Gli stati comportamentali del neonato rappresentano un chiaro segnale del suo essere coinvolto, in maniera del tutto attiva, all’interno di un processo interattivo che prende forma in risposta all’ambiente circostante e alle cure da parte delle figure di riferimento.
Ad occuparsene in maniera dettagliata fu il famosissimo pediatra americano T. Berry Brazelton, il quale individuò ben sei stati comportamentali:
- Sonno profondo. Il bambino presenta occhi chiusi con assenza di movimenti oculari, motilità corporea ridotta e respirazione lenta, profonda e regolare. Non è, infatti, reattivo alla maggior parte degli stimoli esterni il che significa che difficilmente potrà essere svegliato da rumori improvvisi;
- Sonno attivo o sonno Rem. Contrariamente al sonno profondo, in questo stato gli occhi del bambino sono chiusi o socchiusi e i movimenti oculari veloci. Possono esservi movimenti del corpo e degli arti, il respiro risulta essere irregolare;
- Dormiveglia. Il neonato è in uno stato indeterminato tra veglia e sonno;
- Veglia quieta. E’ questo il momento in cui il bambino è fortemente ricettivo, in ascolto dell’ambiente circostante. Presenta movimenti calmi e rilassati, respiro regolare, sguardo luminoso;
- Veglia attiva. La notevole attività motoria si accompagna ad una respirazione irregolare. Il bambino è estremamente vigile e reattivo agli stimoli esterni;
- Pianto. Il pianto non necessariamente è legato a bisogni fisici, può infatti rappresentare un positivo rilascio di tensioni o emozioni. In questo caso si parla di pianto emotivo. Il bambino a questa età percepisce tutto come novità, quindi quotidianamente vive tantissime esperienze nuove che generano inevitabilmente un accumulo di tensione e di stress che sfocia in un pianto apparentemente inconsolabile e privo di motivazione.
Nell’arco di una giornata, senza un ordine ben preciso, il bambino assume tutti questi stati comportamentali. E’ dunque fondamentale che i genitori sappiano riconoscerli al fine di individuare e comprendere meglio i suoi segnali di disponibilità e indisponibilità, imparando a rispettarli attraverso la messa in atto di adeguate risposte ai suoi reali bisogni.