Fare la mamma è il lavoro più difficile e stancante del mondo. A dirlo non sono solo le donne alle prese con i figli, ma anche degli studi che hanno appunto accertato quanto badare ai più piccoli comporti stress, nervosismo, ed un impegno quotidiano piuttosto stancante. A tal proposito, spesso sentiamo parlare della sindrome da ipervigilanza: ecco cos’è e come si manifesta nelle donne.
Avere dei figli significa spesso limitare il tempo da dedicare a sé stesse, ma soprattutto comporta una mancanza di riposo quasi assoluta.
La sindrome da ipervigilanza consiste proprio in questo: nell’avere le ‘antenne’ sempre dritte, volte a controllare in tutto e per tutto i comportamenti di proprio figlio, finendo così con il dimenticarsi di cosa significa fare una pausa caffè, andare dal parrucchiere, oppure riposare il pomeriggio.
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L’ipervigilanza è dunque uno stato di aumentata attenzione, che porta la persona affetta ad essere turbata da qualsiasi tipo di pericolo, ma anche a sentirsi continuamente perseguitata e dunque a soffrire di attacchi d’ansia.
Come accorgersi se site affette da ipervigilanza? Tra i sintomi fisici vi è l’eccessiva sudorazione, l’aumento del battito cardiaco, una respirazione veloce, ma anche affaticamento e spossatezza. Tra i sintomi comportamentali, invece, ci sono nervosismo, irritabilità, reazioni impulsive ed esagerate.
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Come ‘guarire’ in qualche modo dalla sindrome da ipervigilanza? Ovviamente vi sono dei casi diversi, nei più gravi è consigliato affidarsi ad un terapeuta o ad uno psichiatra che sarà in grado di prescrivere la terapia necessaria. In altri casi, invece, dopo il consulto medico è possibile che vengano prescritti antidepressivi, betabloccanti e ansiolitici.