Il bambino si stanca presto dei nuovi giochi? Cinque regole da seguire

Se passa da un gioco all’altro in tre minuti, sembra sempre annoiato o poco coinvolto dal gioco, chiede di continuo di acquistare giocattoli nuovi ma dopo due giorni li ripone nel dimenticatoio, vostro figlio probabilmente non ha nessun disturbo strano, è solo un bambino di quest’epoca. Un’epoca dove siamo pieni di cose e di stimoli e questo ci induce a provarli tutti, ma di tutto solo un po’, per poi passare ad altro. Nell’era del digitale tutto è velocissimo, di conseguenza anche l’interesse che si presta alle cose.

Una tempo non troppo lontano, quando non esisteva Internet, per conoscere la storia di Garibaldi si doveva andare in biblioteca, cercare il libro giusto, aprire le pagine giuste (che erano almeno 3) e solo a quel punto si arrivava al dunque. La storia di Garibaldi ci sembrava allora appassionante perché già solo la sua ricerca lo era stata. Era stata difficile e lunga, come un’avventura di Indiana Jones, e aveva dato tempo alla fantasia di elaborare pensieri. Quel risultato ottenuto era speciale e ricco di soddisfazioni perché la sua ricerca aveva chiesto del tempo (parafrasando la Volpe del Piccolo Principe).

Oggi basta un click su Wikipedia e i nostri bambini hanno risolto. Una pagina al massimo, 10 minuti di tempo investiti. Oggettivamente più pratico come sistema, che permette di immagazzinare un numero maggiore di informazioni in tempi più brevi. Sarebbe perfetto, se fossimo dei computer. Invece siamo esseri umani e non abbiamo bisogno solo di immagazzinare informazioni, ma di provare dei sentimenti per essere appagati. E in un’epoca che corre veloce è difficile fermarsi e darsi il tempo di provare sentimenti. Ecco perché tutti sono iperstimolati, ma comunque annoiati.

Tuttavia è anche vero che, indipendentemente dai tempi che corrono, i bambini seguono soprattutto degli schemi che si creano in famiglia, che a sua volta è vittima della società. Se un bambino si stanca facilmente di un gioco forse è perché nella frenesia delle giornate dei genitori nessun adulto ha il tempo di condividere con lui quel gioco, e specie i bambini piccoli nelle prime fasi dello sviluppo psico-motorio sono molto più interessanti alla condivisione che al gioco in sé per sé. Se l’adulto gli mette in mano un sonaglino e poi va a sbrigare altre faccende, i primi due minuti il bambino verrà attratto dal colore e dal rumore, ma se nessun adulto darà valore a quel gesto e a quell’oggetto lui lo butterà via presto.

Quindi, nelle prime fasi, se lo si vuole abituare al vecchio modo, cioè a giocare con una trottola per ore, bisognerà avere un po’ di pazienza, sedersi con lui e insegnarli a osservare gli oggetti piuttosto che a guardarli, a capire come sono fatti piuttosto che a toccarli e basta, a costruirci storie fantastiche intorno. Solo in questo modo quell’oggetto può essere interessante per lungo tempo, data la spietata concorrenza con altri giocattoli pronti ad attirare la sua attenzione. Altrettanto importante, poi, è scegliere il gioco giusto da proporgli.

Quindi la prima regola è non sommergere il bambino di giocattoli lasciandolo solo, ma giocare con lui ad un solo gioco, trovando spunti fantastici per stimolare la sua fantasia e la sua attenzione selettiva. Se si tratta di un gioco a corpo libero come il nascondino, prendete il vostro tempo per spiegare le regole del gioco e il loro senso, magari cercatene con lui delle altre.

Seconda regola: se giocate a creare delle storie e dei personaggi, fate in modo che il gioco sia sempre metafora di valori, cioè che i buoni alla fine vincano sempre e insegnate i valori della giustizia e della pace fin da subito.

La terza regola è non comprare i giochi, ma fabbricarli in casa con il piccolo o idearli. Ogni oggetto domestico può diventare un gioco e in questo modo stimolerete anche le sue capacità manuali e l’oggetto creato con voi avrà per lui anche un valore affettivo.

Quarta regola: favorite la sua socializzazione, cioè l’incontro con altri bambini durante il gioco, che sarà senza dubbio più istruttivo e coinvolgente.

Quinta e ultima regola tassativa: non date accesso ai bambini a internet, cellulari e videogiochi almeno fino a 12 anni.