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Quale intimo portare in ospedale quando si partorisce

Quando si prepara la borsa per il parto, si cerca di mettere al suo interno il giusto e l’indispensabile per quei 3-4 giorni di degenza, trascurando però l’importanza di indossare l’intimo adeguato per il parto ed il post. Ecco quindi delle indicazioni generali a tal riguardo, che vanno benne per tutti i reparti di ostetricia.

  1. Slip monouso: si comprano in farmacia e in una scatolina in genere se ne trovano proprio 4. Sono misure elasticizzate capaci di reggere gli assorbenti post parto, essendo di cartone, vengono chiamate mutandine di carta, e possono esser indossate e poi buttate perché monouso.
  2. Calze per il parto naturale: definite anti-trombo, sono di colore bianco e vengono adoperate dalle donne con problemi di vene varicose durante la gravidanza. Devono esser indossate appena inizia il travaglio fino a circa 10 giorni dopo il parto naturale anche di notte. Sono comunque calze che vanno prescritte in casi specifici dove le problematiche di circolazione sanguigna sono notevoli.
  3. calzini: devono essere corti sulle caviglie e di color bianco per una questione igienica. Meglio averne circa 3 o 4 paia, per tutti i giorni della degenza.
  4. Reggiseni per allattamento: Comprarne inizialmente 3 è importante soprattutto perché se dovesse arrivare la montata lattea in ospedale e non si hanno le coppette assorbi latte ci si potrebbe sporcare facilmente. Vanno acquistati circa una o due taglie più grandi perché il volume del seno aumenterà appena si inizierà a procedere con le poppate.

Ovviamente non consideriamo fra i capi intimi le camicie da notte, in quanto in ospedale diventano gli unici abiti consentiti assieme a vestaglia e pantofole. È comunque importante ricordarsi di avere con se tutti gli accessori personali come pure i noti assorbenti svizzeri (molto lunghi perché capaci di assorbire il sangue post parto), e ancora, in caso di cesareo, la panciera e, per tutte, le coppette assorbi latte.