Coronavirus e allergia: come distinguere i sintomi
Non si placa l’emergenza legata al COVID-19, la pandemia che sta colpendo con particolare aggressività l’Italia. Il nostro Paese, ad oggi, è quello con il più alto numero di deceduti a causa del virus, superando anche il focolaio mondiale dello stesso, la Cina. Sappiamo che i sintomi del coronavirus sono facilmente riconducibili a quelli di una classica febbre o di una semplice allergia, ma come distinguerli? Vediamo di fare un po’ di chiarezza a riguardo.
Distinguere i sintomi è fondamentale: parla l’esperto
A sottolineare l’importanza di distinguere i sintomi è Giuseppe Timoncini, specialista in allergologia e immunologia clinica al San Pier Damiano Hospital di Faenza (RA). L’esperto ha rilasciato una interessante intervista a Vanity Fair, nella quale ha voluto anzitutto ribadire che, specialmente nelle prime settimane, lo stato febbrile, allergico e quello dovuto al virus possono essere confondibili.
Uno dei sintomi sospetti del Coronavirus è la febbre, assente invece nelle manifestazioni allergiche. Se c’è febbre è fondamentale contattare il proprio medico curante e rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali
ha spiegato l’esperto.
Dunque, se avete tosse e raffreddore ma non avete febbre, con tutta probabilità non siete state contagiati dal coronavirus.
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Soprattutto chi sa di soffrire di pollinosi – una persona su 4 circa, per un totale di 20 milioni di persone – deve perciò evitare di andare nel panico, ma curarsi con antistaminici e corticosteroidi inalatori utili per ridurre i sintomi.
Poi, deve rimanere il più possibile in casa per evitare di entrare in contatto con gli allergeni e se costretto a uscire deve indossare la mascherina. Oggi sappiamo che molti soggetti possono essere portatori asintomatici di Coronavirus e sintomi come starnuti e tosse possono favorire il diffondersi dell’infezione
spiega l’allergologo.
E chi non sa di essere allergico?
C’è invece una parte di popolazione che non sa di soffrire di allergia al polline. Ecco perché, se i sintomi si manifestano in questo delicato periodo, è comprensibile spaventarsi e pensare al peggio. Anche in questo caso, bisogna però mantenere lucidità e fermezza, analizzando bene lo stato fisico in cui si versa.
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In presenza di tosse e raffreddore che possano far sospettare un’allergia respiratoria, la prima cosa da fare è contattare il proprio medico curante per avere una corretta diagnosi e impostare un programma terapeutico da mettere in atto. Una terapia di 4-5 giorni a base di antistaminici o corticosteroidi inalatori in assenza di febbre potrebbe essere d’aiuto a distinguere la sintomatologia della classica allergia di stagione da quella del Covid-19
ha raccomandato Timoncini, che poi ha concluso:
I disturbi allergici in pochi giorni regrediscono, mentre le forme infettive restano.