A mio padre: poesia
Il papà, il primo e più importante uomo della nostra vita, merita di essere omaggiato, oltre che con frasi sui papà, anche con altri tipi di dedica. Si possono scegliere lettere, immagini, video, e perché no, anche delle poesie per il papà.
Che non sia soltanto per il compleanno o per la festa del papà, si può pensare a una bella poesia dedicata al papà anche in un giorno qualsiasi, senza una particolare ricorrenza.
Vi proponiamo, qui di seguito, una selezione di tante belle poesie da dedicare al papà.
Al mio papà: poesie d’autore
In questa prima sezione, ci dedichiamo alla scelta di poesie per il papà d’autore, scritte da poeti, scrittori, cantanti e personaggi celebri.
Ecco le migliori!
Che chiedeva alla sua fata, mastro Geppetto?
Di avere un bimbo vero da stringere sul petto.
Ma prima volle vedere se era un papà paziente,
così gli diede un bimbo di legno impertinente.
Si vide subito che era un papà speciale
sopportava con un sorriso le sue birichinate.
Amò Pinocchio senza pensarci sù,
come da sempre, con me, papà fai tu.
Qualche volta anch’io divento un Pinocchio Birichino,
niente paura, papà,
il tuo amore mi fa tornare subito bambino.
(V. Riccio)
Dove sull’acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.
La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.
Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo – difficile affinità
di pensieri – per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
“Baciamu li mani”. Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.
(Salvatore Quasimodo)
Il tuo abbraccio, papà è grande più del mare:
mi stringi forte al cuore e mi sai consolare.
Il tuo abbraccio, papà, è caldo più del sole:
mi guida e mi incoraggia più di mille parole.
Il tuo abbraccio, papà, è come il cielo blu:
brilla di mille stelle… la più bella sei tu!
(Patrizia Mauro)
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
– Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno – Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
(A. Gatto)
Il mio papà è il più forte che c’è
è sempre pronto a giocare con me
a pettinare le Barbie è un portento
e Biancaneve la guarda contento.
Mangia sempre le torte che io gli porgo
anche se… sono fatte di pongo!
Insieme coi Lego facciamo palazzi
e dopo prendiamo un bel tè coi pupazzi
oppure rimane soltanto qui accanto
ad ascoltarmi mentre io canto.
Mi protegge e mi tratta da principessa
ma mi insegna a combattere come una leonessa.
Sa sempre rispondere alle mie domande
ed è grazie a lui, che diventerò grande!
(Silvia Lonardo)
Tutti i papà hanno il loro fischio speciale,
il loro richiamo speciale.
Il loro modo di bussare.
Il loro modo di camminare.
Il loro marchio sulla nostra vita.
Crediamo di dimenticarcene, ma poi, nel
buio, sentiamo un trillare di note
e il nostro cuore si sente sollevato.
E abbiamo di nuovo cinque anni:
stiamo aspettando di udire
i passi di papà sulla ghiaia del vialetto.
(P. Brown)
Caro papà, se sapevo che ero così importante,
sarei nato prima:
anche cento anni fa.
Quel bacio silenzioso
che mi dai la sera,
mi ha fatto sospettare
che mi ami sopra ogni cosa.
Forse, tu non lo sai,
ma anch’io,
come dite voi grandi:
“contraccambio il tuo amore”.
E la sera,
nascosto sotto le lenzuola,
aspetto il tuo bacio;
quel bacio che mi dà:
sicurezza,
felicità.
