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8 principali cause del pianto del neonato

Tutti i genitori vorrebbero che i loro bambini non piangessero mai, ma il pianto è l’unico segnale evidente che il neonato è in grado di inviare a chi si occupa di lui. È il suo modo di comunicare. I neonati, dunque, non piangono mai senza un motivo. L’affermazione che il pianto serva per rafforzare i polmoni è priva di senso, in quanto i polmoni lavorano bene attraverso la respirazione. Se si scopre la motivazione per la quale il bambino piange e si provvede a rispondere ad essa, il pianto cessa.

In genere il piccolo piange per fame quindi esprime un bisogno semplice, e una volta soddisfatto smetterà. Molte altre volte però, non è facile scoprire di cosa il neonato abbia necessità ed i genitori cercano di confortarlo in vari modi spesso senza alcun risultato.

Quando il neonato piange e non si riesce a calmarlo, è molto difficile reagire con calma. Il pianto mette i genitori in agitazione, possono sentirsi frustrati, inutili incapaci e dunque anche arrabbiati. Il loro nervosismo per una situazione del genere in cui il piccolo continua a piangere sempre di più, diventa tale che si ripercuote sul bambino stesso.

Eccessi di pianto, infatti, possono talvolta essere provocati proprio da uno stato di tensione o di infelicità dei genitori, che il bimbo percepisce dal modo in cui viene trattato, dall’espressione del volto e dalla voce. Spesso allora ci si chiede che cos’ha il bambino e dunque cosa fare per farlo calmare. Di seguito elenchiamo 8 principali cause del pianto del neonato:

  1. La fame rappresenta come detto sopra il principale motivo più comune del pianto di un neonato ed è anche il più facile da risolvere. Il latte sembra essere l’unico alimento in grado di calmarlo. Il succhietto, o l’acqua con lo zucchero possono farlo smettere per un pò ma il latte soltanto è in grado di soddisfarlo.
  2. Il dolore fa piangere il neonato come ad esempio quello provocato dalle colichette: il bambino avverte una sensazione spiacevole di tensione allo stomaco e quindi lo manifesta attraverso il piangere. Ma anche un biberon troppo caldo potrà procurargli un eccesso di pianto.
  3. Stimoli troppo forti oppure uno spavento inducono nel bimbo il pianto come rumori improvvisi l’accendersi improvvisa di una luce abbagliante, delle mani fredde o sballottamenti troppo forti sono tutti elementi in grado di turbarlo. Gli spostamenti che danno al piccolo la sensazione di cadere, provocano in lui una sensazione di spavento, e oltre a piangere potrebbe addirittura tremare per la paura avvertita.
  4. Interventi non tempestivi come per esempio non osservare l’orario dei pasti farà ovviamente piangere per la fame il neonato, ma anche non rispettare il ritmo con il quale prende il latte, gli causerà un disagio. Se gli si da da mangiare troppo lentamente, per esempio se il foro della tettarella è troppo piccolo o se si allontana il bambino dal seno per fargli fare il ruttino, il disagio della fame sarà tale da farlo piangere senza contegno. Oppure fare il bagnetto o cambiare il pannolino al piccolo che ha molta fame provocherà di sicuro il pianto, sia perché il cibo tarda ad arrivare, sia perché si infastidisce ad essere maneggiato quando invece vorrebbe essere nutrito.
  5. Il trovarsi svestito spesso può essere un’altra causa del pianto del neonato. Questa reazione, non ha nulla a che vedere con la possibile sensazione di freddo; il bimbo piange perché avverte la mancanza del contatto con il tessuto degli indumenti e trova sgradevole la sensazione dell’aria sulla pelle nuda; piangerà quindi anche in una stanza ben riscaldata. Per evitare che continui a piangere gli si può poggiare un asciugmano sul pancino.
  6. Il freddo non piace proprio ai neonati. Essi già alla nascita possiedono un sistema di autoregolazione termica funzionante come gli adulti ma a differenza di questi ultimi non sono in grado di mantenere il calore che producono. Spesso infatti piangono quando sono in carrozzina all’aperto perché sentono freddo.
  7. Spasmi e tremori. Molti neonati presentano nella fase prima del sonno dei tremori, dei sussulti che possono spaventarlo e quindi farlo piangere. Alcuni vengono svegliati di soprassalto dai loro propri ed involontari movimenti del corpo.
  8. La mancanza di contatto fisico può scatenare il pianto del neonato. Quando si mette il bimbo nella culla egli inizia a piangere non perché come spesso si dice “è stato abituato troppo a stare in braccio” , ma perchè è una sua reale necessità quella di sentire il contatto, di essere coccolato e sentirsi protetto.