Le mamme portano i bebè nella pancia per nove lunghi mesi, li accudiscono, li nutrono e insegnano loro tutto ciò che sanno. Secondo la scienza però, la mamma va oltre tutto questo, e condiziona in maniera definitiva il futuro dei suoi figli. Infatti i bambini prenderebbero dalla mamma anche… La loro intelligenza! A confermare quello che da secoli le mamme pensavano, ma che ovviamente non potevano dimostrare, è stato uno studio di Psychology Spot. I ricercatori, con degli studi particolari, hanno compreso che la mamma ha un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza dei bebè. Ecco come e perché.
Secondo lo studio, l’intelligenza si trova nei geni condizionati. Questi geni hanno una specie di etichetta biochimica, che consente di tracciare le loro origini. Attraverso specifici metodi, gli studiosi possono comprendere se i geni condizionati siano attivi anche nelle cellule dei discendenti, e quindi dei genitori.
Alcuni di questi geni sono attivi nel bebè solo se sono ereditati per via materna. Se infatti lo stesso gene viene ereditato dal padre, viene disattivato. Allo stesso modo, altri geni lavorano in senso contrario, e risultano attivi nel bambino solo se sono stati ereditati dal padre. Secondo la ricerca in questione, l’intelligenza è ereditaria e i geni condizionati delle capacità cognitive, sono attivi solo se sono trasmessi dalla donna.
Studi su topi geneticamente modificati hanno infatti mostrato che i roditori con geni materni extra, hanno sviluppato cervelli più grandi e corpi più piccoli. Al contrario, topi con una dose extra di geni paterni, hanno sviluppato cervelli più piccoli e corpi più grandi.
I ricercatori hanno trovato cellule paterne nell’ipotalamo, nel setto, nell’amigdala e nella preottica: queste zone controllano il sesso, l’aggressività, la fame ecc. Le cellule paterne non sono però state trovate nella corteccia cerebrale, quella dove si sviluppano le funzioni cognitive più avanzate, ovvero l’intelligenza, il pensiero, il linguaggio e la pianificazione. Qui infatti erano presenti solo cellule materne.
Robert Lehrke per primo teorizzò un modello di ereditarietà nel quale l’intelligenza è data dalla mamma. Anche un altro recente studio, realizzato dall’Università di Ulm, ha studiato i geni e ha compreso che quelli connessi con le abilità cognitive, si trovano nel cromosoma X. Com’è noto, la donna ha due cromosoma X, mentre l’uomo solo uno: vi è quindi più possibilità che l’intelligenza sia trasmessa dal padre.
Secondo gli studiosi, sull’intelligenza la genetica influisce al 40-60%. Il resto lo fanno le interazioni sociali, il contesto nel quale si cresce, l’ambiente al quale si è esposti e molto altro. I bambini vanno dunque stimolati, e questo li aiuterà a diventare sempre più svegli e intelligenti.