E solo allora posso cominciare a sognare:
cose brutte, terribili;
tanto so che riaprendo gli occhi al mattino
ritroverò sempre te:
papà
(V. Riccio)
Poi le cose si confondono
E non vedi dentro te
Le illusioni non si avverano
E non ti chiedi più perché
Mentre i giorni tuoi che passano
Non li conti quasi più
Mentre i giorni che ti aspettano
Non sai cosa farne più
E i capelli poi s’imbiancano
E non sembri neanche tu
E le forze ti abbandonano
Non combatti neanche più
E i tuoi figli che ti accusano
Senza chiedersi perché
Mentre i loro sogni volano
Vanno in alto ma senza di te
E li vedi mentre scappano
E raggiungerli non puoi
E li senti che combattono
E lo fanno anche per te
Loro adesso non capiscono
Ch’eri giovane anche tu
Che le cose che ora chiedono
Gliele hai preparate tu
Non ti devi ancora arrendere
C’è bisogno anche di tè
Perché gli anni tuoi che passano
Non ritorneranno più
Perché gli anni che ti restano
Non ti basteranno più
Non ti basteranno più
(R.Cocciante)
Povero babbo! Stanco, scalmanato,
tutte le sere torna dal lavoro;
ma per cantar la nanna al suo tesoro
ha sempre un po’ di forza e un po’ di fiato.
Casca dal sonno; eppure fa un balletto
col bimbo che gli siede in braccio stretto.
Non ne può più, ma canta a faccia a faccia
col bimbo addormentato tra le braccia.
(D. Dini)
Ecco il giorno e la notte
Ecco le albe e i tramonti
Ecco le stelle a frotte
Ecco i mari, ecco i monti
Ecco il babbo vicino
Ecco il cielo profondo
Ecco il mondo, bambino
Ecco il bambino, mondo.
(B. Tognolini)
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi un uomo estraneo
per te stesso egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia avea fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio.
(Camillo Sbarbaro)
Il papà non è solo
l’amico delle capriole sul letto grande
Non è solamente l’albero al quale mi arrampico
come un piccolo orso
non è soltanto chi tende con me l’aquilone nel cielo.
Il papà è il sorriso discreto che fa finta di niente
è l’ombra buona della grande quercia
è la mano sicura che mi conduce nel prato
e oltre la siepe.
(L. Musacchio)
Aiutami
A non piangere
Adesso siamo soli
La rabbia ormai
È cenere
Mio eterno dittatore
Stai qui
Stai qui
E dammi il buon esempio
Non devi far vedere al cielo
Che hai paura oh oh
Babbo non l’avevi detto
Che finiva tutto
E mi lasciavi qui
Babbo dammi ancora addosso
La vita è un gioco rotto
Se non ci sei più
Stai giù
Stai giù
Fermiamo questo tempo
Ed io con la forza che ho di te
Non ti abbandono oh oh
Babbo non l’avevi detto
Che finiva tutto
E mi lasciavi qui
Babbo stammi ancora addosso
La vita mi fa freddo
Se non mi copri più
E vai via dalle mani
Babbino caro
Accendo il sole per te
E non ti perderò
E la vita non è
Come un angelo che
Si alza e danza sulla punta dei piedi
E la vita che hai
E che vedi andar via
Io vorrei ridartela come se fosse mia.
Babbo non l’avevi detto
Che finiva tutto
E mi lasciavi qui
Babbo stammi ancora addosso
La vita mi fa freddo
Se non mi copri più
E vai via dalle mani
Babbino caro
Accendo il sole per te
E non ti perderò E non ti perderò e non ti perderò.
(G.Nannini)
Arriva un Principe
con un cavallo bianco:
viene da lontano
e sembra molto stanco.
Al posto della spada
c’è l’ombrello
e c’è il cappotto
al posto del mantello;
però a guardarci bene
il cavallo non ce l’ha,
io gli corro incontro
e gli dico: “Ciao papà!”
(M. Moschini)
E si parlava, un tempo,
con tutti delle stesse cose,
l’annata, il vino,
la gelata,
mio padre
ai buoi
pure lui parlava
di quel rovo
cresciuto attorno al melo
e che tagliava
perché non danneggiasse
il seminato.
Nella nebbia spessa di novembre
parlava mio padre,
solo:
piantava nella terra
anche i pensieri
e la semente
che non germogliava…
Colpa del rovo,
lui diceva.
Alcuni anni
e tutto ciò che resta
non è più il melo
e niente seminato
solo quel rovo,
ormai ha invaso il campo,
scioglie piccoli cristalli
dentro il cuore.
