Una delle paure più comuni per le nostre mamme nel momento del travaglio riguardano le visite vaginali. Le visite interne rappresentano un modo per poter valutare lo stato del collo uterino. Si può, in questo modo, definire il punteggio di Bishop, attraverso il quale potranno essere indicati: la dilatazione della cervice uterina, l’ appianamento della stessa, la sua sofficità o rigidità, il livello della parte presentata rispetto gli indici materni (sinfisi pubica o, più precisamente, le spine ischiatiche).
Una visita più precisa potrà definire anche la diagnosi della posizione fetale, soprattutto a membrane rotte, in base all’ individuazione delle fontanelle fetali (in situazione longitudinale e presentazione cefalica).
Visite “approfondite” possono essere allo stesso modo fastidiose e dolorose, specialmente perché la visita generalmente viene effettuata esattamente nel momento della contrazione, visto che si ha la possibilità di valutare i cambiamenti al momento della stessa. Come limitare questi fastidi?
In realtà, dovrebbero essere in primo luogo le ostetriche a limitare al massimo le visite, perché sono tante le modalità di valutazione del travaglio e dei suoi segni. In tutti i casi, la donna stessa può esprimere la propria preferenza in questo senso.
Inoltre, prima della visita è opportuno svuotare la vescica e soprattutto, nei giorni che potrebbero precedere il travaglio sarebbe opportuno effettuare una dieta che eviti le scorie, bevendo tanto e preferendo frutta e verdura in modo da limitare al massimo la stitichezza e, di conseguenza, il fastidio durante la visita.
Si potrebbe invitare l’ ostetrica a compiere la visita interna con delicatezza e prima dell’ arrivo della contrazione, cercando sempre di mantenere ben rilassati i muscoli perineali ed evitando di irrigidirsi all’ atto della stessa.
Il travaglio e gli interventi esterni saranno dolorosi e fastidiosi, ma la prima regola è quella di non dimenticare mai che quel viaggio porterà alla nascita del proprio bambino, una nuova e magnifica Vita!