foto_neonato e linguaggio

Linguaggio segreto dei neonati: 10 cose da sapere

Il periodo neonatale, che va dalla nascita alle quattro settimane di vita successive, rappresenta per il neonato una fase molto importante di adattamento durante il quale avvengono significativi cambiamenti emodinamici, metabolici, ormonali e strutturali. Dopo il parto, il bambino entra in relazione con l’ambiente esterno, precedentemente filtrato dal corpo materno, acquisendo una maturità funzionale ad una crescita armoniosa.

Comprendere le esigenze fisiologiche ed emotive del neonato è molto importante, essendo alla base, del presente e anche del futuro, benessere del neonato, per questo ci sono almeno 10 cose che bisogna sapere sui neonati.

  1. Non tutti i neonati sono uguali
    Sembra una considerazione scontata eppure credo non lo sia per tutti. Ogni bambino ha esigente emotive e fisiche diverse, non solo in dipendenza dell’età, ma anche in relazione alle caratteristiche fisiche ed emotive sue proprie. Ogni bambino, fin dai suoi primi vagiti, è un essere a se stante, presto manifesterà caratteristiche proprie, espressioni e preferenze individuali con le quali familiarizzeremo.
  2. La comprensione del neonato incide sul suo sviluppo emotivo
    Non è vero che il bambino nei suoi primi giorni di vita ha solo esigenze di tipo fisiologico. Chi si prende cura di lui sa che la relazione emotiva con il piccolo è fatta anche di momenti di gioco e di affettività. Il neonato è in grado di interagire fin da subito, noi genitori dobbiamo imparare a capire quali sono i segnali che ci lancia e, in base a questi, trovare la giusta modalità di relazione.
  3. La relazione con il neonato esige un’osservazione della sua gestualità, postura ed espressione prima dell’intervento
    Prima di agire dobbiamo cercare di capire cosa il nostro bambino voglia comunicarci, se ha una necessità di tipo fisiologico, un fastidio determinato dall’ambiente esterno o un malessere emotivo.
  4. I neonati non piangono mai senza un motivo
    Ci sono almeno 8 principali cause per il pianto di un neonato, dobbiamo cercare di capire quale sia il disagio alla base di questa sua manifestazione.Se proprio ci sentiamo in difficoltà in commercio ci sono alcuni strumenti o applicazioni che possono essere utili nell’interpretazione del pianto.
  5. Il pianto esige una consolazione determinata dalla comprensione della sua causa
    Se ha fame il neonato vuole mangiare, se è sporco ha bisogno di essere cambiato e, probabilmente, non si calmerà solo per essere stato cullato per qualche minuto.
  6. Il colore degli occhi può variare fino all’anno di vita
    La maggior parte dei neonati ha gli occhi di colore chiaro, generalmente ceruleo. Solo intorno ai 6 mesi di vita la colorazione oculare incomincia pian piano a determinarsi, per poi divenire completamente definitiva verso i 12 mesi.
  7. Il neonato ci riconosce attraverso l’olfatto
    Soprattutto durante i primi giorni di vita, durante i quali non riesce a vedere bene, il nostro odore ci fa riconoscere dal neonato.
  8. I giochi emozionali stimolano lo sviluppo psicofisico
    Il neonato può trarre giovamento dall’eseguire alcune semplici attività che siano adeguate alle sue capacità e non interferiscano negativamente con il suo sviluppo motorio ed emotivo, ma anzi lo facilitino. Tra queste le più semplici sono il gioco con lo specchio, o altre attività che comportino anche uno stimolo di tipo fisico, come ad esempio il massaggio, la ginnastica abbinata alla musica o l’utilizzo della fitball.
  9. Le coccole sono un bisogno fisiologico
    Dopo aver vissuto tanti mesi nel grembo materno, ora il piccolo ha bisogno di protezione e rassicurazione. Coccolare un neonato non significa solo cingerlo e cullarlo, ma anche cantargli una ninna nanna o proporgli alcuni semplici giochi di interazione.
  10. La voce della mamma influenza lo sviluppo del bambino
    Comunicare con il bambino fin dai suoi primissimi istanti di vita gli conferisce un senso di sicurezza sia nell’immediato, sia rappresenta un investimento nel suo sviluppo emotivo.

Purtroppo, o forse per fortuna, quando portiamo a casa il nostro bambino dopo il parto o quando ci prendiamo cura di lui come genitori adottivi, come parenti prossimi o come educatori, non ci viene consegnato alcun libretto d’istruzioni.

Tentiamo di fare del nostro meglio, affidandoci al nostro buonsenso, seguiamo i consigli del pediatra, della mamma e delle persone di cui ci fidiamo, poi speriamo che il nostro istinto ci faccia fare le scelte giuste.

Abbiamo una grandissima responsabilità nei confronti dei nostri bambini: farli crescere in modo sano e felice, forse il nostro compito sarà più semplice se riusciremo a capire, almeno in parte, il loro linguaggio segreto.