(A.Tursi)
Papà dammi la mano,
grande e forte mi sento con te,
tu mi guardi e mi dici piano:
«Sono felice se tu sei con me».
Se mi prendi sulle tue spalle
io mi sento un capo tribù.
Se mi tieni stretto al cuore
il mio amico più caro sei tu.
Per la strada la gente ci sorride
e ci guarda perché
pensa che tu sei il mio gigante
ma io sono il tuo re.
C’è un uomo grande:
gli faccio domande.
C’è un uomo grosso:
gli salto addosso.
C’è un uomo attento:
gli soffio il vento.
C’è un uomo quieto:
gli dico il mio segreto.
C’è un uomo in casa mia
che mi fa compagnia.
Chi è? Chissà?
È il mio papà!
(R. Piumini)
Mio padre è stato per me “l’assassino”,
fino ai vent’anni che l’ho conosciuto.
Allora ho visto ch’egli era un bambino,
e che il dono ch’io ho da lui l’ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
un sorriso, in miseria, dolce e astuto.
Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d’una donna l’ha amato e pasciuto.
Egli era gaio e leggero; mia madre
tutti sentiva della vita i pesi.
Di mano ei gli sfuggì come un pallone.
“Non somigliare – ammoniva – a tuo padre”.
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
Eran due razze in antica tenzone.
(Umberto Saba)
Prima che nascessero i papà
il mondo era quadrato:
non c’erano le piante,
neppure un albero di cioccolato.
Il sole non riusciva neppure a tramontare
visto che ancora non sapeva rotolare.
I prati non avevano l’erba dipinta,
e i petali dei fiori avevano una faccia stinta.
Se guardavi il cielo vedevi solo nero,
tutto il mondo era scuro e serio serio.
Ma poi è arrivato il mio papà.
Ha arrotolato il cielo intorno al mondo,
ha insegnato al sole a rincorrere le stelle,
e perché la notte non facesse poi paura al suo bambino
ha acceso in cielo un faro e qua e là qualche lumino.
Ha regalato note anche agli uccelli,
e tra i rami degli alberi ha legato solo sogni belli.
Tutto questo ha fatto per me il mio papà.
Ma so, che per il mio amore,
sta costruendo un mondo ancora migliore.
(V. Riccio)
Io vado a spasso per la città,
senza una mèta vago qua e là.
In piazza Navona mi fermo a guardare
quelli che stanno il gelato a leccare.
In piazza Esedra reato incerto:
sentire gratis il concerto,
o sedermi, alla romana,
sull’orlo fresco della fontana?
Ma è zeppo, l’orlo di cemento:
ci siedono già persone duecento.
Si godono il fresco le famiglie,
la mamma, la suocere con le figlie.
E il babbo dov’è, per far pari?
È a casa a fare gli straordinari.
Ogni domenica per la via,
si fa il passeggio dell’economia.
(Gianni Rodari)
Leggi anche: Lettera a mio padre: 57 dediche speciali per il papà
Poesie per il papà morto
Le frasi d’amore per un padre morto sanno essere molto toccanti, ma non sono gli unici esempi possibili di dediche al papà morto.
Tanti sono i componimenti poetici scritti per i papà defunti.
Vediamo allora, in questa sezione, in quanti modi si può scrivere una dolce poesia per il papà morto!
Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.
(S. Aleramo)
Per alcuni anni, prima di addormentarmi
ho sperato sarebbe venuto a prendermi
come davanti al portone della scuola
quando gli consegnavo la cartella
e m’aggrappavo al suo braccio.
Sarebbe stato là, sul marciapiede,
m’illudevo, distante da tutti e fumando,
ma niente, nemmeno la brace della sigaretta
a luccicare nel buio dove lo immaginavo.
Poi in un’alba livida e piena di vento,
quando ormai non ci contavo più,
si è aperta e richiusa la porta dove dormivo
e l’ho visto: era lì, ai piedi del letto,
che mi aspettava fumando.
