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Fecondazione, cosa c’è da sapere: il concepimento e le cure per l’infertilità

Fecondazione e concepimento

Sempre più spesso succede che si riscontrino difficoltà nell’ottenere una gravidanza. Rimanere incinta ha delle correlazioni molto più strette di quel che si pensa con le condizioni generali di salute della coppia e con l’età anagrafica.
L’attesa di una gravidanza può essere logorante per la coppia, per questo sempre più di frequente si cercano informazioni per favorire la fecondazione e il concepimento.
Con il termine “fecondazione” si intende l’unione dell’ovulo femminile con uno spermatozoo maschile. Si tratta del momento definito concepimento. Il risultato della fecondazione è una nuova cellula, lo zigote, da cui si svilupperà una nuova vita.
Oggi, i crescenti problemi di infertilità, hanno portato la scienza a sviluppare nuove tecniche di fecondazione, per superare queste patologie ormai diffuse anche tra i più giovani.
Scopriamo insieme cos’è la fecondazione, come avviene e a cosa ci si riferisce quando si parla di fecondazione assistita o artificiale, di fecondazione in vitro o eterologa, passando per la conservazione degli ovuli.

Come avviene la fecondazione

La fecondazione è il momento in cui l’ovulo incontra lo spermatozoo e, fondendosi in una nuova cellula, concepiscono una nuova vita.
Nonostante la fecondazione metta in gioco circa 300 milioni di spermatozoi, solamente uno di questi riesce a fecondare l’ovulo.
Dopo l’eiaculazione, gli spermatozoi iniziano un lungo viaggio il cui obiettivo è la fecondazione dell’ovulo che si trova in una delle due tube di Falloppio.
La fecondazione avviene solamente durante il periodo fertile della donna, ossia quel periodo in cui l’ovulo è stato espulso dall’ovaio e si trova all’interno della tuba di Falloppio.
In assenza dell’ovulo gli spermatozoi sopravvivono qualche giorno all’interno dell’utero per poi morire.
Il viaggio verso la fecondazione e il concepimento è piuttosto impervio, tanto che la maggioranza degli spermatozoi non arriva  vicino all’ovulo e muore lungo il percorso.
Il muco cervicale è il primo ostacolo che gli spermatozoi incontrano perché ha proprio il compito di fermare gli spermatozoi meno vitali, non completamente maturi o con caratteristiche morfologiche sfavorevoli.
Gli spermatozoi più vitali hanno una velocità che potrebbe essere paragonata a quella di 55 km orari per l’uomo. Uno spermatozoo percorre circa 15 centimetri all’ora e l’utero con le tube è lungo in tutto circa 20 cm.
Solo il primo spermatozoo che raggiungerà l’ovulo e riuscirà a scavarsi un canale per entrare potrà proseguire con la fecondazione e il concepimento.
Durante la fecondazione il nucleo dello spermatozoo e il nucleo dell’ovulo si fondono, mischiando il proprio patrimonio genetico (23 cromosomi ciascuno) dando vita alla prima cellula del bambino che sarà.
Nel video che segue una spiegazione approfondita su come avviene la fecondazione.

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Infertilità: come stimolare la fecondazione

Per una donna nel periodo fertile, quindi nel periodo migliore per la fecondazione, la possibilità che avvenga un concepimento non supera il 25%.
Questa probabilità decresce con l’età dei partner. Si comincia a sospettare una possibile infertilità se la coppia non ottiene un concepimento dopo 12 mesi di rapporti liberi e non protetti. Questa soglia scende a 6 mesi per le donne sopra i 35 anni.
Le cause dell’infertilità possono essere molte e possono interessare:

  • le tube di Falloppio (che possono essere chiuse o ostruite)
  • l’utero (malattie o malformazioni relative all’utero)
  • le ovaie (ovulazione assente o irregolare o patologie a carico delle ovaie)
  • la cervice (produzione di muco che non favorisce il passaggio degli spermatozoi o precedenti patologie a carico del tratto cervicale)
  • il testicolo (malformazioni o patologie)
  • la produzione in quantità e qualità di spermatozoi

