Se il bambino è in posizione trasversale è necessario il cesareo?

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Fino al secondo trimestre il feto ha ancora sufficiente spazio per muoversi all’interno dell’utero e spesso si diverte a volteggiare sospeso nel liquido amniotico. Queste capriole a volte creano dei giri di cordone, che in ogni caso non creano problemi al momento del parto se il cordone è della normale lunghezza. Al terzo trimestre però, quando il corpicino crescendo comincia ad occupare tutto lo spazio disponibile, i movimenti risultano limitati, cosicché il bambino si stabilizza in una posizione fissa.

Nella maggior parte dei casi tende ad occupare con il suo asse longitudinale con il diametro maggiore dell’utero, ponendosi così in verticale, in termini medici in situazione longitudinale. Nella situazione longitudinale distinguiamo a sua volta diverse posizioni: se la testina è in basso si parlerà di posizione cefalica, viceversa se in basso c’è il sederino si parlerà di posizione podalica.

In alcuni casi però per motivi sconosciuti nelle ultime settimane di gestazione il bambino può sceglie di mettersi in situazione obliqua o in situazione traversa, rapportando cioè il suo asse longitudinale con il diametro obliquo e trasverso dell’utero.

In antichità quando non esisteva la possibilità di praticare il taglio cesareo veniva praticati i riti più stravaganti affinché il feto cambiasse posizione, fin anche a tenere la madre a testa in giù. Negli anni a seguire si pensò di operare manualmente con una manovra detta di rivolgimento.

La manovra di rivolgimento si pratica somministrando farmaci miorilassanti, quindi quando ancora non è presente una attività contrattile uterina. Questo è possibile dato che la situazione traversa viene diagnosticata non al momento del parto ma già ai controlli precedenti.

Sarebbe diritto di ogni donna chiedere la pratica di questa manovra, che purtroppo però oggi non tutti gli operatori conoscono, perché è caduta in disuso con l’ampia diffusione del taglio cesareo. L’agopuntura in questo campo ha dato buoni risultati: in circa 8 donne su 10 il feto cambia posizione a seguito del trattamento specifico.

Quindi anche questa volta il cesareo non è l’unica soluzione, ma purtroppo è comunque la prima scelta che ci viene offerta, talvolta per mancanza di informazione e preparazione degli operatori stessi, altre volte per mancanza di etica.