti stiamo subendo delle perdite, ed ho pensato a come questo potesse influire sui bambini che stanno vivendo una fase di molto importante. I bambini ormai sono a casa da due mesi, e questo rappresenta una sorta di campana di vetro per loro
ha spiegato l’esperta Meloni.
Lo studio in questione, dunque, non fa altro che confermare le parole di un’altra psicologa, Irene Onnis, che a Open aveva spiegato che un possibile rischio, nei bambini, è quello di interiorizzare questo periodo di de-socializzazione, perdendo dunque l’abitudine nel creare rapporti e nel socializzare.
Inoltre, i bambini chiusi in casa rischiano anche di assorbire le ansie e le preoccupazioni dei genitori:
Arrivare a casa con una spesa enorme dà ancora più ansia. Così come aumenta la preoccupazione nel sentire continuamente il Tg parlare del coronavirus
ha concluso.