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Gravidanza e vene varicose: come prevenire la trombosi venosa profonda

La gravidanza rappresenta un momento delicato per l’organismo, che è costretto a riadattarsi a tutte le modifiche che il corpo mette in atto per soddisfare le esigenze del nascituro. Una di queste modifiche funzionale riguarda il sistema circolatorio, quindi quello venoso. Il 70% delle gravidanze è complicato da una insufficienza venosa e dalla presenza di vene varicose, che solitamente si risolve dopo il parto, ma in ogni caso necessita di controlli e prevenzione per evitare una trombosi venosa profonda.

Già nelle prime settimane di gravidanza si va incontro ad un aumento del volume ematico per garantire un maggiore afflusso placentare del sangue che già di per sé sovraccarica quindi il lavoro delle vene. Inoltre l’utero che aumenta di volume schiaccia meccanicamente le vene della pelvi, rendendo difficile il ritorno venoso degli arti inferiori, soprattutto quando si sta per parecchie ore in piedi. C’è poi da considerare anche l’effetto del progesterone che agisce rilassando le pareti venose.

Tutti questi fattori associati creano le condizioni favorevoli per l’istaurarsi di una insufficienza venosa che visivamente si traduce con la dilatazione delle vene quindi formazione di vene varicose, gonfiore e senso di pesantezza agli arti inferiori. Ci sono poi fattori predisponenti come la ritenzione idrica, l’obesità, l’immobilizzazione a letto o la vita sedentaria.

La valutazione del problema con ecografia color doppler ed esami del sangue è fondamentale in per stimare il grado l’insufficienza venosa, eventuali alterazioni della coagulazione e quantificare il rischio di una grave complicanza: la trombosi venosa profonda, cioè l’occlusione di una vena da parte di un trombo.

Qualora si presenti questo rischio è necessario adottare delle misure di prevenzione:
Fare ginnastica se non ci sono controindicazioni mediche. Particolarmente effice è l’acquagym in questi casi
-Non restare troppe ore in piedi e riposare di tanto in tanto le gambe ponendole in posizione declive, cioè stendendole più in alto rispetto al cuore per favorire il ritorno venoso
-Indossare calze elasto-compressive a compressione graduata che si vendono solo in farmacia
-Effettuare profilassi farmacologica con aspirina o eparina se ci sono anche valori alterati dei fattori della coagulazione, cosa che stabilirà il vostro ginecologo ai risultati delle analisi dello screening emocoagulativo.

Con le dovute misure preventive i problemi circolatori sono ben controllabili e non sono d’ostacolo al parto naturale.