Vaccinazioni: sì o no?
Vaccinare i propri figli potrebbe essere un atto d’amore e di protezione nei confronti delle malattie, eppure le informazioni di cui si dispongono oggi, nuovi studi scientifici ed esperienze dirette creano paura e dubbi nei confronti dei genitori.
Qual è la cosa giusta da fare? Affidarsi alle disposizioni sanitarie nazionali oppure seguire il proprio istinto?
Non c’è una risposta vera a questa domanda poiché ogni genitore, sulla base di informazioni corrette, sa cosa sia giusto o no per il proprio bambino.
Vediamo insieme una guida completa sulle vaccinazioni, quali sono quelle obbligatorie, quali accorgimenti seguire prima di vaccinare i propri figli, le testimonianze di chi è pro e di chi è contro.
Cosa sono le vaccinazioni?
Le vaccinazioni sono delle preparazioni artificiali di virus e batteri, studiati e modificati in laboratorio che, iniettati nell’essere umano, provocano una risposta immunitaria in grado di proteggere l’uomo dall’attacco del virus stesso. Rappresentano uno strumento utile a debellare e prevenire le malattie, al fine di convivere in comunità senza il rischio di decimare la popolazione.
I vaccini sono composti da:
- Microrganismi vivi e innocui.
- Microrganismi non vivi che creano una risposta nell’organismo.
- Adiuvanti, conservanti e stabilizzanti, che preservano l’efficacia nonostante sbalzi di temperatura.
Ecco un video che spiega chiaramente come funzionano i vaccini.
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Quali sono le vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate?
Il Decreto vaccini del governo Gentiloni del 2017 ha reso obbligatorie 10 vaccinazioni da 0 a 16 anni, per proteggere la popolazione dalle malattie, assicurare l’immunità di gregge e la copertura per gli individui, che, per diverse ragioni cliniche e sanitarie, non possono essere vaccinati.
L’ammissione agli asili nido e alle scuole dell’infanzia è subordinata agli obblighi vaccinali, secondo un calendario suddiviso per età e categoria.
Vaccinazioni del 1° anno di vita
Nel 1 anno di vita si eseguono i cicli base che avranno un richiamo nel secondo anno di età.
Le vaccinazioni obbligatorie da 0 a 12 mesi sono:
- Esavalente (difterite, tetano, poliomielite, pertosse, Haemophilus influenzae di tipo b, epatite B): 3 dosi da effettuare il 3°, 5° e 11° mese di vita.
Le vaccinazioni raccomandate da 0 a 12 mesi sono:
- Anti-pneumococco (3°, 5°, 11° mese di vita).
- Anti-meningococco B (4 dosi, 3°, 5°,6°, 13° mese di vita).
- Anti-rotavirus (3 dosi a 6 settimane di vita, 24 e 32).
Vaccinazioni del 2° anno di vita
È obbligatoria la vaccinazione:
- Quadrivalente: anti-morbillo, rosolia, parotite e varicella; la prima dose il 13° mese e la seconda il 15° mese di vita.
È raccomandato:
- il richiamo dell’anti-meningococco B e l’anti-meningococco C, da effettuare in 2 dosi il 13° e 15° mese di vita.
Dopo il 2° anno, bisogna aspettare fino a 5-6 anni per effettuare i richiami dell’esavalente e della quadrivalente.
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Le campagne NO-VAX
Posizioni discordanti riguardo le vaccinazioni ci sono sempre state in Europa, fin dal 1800. La scelta di non vaccinare i propri figli nasceva da una motivazione ideologica e religiosa: obbligare un essere umano rappresentava una violazione dei diritti umani.
In Italia, dopo l’approvazione del Decreto vaccini nel 2017, nasce un movimento dal nome Free Vax o Anti Vax o No Vax per contrastare l’obbligatorietà dei vaccini.
Nello stesso anno, 3 medici, tra cui Roberto Gava, Dario Miedico e Gabriella Lesmo sono stati radiati dall’ordine per aver espresso libertà di pensiero riguardo i vaccini.
Tra le accuse dei No-Vax vi sono:
- Reazioni collaterali post-vaccini.
- Violazione della libertà di scelta.
- Aumento dei profitti del settore sanitario e delle lobby farmaceutiche.
- Poca informazione corretta e poca sicurezza prima di procedere alle vaccinazioni.
- Inutilità di somministrare tanti vaccini in un’unica volta.
- Inesistenza dell’immunità di gregge, che si ottiene soltanto con più igiene.
Ecco un video che spiega le ragioni di chi è contrario ai vaccini.
Tra i NO-VAX, c’è Maria Cristina Reciputi, 48 anni, una psicologa di Forlì, comune dell’Emilia Romagna. La donna è madre di tre bambini di 13, 10, e 8 anni, tutti regolarmente iscritti a scuola. Maria Cristina ha deciso di farsi sentire dal Governo, attuando lo sciopero della fame contro l’obbligatorietà dei vaccini. Nonostante un mese di digiuno e una lettera indirizzata al Presidente Mattarella, la legge dei vaccini non è mai stata abrogata.
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Cosa fare per vaccinare i propri figli?