(Stefano Simoncelli)
A mio padre
Moristi nel marzo ventidue
non ti conobbi nacqui
quattro mesi dopo
per te lontano inerte sconosciuto
la mia pietà s’inceppa
un amore astratto
mi mette in moto fredde fantasie
parto dalle zone scure della foto
occhi baffi capelli color seppia.
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo nome è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro il sonno”. Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgente a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
(A.Gatto)
La morte non è niente
Sono solo scivolato nella porta accanto
Io sono io e tu sei tu
Qualunque cosa fossimo l’uno per l’altro
Lo siamo ancora
Chiamami con il mio nome
Parlami nel modo più semplice come hai sempre fatto
Non usare nessuna differenza nel tuo tono
Non indossare nessun aria forzata o solenne dolore
Ridi come abbiamo sempre riso
Alle piccole battute che abbiamo sempre apprezzato insieme
Gioca, ridi, pensami, prega per me
Fa che il mio nome sia sempre la parola familiare che é sempre stato
Pronuncialo senza sforzo
Senza il fantasma dell’ombra in esso.
La vita significa tutto ciò che è sempre stata
C’è un’assoluta continuità ininterrotta
Cos’è la morte se non un incidente trascurabile?
Perché dovrei essere impazzito
Perché nessuno mi vede?
Ti sto aspettando in un intramezzo
Da qualche parte molto vicino
Sono solo dietro l’angolo
Tutto è a posto.
Niente è passato; niente è perduto
Un breve momento e tutto sarà com’era prima
Rideremo della fatica nel separarci
Quando ci incontreremo di nuovo!
(Henry Scott Holland)
Io ho quasi un ritratto
del mio caro padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via…
Mio padre nel giardino di casa nostra
mio padre tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, la fronte spaziosa,
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre nel giardino di casa nostra
riflette, sogna, soffre, parla ad alta voce.
Passeggia.
Oh padre mio, ancora ti vedo
e il tempo non ti ha cancellato!
Ormai sono più vecchio di te, padre mio,
quando mi baciavi.
Ma nel ricordo
sono ancora il bambino che tu prendevi per mano.
San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
(G. Pascoli)
Papà, radice e luce, portami ancora per mano
nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano, strillavano:
fra cinquant’anni ci ricorderai.
(Maria Luisa Spaziani)
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
(F. Pessoa)
Mi manchi padre
mi mancano quegli occhi di bimbo
pieni di cielo
quegli occhi che ridevano
prima delle tue labbra
quegli occhi che avevano conservato
il grigio del mare in tempesta
il desiderio di vivere la vita
nella ricerca d’amici sempre nuovi
ma mai dimenticati.
Mi mancano i tuoi racconti
spesso ripetuti
ma sempre con un particolare in più
quello delle tue fantasie.
Mi manca il dialogo
che non ho voluto
l’amore spesso rifiutato
dal mio spirito ribelle
tanto simile al tuo.
Mi manca
il tocco delle tue mani
che non ho mai stretto
per timidezza o per rispetto,
le braccia in cui
non mi sono mai rifugiata
per dimostrarti d’essere forte.
La paura di perderti
la certezza di averti deluso
la finta aridità
con cui ripagavo il tuo affetto
giorno dopo giorno
mi portarono lontano da te.
Ora anche io vivo le tue delusioni
ora mi manchi padre
tanto mi manchi!
Per sempre camminerò su questi lidi,
Tra la sabbia e la spuma,
L’alta marea cancellerà le mie orme,
E il vento soffierà via la spuma.
Ma il mare e la spiaggia rimarranno
Per sempre.
(K. Gibran)
Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.
(S.Aleramo)
Se un giorno non mi vedessi più varcare la soglia della porta
come sono solito fare,
alza gli occhi al cielo turchese di un nuovo giorno
e cercami fra le stelle che accendono la luce della volte celeste,
fra le odoroso ginestre gialle che incorniciano le nostre colline.
Cercami negli occhi di chi ami.
Cercami nel silenzio del tuo Cuore.
(Stephanie Sorrel)
A mio padre
Moristi nel marzo ventidue
non ti conobbi nacqui
quattro mesi dopo
per te lontano inerte sconosciuto
la mia pietà s’inceppa
un amore astratto
mi mette in moto fredde fantasie
parto dalle zone scure della foto
occhi baffi capelli color seppia.
