foto_bimbo_piange

Rigurgito del neonato o reflusso gastro esofageo? Quando allarmarsi

Il rigurgito nel neonato è la risalita del latte ingerito, dallo stomaco lungo l’esofago, fino a fuoriuscire dalla bocca. Questa evenienza è del tutto normale se si tiene conto del fatto che nel neonato non vi è ancora una perfetta regolazione della valvola che separa l’esofago dallo stomaco, che maturerà completamente solo ad un anno di età.

Il rigurgito quindi di per sé non è una cosa allarmante né pericolosa. Quando è fisiologico avviene solitamente dopo i pasti e sopratutto non altera il benessere del neonato, il suo ritmo sonno-veglia e il suo appetito. Quando accade questo invece si configura il quadro clinico del Reflusso gastro-esofageo e le sue eventuali complicanze.

Il reflusso gastro esofageo è un vomito frequente, talvolta accompagnato da difficoltà respiratorie ed esofagite. Il neonato manifesta irrequietezza anche durante le poppate perché spesso l’infiammazione da esofagite gli da dolore alla deglutizione e non gli consente di alimentarsi a sufficienza. Si verifica quindi anche una perdita di peso, inappetenza e disidratazione e il reflusso può essere accompagnato da strie di sangue come conseguenza di un ulcera.

Questo tipo di patologia, una volta escluse gravi malformazioni, nella maggior parte dei casi è di origine psicosomatica. I succhi acidi dello stomaco infatti aumento in risposta allo stress del neonato, e il corpo cerca di espellerli con spasmi nervosi. Lo stress del neonato è dovuto principalmente a traumi legati ad una nascita difficoltosa, a tempi di attesa troppo lunghi tra una poppata e l’altra, ad allontanamenti dalla madre, alla mancanza di contatto fisico con lei.

Non è un caso infatti che nelle popolazioni dell’Africa, dove le mamme tengono i bambini nei marsupi costantemente a contatto con loro, i neonati non soffrano mai di reflusso. Purtoppo nella società occidentale dove i ritmi sono frenetici le donne spesso devono riprendere velocemente le loro attività lavorativa e occuparsi di mille faccende in casa. Questo, se si deve allevare un neonato non è umanamente possibile, ed è comprensibile che se si arriva stremate a fine giornata il bambino ne risenta.

Ed è bizzarro come nonostante tutte le visite di parenti e amici, nelle difficoltà reali poi una mamma si ritrovi sempre sola e mal sostenuta. Anzi sovente queste visite non fanno altro che aumentare lo stress, catapultandoci nella necessità di rendersi presentabili, di pulire la casa e mostrarsi all’altezza della situazione. L’unica cosa che una mamma dovrebbe fare nei primi 6 mesi almeno è stare costantemente con il suo bambino, in un mondo ideale dove altri penserebbero alle faccende di casa e la legge sul lavoro femminile tutelerebbe la maternità.

Esiste poi un terzo caso in cui il reflusso potrebbe essere dovuto ad un intolleranza al latte vaccino. In questa situazione però oltre al vomito sono frequenti gli episodi di diarrea, e si risolve cambiando formulazione e e scegliendone una a basso contenuto di proteine del latte.

In ogni caso se il neonato manifesta reflusso, pianto inconsolabile, inappetenza, perdita di peso, è bene allertare il pediatra che potrà prescrivere ulteriori indagini. Laddove non si riscontrino gravi patologie però le linee guida della North American Society for Pediatric Gastroenterology raccomandano:

1 Non ricorrere subito ai farmaci ma provare ad aumentare il contatto fisico con il piccolo, in modo dolce e rassicurante

2 Allattarlo diminuendo le dosi e aumentando la frequenza dei pasti per facilitare la digestione. Se si allatta ancora al seno l’allattamento deve essere a richiesta.

3 Non sospendere l’allattamento materno, perché il latte materno è quello a più alta digeribilità e dalla proprietà insostituibili.

4 Aspettare che digerisca prima di metterlo a dormire, tenendolo in posizione verticale.

5 Distenderlo nella cullina rialzando la testina di 30 gradi con un cuscino. Non distenderlo a pancia in giù, posizione sconsigliata per la temutissima sindrome della morte in culla.