In ogni caso, però, meno del 10% delle coppie viene considerata sterile o affetta da sterilità assoluta, situazione in cui la fecondazione e il concepimento non possono avvenire, nemmeno a seguito di cure e terapie mirate.
Per favorire l’ovulazione e la fecondazione, si inizia prima di tutto con una terapia ormonale o a base di integratori come l’acido folico. Solo in una seconda fase si passa alla valutazione di tecniche di fecondazione artificiale.
Nei video che seguono un approfondimento sulle cause di infertilità femminile e le cause di infertilità maschile e della mancata fecondazione.

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Fecondazione o inseminazione artificiale: tecniche e cose da sapere

La fecondazione artificiale o inseminazione artificiale è rappresentata da quell’insieme di tecniche che favoriscono in maniera guidata la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo. Si tratta di una fecondazione medicalmente assistita che prevede un supporto da parte del medico per favorire il concepimento.
L’inseminazione artificiale consiste nel prelievo di un campione di sperma che viene prima trattato in laboratorio e successivamente inserito direttamente all’interno dell’utero della donna, con l’obiettivo di incrementare il potenziale degli spermatozoi e le possibilità di fecondazione dell’ovulo. Con questo intervento medico si accorcia la distanza che separa l’ovulo dallo spermatozoo al fine di agevolare l’incontro e aumentare le possibilità di concepimento.
Con la fecondazione artificiale, a differenza della fecondazione in vitro, non è necessario prelevare anche gli ovuli della donna. La donna viene sottoposta a stimolazione ormonale e viene monitorata l’ovulazione in ambulatorio per individuare il giorno migliore per procedere all’inseminazione e aumentare le percentuali di successo della fecondazione.
Si parla di fecondazione omologa quando sia lo spermatozoo, sia l’ovulo utilizzati nella fecondazione assistita appartengono ai genitori del nascituro. La fecondazione eterologa si verifica, invece, quando lo spermatozoo o l’ovulo appartengono ad un soggetto esterno alla coppia (un donatore).
Nei video che seguono un approfondimento su come avviene la fecondazione assistita.

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Fecondazione in vitro o FIVET: il prelievo degli ovuli

La fecondazione artificiale ha solitamente tassi di riuscita abbastanza elevati. Nel caso però di 3 o 4 tentativi senza che si instauri una gravidanza, il ginecologo può proporre la fecondazione in vitro, una tecnica più avanzata di fecondazione assistita.
La fecondazione in vitro (o FIVET) consiste nell’unione dell’ovulo con lo spermatozoo in laboratorio, in vitro, allo scopo di ottenere embrioni già fecondati da trasferire nell’utero materno.
Nel caso di fecondazione in vitro, l’intervento medico è ancora maggiore rispetto a quello previsto per l’inseminazione artificiale.
Nella FIVET, oltre al campione di sperma, si procede al prelievo degli ovuli materni. La donna si sottopone a iniezioni quotidiane per stimolare la produzione di ovuli, in modo che le ovaie producano più ovociti, invece di produrre un unico ovulo, come avverrebbe spontaneamente ogni mese. In questo modo si possono ricavare un maggior numero di embrioni adatti all’impianto. Il prelievo di ovuli avviene in sala operatoria e in sedazione, per evitare fastidi, e dura circa 15/20 minuti.
Poi si procede alla selezione degli spermatozoi ritenuti più idonei in fase di analisi in laboratorio e si procede alla fecondazione con varie tecniche ma sempre esterne al corpo della mamma.
Gli embrioni vengono monitorati nelle prime fasi della loro scissione e vengono impiantati nell’utero materno, entro pochi giorni (massimo 6), solo gli embrioni che dimostrano di essersi attivati positivamente e di avere maggiori possibilità di sopravvivenza. In questo caso la donna non verrà sedata perché il trasferimento degli ovuli è indolore.
Anche la FIVET può prevedere la possibilità di utilizzare semi dei genitori del nascituro o di un donatore (sia per gli spermatozoi, sia per gli ovuli, sia per entrambi).
Nei video che seguono un approfondimento sulla fecondazione in vitro.