Papà,
eri la mia roccia.
Se ero turbata, tu rimanevi calmo.
Se non sapevo cosa fare mi aiutavi a trovare una risposta.
La morte non è la fine e la fine non può essere la morte.
La morte è la strada. La vita è il viaggiatore.
L’anima è la guida
La nostra mente pensa alla morte. Il nostro cuore pensa alla vita
La nostra anima pensa all’Immortalità.
(Sri Chinmoy)
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Poesie da dedicare al papà per il suo compleanno
Il giorno del compleanno del papà possiamo pensare di dedicargli delle frasi belle sul papà per dirgli “auguri, papà!”
Ma perché, invece, non pensare a dei componimenti poetici di auguri al papà?
Le alternative possibili sono tante, l’importante è fare una dedica speciale al nostro caro papà.
Ecco, allora, tante poesie per il papà da dedicargli nel giorno del suo compleanno!
Nella mia casa-castello
sai chi è il Re più bello?
Sì, certo, è il mio papà!
Anche se per trono ha un sofà…
La corona non gli serve a niente,
per andare fra la gente.
Meglio la cuffia di lana
per difendersi dalla tramontana.
Il mantello… sì lo so!
Non si usa già da un po’…
Meglio un bel giubbotto nero
così è “trendy” per davvero!
Ma la cosa che lo rende un Re speciale
è che da tutti si fa amare.
Ha un cuore buono e adorabile
e per me è un Re formidabile!
Auguri Papà
(C. Daga)
Buon compleanno all’uomo che mi ha insegnato a sognare in grande ed a lavorare duramente per raggiungere i miei obiettivi.
Buon compleanno all’uomo che mi ha spiegato tutto ciò che so e mi mostra la strada corretta da seguire ogni giorno.
Buon compleanno papà!
Un padre è qualcuno che ti prende in braccio e ti insegna a ridere.
Qualcuno che quando chiudi gli occhi puoi sentire il suo cuore battere nel tuo.
Qualcuno che con la sua mano grande come il cielo ti indica la strada.
Qualcuno che, basta un soffio appena nei polmoni, per toglierti ogni paura.
Che grande forza che ha un padre.
(Fabrizio Caramagna)
Per il mio papà,
che oggi festeggia il compleanno
e al quale voglio bene tutto l’anno.
Voglio dirti, papà caro,
tu vali più del denaro,
tu vali più dell’oro,
per me, papà, tu sei un tesoro!
Anche se tu non lo sapevi
Io la tua festa aspettavo da mesi
Per farti il regalo per me più importante
la mia promessa di stare con te
Sia da piccino che da grande
Nei momenti belli e in quelli più duri
Per vincere assieme uniti e sicuri
Ricambiare così ciò che mi hai dato
In ogni giorno che mi hai amato.
Caro papà voglio dirti una cosa
Tu sei la persona più preziosa
Quando a lavoro te ne vai
Vorrei che non mi lasciassi mai!
Io vorrei stare sempre con te
Averti tutto, tutto per me.
Quando io e te ci mettiamo a giocare
Creiamo avventure planetarie
E quando tu mi tieni la mano
Io sono più forte di un marziano.
Festeggio con te questo giorno importante
E ti regalo il mio cuore gigante.
Caro Papà mentre sto ad ascoltarti
Ti dico che se non ci fossi…bisognerebbe inventarti.
(C.Rampino)
Per la tua festa, caro papà,
ho qui un regalo che ti piacerà:
qualcosa di nuovo, prezioso e carino
che non mi costa nemmeno un soldino!
Lo vuoi sapere, papino buono,
cosa ho pensato di farti in dono?
Tempo per ridere e per stare insieme,
per dirti quanto ti voglio bene,
ore a giocare con le costruzioni
dimenticando le preoccupazioni,
tempo per leggere insieme una storia,
per divertirci facendo baldoria
e, per sconfiggere la tua stanchezza,
dolci momenti di tenerezza.
