Chi ha figli piccoli o adolescenti soffre di più lo stress da lockdown
Chi sta passando la quarantena con figli piccoli o adolescenti, soffre di più stress e nervosismo. A dirlo è il risultato di una ricerca, tutta italiana, condotta dall’Università Cattolica. Il team di ricercatori ha voluto analizzare il momento attuale che sta vivendo il nostro Paese, misurando in particolare quanto le famiglie stanno accusando il peso dell’emergenza legata al COVID-19.
Lo studio
Lo studio, denominato “La famiglia al tempo del COVID19”, è stato condotto insieme alla Human Highway tra il 30 marzo ed il 7 aprile. Nel dettaglio, sono state coinvolte 3.000 persone di età compresa tra i 18 e gli 85 anni, a cui è stato richiesto di compilare un questionario online. Il secondo step dell’indagine, invece, scatterà al termine della Fase 2. Il campione preso in esame dagli studiosi rappresenta all’incirca due terzi della popolazione italiana.
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I risultati
Ne è emerso che nel nostro Paese, il 36% – ovvero una famiglia su tre – è composta da almeno uno dei due genitori che lavora in smartworking e che, contemporaneamente, si occupa dei figli. Meno del 10% delle persone prese in indagine ha potuto contare sul supporto dei parenti o di figure esterne: ciò giustifica gli elevati livelli di stress e nervosismo di chi si è ritrovato a dover badare tutto il giorno, tutti i giorni, ai piccoli di casa.
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Dai risultati si è infatti evidenziato che l’impatto ai problemi è differente tra chi ha figli in casa e chi no. Per il primo gruppo di persone, sono stati notati livelli di benessere psicologico notevolmente inferiori rispetto alle coppie senza figli, ai single o alle coppie che hanno figli grandi e fuori casa. Tra i nuclei familiari che hanno prole, il 61% ha dichiarato di vivere una molteplicità di stress, contro il 49% delle coppie senza figli.
Il benessere psicologico è più basso tra coloro che hanno figli piccoli o adolescenti. Serve un focus su di loro. Anche gli interventi che finalmente si stanno pensando sono per lo più indirizzati a bambini in età scolare: e gli adolescenti?
ha concluso Rosa Rosnati, una delle autrici dello studio.