L’ASL invia al proprio domicilio una convocazione scritta. Al giorno e all’ora prestabilita, è necessario recarsi presso l’ufficio vaccinale di competenza territoriale. Dopo l’accettazione, il personale sanitario si occuperà dei dati personali del bambino, spiegherà ai genitori quali vaccini somministreranno e quali controindicazioni potrebbero esserci.
Il genitore firma un documento, nel quale si assume le responsabilità di monitoraggio delle reazioni del bambino nelle ore successive e si impegna a contattare il pediatra, in caso di anomalie. Prima dell’iniezione, il pediatra presente in sala controlla i bronchi e lo stato generale di salute del bambino. L’iniezione viene effettuata sulla gamba o su entrambe, in caso di più vaccinazioni. Dopo l’iniezione, il bambino potrebbe avere una reazione cutanea allergica, è consigliabile aspettare 20 minuti in sala d’attesa. Il giorno della vaccinazione è considerato un momento di esenzione da tutte le attività del bambino, sarebbe meglio riguardarlo e tenerlo a riposo.
Se il bambino piange ininterrottamente nelle ore successive alla vaccinazione oppure ha febbre superiore a 38,5°, la profilassi prevede l’assunzione di un antipiretico. Il consiglio è sempre quello di chiamare il pediatra di riferimento, prima di agire.
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Vaccinazioni e malattie: il caso di Biella
Una delle paure dei genitori nella scelta delle vaccinazioni è la comparsa di malattie autoimmuni, in seguito alla somministrazione dei vaccini. È il caso della bambina di Biella, colpita da piastrinopenia autoimmune. La patologia fa crollare il livello di piastrine presenti nel sangue, esponendo al rischio di emorragie. Questo è un effetto collaterale dei vaccini, a dire la verità molto raro: infatti solamente un bambino su 30mila ne viene colpito.
La piccola nel 2009 aveva solo 9 mesi e i genitori l’hanno vaccinata. Da lì, secondo quanto racconta la mamma, la sua vita sarebbe cambiata. La bambina infatti si è ammalata e nel 2014 il tribunale di Biella ha certificato la correlazione tra la patologia e la somministrazione del vaccino. La donna sta portando avanti la sua battaglia con il supporto del Codacons di Biella. La famiglia ha ottenuto il giudizio di ottemperanza al Tar, che a fine 2018 ha intimato al Ministero di pagare, ma ancora non è stato ottenuto nulla.
Se anche volessimo provare altre terapie, non potremmo. Per qualsiasi cosa c’è sempre bisogno di una disponibilità economica che noi non abbiamo. Viviamo nell’incertezza. L’unico stipendio certo è quello di mio marito, io ho un contratto fino a giugno, poi chissà: dovendo seguire mia figlia, non ho mai la sicurezza di poter lavorare. Questa volta mi è andata bene che ho trovato un impiego vicino a casa, altrimenti magari avrei dovuto rinunciare.
ha spiegato la donna in preda alla disperazione.
Lo Stato ci ha chiuso la porta in faccia.
L’unica cosa che mi fa rabbia è che come lo Stato mi obbliga a fare il vaccino, non sia poi altrettanto efficiente quando qualcosa purtroppo va storto. E non lo dico per me, ma per qualsiasi famiglia che può trovarsi nella stessa situazione. Lo Stato non può abbandonarci, non può rispondere che sono cavoli nostri e chiuderci la porta in faccia.
Uno dei tanti casi simili non ancora giuridicamente conclusi. Resta la disperazione delle famiglie che si sentono sole e abbandonate, con un figlio malato da accudire e un torto subito.
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Vaccinazioni e malati autoimmuni: la storia di Charlie
Charlie è un bambino australiano di 18 mesi pieno di vita che ama giocare con suo fratello e sua sorella, con gli animaletti, con gli altri bambini e con i giocattoli. Charlie è nato con un difetto cardiaco dovuto ad una condizione genetica. Ha subito 6 operazioni, delle quali 3 a cuore aperto. Tante volte ha rischiato di morire e altrettante volte medici e infermieri in gamba lo hanno salvato. Charlie non può essere portato a casa perché per lui ci sono tantissimi rischi. Controllare il by-pass o le sue crisi epilettiche non sono l’unico ostacolo che la famiglia deve superare. Ce n’è un altro, più nascosto ma altrettanto pericoloso, ed è rappresentato dai bambini non vaccinati.
Il cuore di Charlie è così fragile e il suo corpo così debilitato che anche venire a contatto con qualcuno che ha un raffreddore rappresenta un pericolo per lui. Charlie spesso anche solo per un mal di gola finisce per settimane in ospedale e deve essere attaccato alla bombola d’ossigeno.
Il corpo di Charlie non potrebbe sopravvivere a malattie come morbillo o rosolia. Ma Charlie non può essere vaccinato, per questo ha bisogno che gli altri bambini lo siano.
La mamma di Charlie ha lanciato un appello, dicendo agli altri genitori che hanno bisogno del loro aiuto. Se gli altri bambini fossero vaccinati, per Charlie non ci sarebbe alcun pericolo di contrarre malattie che possono essere fatali per lui. Vaccinare i propri figli vuol dire salvarli, ma salvare anche Charlie e tutti i bambini che come lui ogni giorno combattono contro una malattia troppo grande che non permette le vaccinazioni.
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