Questo regalo non l’ho trovato
su uno scaffale del supermercato
ma nel mio cuore di bambino
che vuole averti ogni ora vicino.
(P. Mauro)
Caro papà, grazie per avermi mostrato quanto è bello il mondo.
Potrei aver ancora bisogno di un sacco di consigli da te
mentre affronto le sfide della vita,
quindi grazie in anticipo.
Buon compleanno!
Per ogni volta che “io alla tua età” e “questa casa non è un albergo”,
per ogni abbraccio, per avermi voluta e per avermi voluto bene sempre,
per ogni discussione tra di noi,
per tutte le volte che ti ho reso orgoglioso di me e ti ho visto felice,
e per quelle in cui ti ho deluso e hai saputo perdonare,
per tutto ciò che mi hai insegnato e mi insegni,
per esserci sempre stato, per avermi sempre protetta…
perché spesso litighiamo ma quando ci guardiamo negli occhi le parole non servono più…
Grazie papà.
(Alessandra De Camilli)
Mi hai dato così tanto.
Quando avevo bisogno di forza mi hai dato speranza,
quando avevo bisogno di aiuto mi hai dato sostegno,
e quando avevo bisogno di ancora di più
mi hai dato un amore infinito e incondizionato.
Buon compleanno papà!
Il mio papà è difficile da raccontare,
come un cielo o come il mare.
Non si misura il bene che mi vuole,
come non si contano i raggi del sole.
Quando mi prende in braccio
salgo al quarto piano,
se mi lancia nel vuoto
viaggio in aereoplano.
Giocare assieme
è il nostro passatempo preferito.
Il mio papà…
che ci posso fare?
Troppo fantastico
da raccontare.
Un papà come ce l’ho io
non lo dico per vanità,
è un campione
per conto mio
è un campione di serie A!
Ma un papà come te non c’è,
dai due poli all’equatore
non si trova in tutto il mondo
un papà che assomiglia a te!
A come Anni che passano
U come Urrà è il tuo compleanno
G come Grande tirata di orecchie
U come Un grande giorno
R come Ragazzi come sei vecchia
I come infiniti auguri.
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Poesie e filastrocche per la festa del papà
Il giorno in cui si festeggia la festa di papà, non è soltanto quello del suo compleanno.
Il 19 marzo, infatti, si festeggiano tutti i papà, nel ricordo di San Giuseppe, ed è una giornata davvero speciale, in preparazione della quale, a scuola, si imparano tanti tipi di poesia del papà o di filastrocche per la festa del papà.
Vediamo allora, per realizzare degli originali pensieri per la festa del papà, una raccolta di tanti esempi di poesia per la festa del papà per la scuola primaria e dell’infanzia.
Mi piace aspettarlo al tramonto
quando torna a casa dal lavoro
È stanco, si vede dal volto,
mi stringe e mi dice: “Tesoro!”.
Poi gioca con me sul tappeto,
mi bacia e sorride radioso
è questo il momento più lieto
in cui io lo abbraccio affettuoso.
Si merita tutto il mio amore
il babbo che tanto mi ama
ed io ce l’ho sempre nel cuore
son pronto ogni volta che chiama.
E oggi che è la sua Festa
È un giorno di gran felicità,
Così voglio urlare entusiasta:
Auguri al mio grande Papà!
(J. Restano)
O carissimo papà,
voglio dirti una poesia
che nel cuore chiusa sta!
Cinque sono le parole
della piccola poesia
che risplende più del sole
ma è davvero tutta mia:
“Io ti voglio tanto bene!”
La poesia è tutta qua
ma vuol toglierti le pene,
ti vuol dar felicità.
Filastrocca del papà
ovunque sono ci sarà;
sia vicino, sia lontano,
lui mi tenderà la mano.
Ogni broncio del mio viso
lo trasformerà in sorriso;
riempirà col suo coraggio
tutti i passi del mio viaggio.
Saprà togliermi le nuvole,
mi racconterà le favole,
metterà sulla mia bocca
la più bella filastrocca.