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Fecondazione eterologa in Italia

La fecondazione eterologa è una tecnica di procreazione medicalmente assistita che prevede che uno dei due gameti (ovulo o spermatozoo) o entrambi non appartengano ad uno dei due genitori, bensì ad un donatore. Si tratta di una tecnica finalizzata al concepimento in situazioni di sterilità assoluta di uno dei due partner o di particolari problematiche che sarà il medico a valutare. La fecondazione eterologa sfrutta le tecniche precedenti di fecondazione medicalmente assistita, o l’inseminazione artificiale, o la fecondazione in vitro per favorire il concepimento.
Fino al 2014 in Italia la fecondazione eterologa era vietata. A partire dal 2014, invece, anche in Italia è possibile ricorrere, nei casi ritenuti idonei, alla fecondazione eterologa con donatore esterno alla coppia.
La vera difficoltà sta nel reperimento di gameti, soprattutto femminili. In Italia, la donazione di seme (sia maschile che femminile) è volontaria e gratuita, nel senso che non prevede alcun tipo di ricompensa per il donatore. Per questo in pochi sono disponibili a sottoporsi a questo tipo di donazione, soprattutto al prelievo degli ovuli che prevede una sedazione e un intervento invasivo.
La fecondazione eterologa è gratuita o con ticket ed è attuabile solo per le donne ancora in età fertile, convenzionalmente stabilita al di sotto dei 43 anni, per un massimo di 3 cicli.
È vietato scegliere le caratteristiche fisiche del donatore ma i genitori hanno il diritto a ricevere tutte le informazioni sanitarie che desiderano sul possibile donatore.
Il donatore resterà anonimo, ma il bambino nato da fecondazione eterologa potrà chiedere di conoscere l’identità del genitore biologico una volta compiuti i 25 anni d’età e il donatore potrà scegliere se accettare o meno la richiesta.
Nel video che segue un focus sulla fecondazione eterologa in italia.

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Fecondazione dopo la conservazione degli ovuli

In un’epoca in cui la stabilità economica, professionale e di coppia arriva sempre più tardi è importante informare correttamente sulla possibilità della crioconservazione degli ovuli per salvaguardare la propria fertilità futura. Gli aspetti morali di questa pratica sono evidenti ma sarà ogni singola donna a compiere le dovute valutazioni.
La necessità è quella di dare un quadro chiaro sulla fertilità, in particolare femminile, ed evitare l’illusione che si sta diffondendo che si possa diventare madri sempre più tardi in maniera del tutto naturale, posticipando la gravidanza all’infinito per dare priorità ad altro.
Le capacità funzionali dell’ovaio si riducono progressivamente nel tempo, in particolare già dopo i 35/37 anni. Considerando che il massimo della fertilità si raggiunge intorno ai 21 anni, è scientificamente dimostrato che una condizione di ipofertilità compare circa 13 anni prima della menopausa, quindi la fertilità risulta già alterata intorno ai 32 anni. Questo senza considerare le numerose patologie che possono influenzare la funzione riproduttiva della donna: malattie sistemiche e patologie che colpiscono specificatamente l’apparato genitale. Tutte condizioni che spesso si presentano nel pieno dell’età riproduttiva e che, se si verificano, indirizzano la donna verso la fecondazione assistita da donatore esterno.
Il prelievo degli ovociti avviene come per la fecondazione in vitro, solo che al posto che essere fecondati e impiantati in utero, gli ovuli vengono congelati per poter essere utilizzati anche a distanza di molti anni e consentire la fecondazione di un ovulo “giovane” e al massimo delle sue potenzialità. Solitamente gli ovuli scongelati hanno un tasso si ripresa e sopravvivenza di circa il 70% e, in base al numero degli ovuli selezionati e congelati riescono a garantire 2 o 3 tentativi di fecondazione assistita.
Nei video che seguono si approfondisce il tema della fecondazione dopo la conservazione degli ovuli.

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