bambino 2 anni

I terribili due anni: come affrontare le crisi isteriche dei bambini

I terribili due anni

Quando il bambino acquista un po’ più di autonomia, inizia a camminare, a farsi capire con un linguaggio più chiaro e di notte dorme di più, per i genitori la fatica e la strada percorsa fino a quel momento sembrano in discesa. Purtroppo in un attimo tutto può cambiare. Si può notare il piccolo buttarsi a terra e strepitare, possono partire improvvise crisi di pianto, capricci senza soluzioni. Non c’è da preoccuparsi, anche in presenza di pianto senza motivo, si tratta solo dei terribili due anni (terrible two).

Il bambino di 2 anni: lo sviluppo psicomotorio

Un bambino a 2 anni è un piccolo ometto che ogni giorno cresce non solo fisicamente, ma anche emotivamente. I suoi movimenti sono molto più fluidi di 12 mesi prima, le sue abilità manuali gli consentono di fare giochi creativi e fantasiosi. Conosce un vocabolario di almeno 50 parole, è curioso, esplora con tranquillità il mondo che lo circonda e sempre di più riesce a giocare da solo e a svolgere delle attività autonomamente.

Fisicamente pesa tra i 9,2 e i 14,9 Kg e ha un’altezza che varia da 78 a 92 cm, ma è bene ricordare che ogni bambino cresce e si sviluppa con i suoi tempi, ai suoi ritmi. In questo periodo il piccolo non controlla ancora le emozioni, non sa decifrarle e non sa come esprimerle al meglio, soprattutto quelle che gli provocano un disagio. Per questo è normale osservare un comportamento oppositivo, che fa parte della sua crescita.

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terribili 2 anni

Terrible two: cosa sono?

C’è un modo di dire, che si tramanda da generazioni, che afferma che a figli piccoli corrispondono problemi piccoli e a figli grandi problemi grandi. Probabilmente è vero, anche perché la fase della pubertà è quella più temuta dai genitori: si tratta di un grande cambiamento fisico e caratteriale. Eppure mamma e papà possono avere in anticipo un assaggio del periodo di contestazione, infatti tra i 18 mesi e i tre anni si verifica una mini crisi adolescenziale, definita i terribile two.

È una fase in cui il piccolo inizia a costruire la sua identità, a capire la sua esistenza nel mondo, prende coscienza di sé e per affermarsi si oppone alla volontà dei genitori per far valere la propria. Ha voglia di autonomia, di fare da solo e il suo desiderio di indipendenza crea tensioni che non sa spiegare e affrontare e che esprime con crisi di pianto senza apparente motivo. Così diventa tutto difficile: mettere il pigiama, mangiare seduto, interrompere un gioco, uscire o rientrare in casa, lavarsi, è una guerra continua, necessaria per la crescita e perché il bimbo impari i suoi limiti.

terrible two

Le crisi isteriche bambini: cosa c’è dietro?

Uno dei modi in cui si manifestano questi terribili due anni sono le crisi isteriche nei bambini. Si tratta di momenti che si presentano improvvisamente durante la giornata in cui basta una parola, un gioco finito male, ma anche la scena di un cartone animato o uno spuntino che non piace a scatenare l’inferno. Le urla e il pianto senza motivo non mancano mai in questi casi così come la rabbia, una sensazione di nervosismo che sembra non calmarsi in alcun modo e che può durare oltre i 20 minuti.

Tutti gli interventi di mamma e papà falliscono miseramente davanti a un simile malessere che può emergere in casa, in un negozio, al supermercato o al parco. Se qualche volta si riesce a evitare le grandi sceneggiate subentra un altro atteggiamento, che la crisi isterica può farla venire ai genitori, ovvero la continua ripetizione della parola “No” ad ogni evento, domanda o situazione. È l’unico termine che il bimbo usa per affermarsi, con cui reagisce per la prima volta come individuo.

crisi isteriche bambini

Un pianto senza motivo

Un altro sintomo, di questa sfida nei confronti degli adulti, di questa ricerca di indipendenza, quando i piccoli non riescono a esprimere i loro bisogni e le loro emozioni è il pianto senza motivo. Improvvisamente le lacrime scorrono a fiumi, spesso uniti a spasmi e singhiozzi. In alcuni casi sembra che il loro respiro si blocchi per poi riprendersi, accompagnato dagli occhi gonfi.

L’immaturità emotiva del bimbo gli fa perdere il controllo, ma l’unico mezzo che ha a disposizione per sfogarsi, per reagire a quello che prova, è piangere. È il suo modo di comunicare in quel determinato momento, anche senza alcuna causa apparente. Spesso è inconsolabile e bisogna soltanto lasciare il tempo che si sfoghi senza sottovalutare le sue sensazioni. Accogliere la sua tristezza, fargli sentire di essere partecipi di quel dolore può confortarlo.

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pianto senza motivo

Come gestire i capricci dei bambini di 2 anni

Non è semplice imparare a capire come gestire i capricci dei bambini di 2 anni, ma la parola d’ordine, come sempre, è soltanto una: pazienza. Quando iniziano le crisi spesso è bene rassicurare il bambino con tono calmo e pacato, abbracciarlo, fargli sentire la presenza del genitore, pronto a comprendere il suo disagio. Lasciarlo sfogare senza accusarlo di nulla, dimostrandogli affetto subito dopo ogni eccesso.

L’importante è essere consapevoli che i capricci sono una richiesta di aiuto, una difficoltà che il bambino non sa comunicare. A volte si tratta di un momento di stanchezza o di qualche situazione in famiglia o con i loro amici che non riescono a capire o che li fa soffrire. In questi casi è molto utile parlare con loro di emozioni, dare un nome alla rabbia, alla tristezza, alla fatica, a un malessere. Ciò che bisogna evitare assolutamente è strattonare un bimbo o utilizzare le sculacciate o altri metodi aggressivi per frenare la sua ira, sono atteggiamenti che non portano a nulla.

come gestire i capricci

Terrible two: i rimedi

Questa fase, che può durare qualche mese o poche settimane, è uno dei tanti periodi di passaggio necessari per la crescita del bambino. Per superare i terrible two i rimedi sono pochi. I genitori possono solo cercare di prevedere qualche situazione che può innervosire il bambino e offrirgli due alternative così da evitare come risposta un secco No.

Inoltre, è utile incoraggiare i piccoli quando fanno qualcosa di positivo, dare loro poche e chiare regole ed essere coerenti quando si prendono delle decisioni educative. In questo modo si danno al bambino delle certezze su cui far affidamento. Ci sono, poi, situazioni di calma di cui approfittare per dedicare del tempo al piccolo, per aiutarlo a fare da solo, per renderlo più indipendente. Funziona anche la lettura delle favole o la costruzione di un barattolo della calma, da tenere vicino nei momenti difficili, per spostare la sua attenzione dalla sua rabbia momentanea.