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Il parto nel mondo: usi e costumi degli altri paesi

Ogni madre affronta la gravidanza a modo suo, con le proprie ansie e attese nei confronti del figlio che verrà, e ovunque nel mondo la nascita di un bambino viene vista con le proprie usanze e tradizioni, come anche il parto. Il dolore del travaglio è comune per tutte le donne di ogni età, ceto ed etnia, solo la sofferenza delle doglie viene sopportata a seconda della propria cultura ed educazione. Non tutte le gestanti possono usufruire di strutture ospedaliere capaci di offrire adeguate cure per madri e neonati, anzi si può dire che sia un lusso dei paesi più sviluppati, dove le donne possono programmare non solo una gravidanza ma anche il modo di mettere alla luce la propria creatura usando analgesici per alleviare i dolori del travaglio.

In Africa, dove molto spesso le donne abitano lontano dai centri medici, le future mamme vivono i 9 mesi nelle loro capanne e quando avvertono i dolori del parto, si mettono in cammino dal loro villaggio per raggiungere così i presidi ginecologici più vicini, ma spesso capita che proprio durante il viaggio partoriscano lungo la strada, prive di aiuti sanitari. La tradizione vuole che il parto avvenga con la puerpera seduta in modo tale che il figlio tocchi subito la Madre Terra come benedizione per la vita futura.

In Turchia si fa largo uso ai tagli cesarei dove l’anestesia è totale e non generale, e anche in Malesia gli analgesici sono presi tranquillamente, il medico stesso chiede se la partoriente voglia usufruire o meno dell’epidurale per alleviare il dolore delle contrazioni durante il parto naturale.

In India , soprattutto nelle zone rurali, si partorisce in casa, tanto che lo stesso Ministero ha avviato una campagna per incentivare le donne a recarsi negli ospedali per mettere alla luce il proprio pargolo ed evitare la mortalità da parto. Anche nei Paesi Bassi le nascite avvengono nelle proprie dimore soltanto vi è la notevole differenza che l’ostetrica segue la gestante sin da subito, mentre il ginecologo interviene solamente in casi specifici.

In Giappone, nelle strutture sanitarie ginecologiche, regna il rispettoso silenzio e alla stessa partoriente è difficile che vengano fatti assumere antidolorifici e se la donna fa un parto naturale resterà in ospedale per 5 giorni mentre 10 per un taglio cesareo.

In Italia fino agli anni ’50 era usanza farsi aiutare durante il parto dalle levatrici che sostenevano le madri durante il travaglio stese sul proprio letto di casa e non vi era scelta di posizione da parto. Oggi si può decidere il modo ed il luogo dove partorire, le statistiche dimostrano che negli ospedali del sud si fanno più tagli cesarei del nord, ma comunque la maggior parte delle cliniche private o degli ospedali offrono supporto pre e post parto a madre e figlio.