Caccerà tutti i miei mali,
mi disegnerà due ali
e, se lo lascerò fare,
lui m’insegnerà a volare.
(G. Bardi)
Mio carissimo papà
voglio dirti una poesia
che nel cuore chiusa stia.
Cinque son le parole
della piccola poesia,
è davvero tutta mia.
Io ti voglio tanto bene.
La poesia è tutta qua,
ti può togliere le pene,
ti può dar felicità.
Papà dammi la mano
grande e forte mi sento con te
tu mi guardi e mi dici piano:
“Sono felice se tu sei con me”.
Se mi prendi sulle tue spalle
io mi sento un capo tribù.
Se mi tieni stretto al cuore
il mio amico più caro sei tu.
Per la strada la gente ci sorride
e ci guarda perché
pensa che tu sei il mio gigante
ma io sono il tuo re.
Papà, per la tua festa
volevo dirti tante cose belle,
ma tante, tante
quante sono le stelle.
Ma la mia bocca
è ancora troppo piccina
e ho il cuor commosso stamattina.
Poche parole so dirti intanto:
“Papà, ti voglio bene
tanto, tanto, tanto”.
Tanti auguri babbo caro
di salute e d’ogni bene
or che sono uno scolaro
li so far come conviene.
Se sapessi, babbo mio,
in cucina che da fare
un gran moto, un tramestio
un andare e ritornare.
Già ti annuncio in confidenza
(tanto tu non lo dirai)
che un budin nella credenza
c’è, ma grande, grande assai.
Che tripudio, che contento!
Ah, se fosse ognor così
che giulivo movimento
caro babbo, che bel dì.
Mio carissimo papà
voglio dirti una poesia
che nel cuore chiusa stia.
Cinque son le parole
della piccola poesia,
è davvero tutta mia.
Io ti voglio tanto bene.
La poesia è tutta qua,
ti può togliere le pene,
ti può dar felicità.
Oggi ho letto sul giornale
a caratteri cubitali:
“È la festa del papà!”
Tanti auguri in quantità!
Papà dammi la mano
grande e forte mi sento con te
tu mi guardi e mi dici piano:
“Sono felice se tu sei con me”.
Se mi prendi sulle tue spalle
io mi sento un capo tribù.
Se mi tieni stretto al cuore
il mio amico più caro sei tu.
Per la strada la gente ci sorride
e ci guarda perché
pensa che tu sei il mio gigante
ma io sono il tuo re.
Senti caro papà,
non sai ancora la novità
te lo dico io in un momento
con il cuore tutto contento.
Oggi ho letto sul giornale
a carattere cubitale:
“E’ la festa del papà,
a lui baci in quantità!”
Ho un papà fenomenale, un papà, di serie “A”.
Sembra proprio un generale quando gli ordini mi dà.
Quando la sveglia suona di primo mattino
lui brontolando la mette sotto il cestino,
poi si rassegna a saltar fuori dal letto,
cerca i calzini e fa cadere il cassetto!
Ho un papà meraviglioso, un papà eccezional.
Ma non renderlo nervoso quando legge il giornal…
Non mi castiga, cerca di farmi ragionare;
poi soddisfatto di avermi risolto la questione
chiede alla mamma: “È quasi pronto il minestrone?”.
Ho un papà lettera “O”
il più forte che conosca.
Ma in segreto vi dirò:
“Non sa far male ad una mosca!”.
Quando ritorna dal suo lavoro in seicento
mi abbraccia forte e io lo bacio contento.
Anche a cercare per tutto il mondo, lo so,
Un babbo come te non troverò…
È per questo che ti dico:
“Sei per me il miglior amico
e ti canto là per là:
VIVA, VIVA IL MIO PAPÀ”
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Poesie per il papà: i video
Scegliere delle poesie sul papà è bello, ma può esserlo ancora di più se le si accompagna con dei video davvero unici. I papà potrebbero restare ancora più felici di ricevere queste speciali dediche per il papà dai loro cari figli.
Vediamo allora tanti video per il papà per sostituire le classiche poesie per il papà!
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