Lo svezzamento può essere un momento molto difficile per il bambino che deve abituarsi a nuovi sapori, nuove consistenze e all’utilizzo del cucchiaino. E così anche per la madre che deve affrontare l’ansia di non riuscire a nutrire bene il suo bambino e talvolta la frustrazione nel dover pulire di continuo schizzi di pappine qua e là. Però, secondo alcuni studi, lo svezzamento è il momento che determina l’acquisizione di abitudini alimentari sane, quindi vediamo come affrontarlo al meglio.
Per la buona riuscita esiste innanzitutto una tempistica ottimale per cominciare lo svezzamento. In caso di bambini allattati naturalmente l’OMS consiglia l’allattamento esclusivo al seno fino a 6 mesi. Il latte materno, come sappiamo, è molto nutriente e se il bambino cresce in modo regolare per i primi sei mesi non c’è alcuna indicazione allo svezzamento.
Andrebbe sempre evitato uno svezzamento precoce. Prima dei 5 mesi può risultare molto difficoltoso perché il bambino ha ancora il riflesso della suzione e della estrusione della lingua, il suo organismo non produce ancora l’amilasi un enzima che digerisce l’amido dei cibi e la sua mucosa intestinale non è ancora del tutto sviluppata per proteggerlo dalle allergie alimentari.
Allo stesso modo va evitato uno svezzamento troppo tardivo. A 7 mesi infatti una dieta esclusivamente lattea non è più sufficiente e potrebbe causare deficit immunitari o ritardi di accrescimento. Il momento secondo l’OMS è quindi 6 mesi, quando l’organismo del bambino è nella cosiddetta “fase di tolleranza” ossia è in grado di riconoscere e assimilare diversi alimenti.
Un’altra raccomandazione è non interrompere del tutto l’allattamento, ma integrarlo alle pappe. La gradualità rasserenerà il piccolo e faciliterà il distacco, perché non assocerà la pappa a qualcosa di spiacevole che gli ha tolto il latte o peggio il seno della mamma; in più con il latte materno continuerà a maturare il suo sistema digerente proteggendolo da allergie e intolleranze.
Se nonostante questo continua a rifiutare il cibo è necessario armarsi di tanta pazienza:
–Cercate di rendere il momento della pappa sereno e divertente, magari cantategli una filastrocca nel frattempo o dategli un giochino nuovo da scoprire. Va bene anche un cucchiaio di legno.
–Provate a utilizzare un cucchiaino in silicone piuttosto che in plastica, per simulare una tettarella.
–Cercate di capire e rispettare i suoi gusti: testate di volta in volta quale consistenza di alimenti preferisce e quali sapori (sempre tra quelli consigliati dal calendario dello svezzamento) e magari mettelo a tavola con voi e lasciate che scelga lui, come fanno i sostenitori dell’auto-svezzamento.
-Preparate gli omogeneizzati in casa: a volte quelli industriali hanno veramente un pessimo sapore. Ecco i vantaggi e le ricette per prepararli in casa.
–Mantenete la calma. Se sarete esauste o nervose il bambino se ne accorgerà e reagirà di conseguenza innervosendosi e disperandosi. In questi casi chiedete il supporto di un parente o di una amica che vi aiuti per lo svezzamento, o se siete sole interrompete la pappa, rasserenatelo e riprovate in un momento di tranquillità per entrambi.