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È normale perdere la pipì dopo un parto vaginale?

Dopo un parto per vie vaginali, che sia esso spontaneo, indotto o strumentale, spesso si sperimenta questa brutta sensazione di non riuscire più a trattenere la pipì nemmeno per il breve tratto che separa il letto d’ospedale alla toilette. È in queste situazioni che le neo mamme, specie quelle al loro primo bambino, cominciano a temere per la propria continenza, pensando che nonostante la giovane età non recupereranno mai più la buona funzionalità. Da questo punto di vista possiamo tranquillizzarle. L’incontinenza è fisiologica e transitoria e può essere recuperata a pieno con la ginnastica perineale.

L’urina non è altro che acqua di scarto dell’organismo. Una volta introdotta con l’alimentazione e l’idratazione, viene assorbita a livello intestinale, utilizzata per le varie funzioni che deve assolvere e successivamente filtrata dai reni.

Da qui fluisce nella vescica, la cisterna dalla quale poi verrà eliminata passando per l’uretra, un piccolo canale che collega la vescica con l’esterno. Il flusso di urina dai reni alla vescica avviene in modo ininterrotto, come fosse un rubinetto sempre aperto aperto. Per questo motivo la vescica non è mai completamente vuota, nemmeno dopo aver fatto la pipì. A causa di ciò se si soffre di incontinenza si perdono sempre gocce di pipì anche se la si è appena fatta. Ma cos’è che determina la continenza?

Lo stimolo della pipì viene percepito a livello del perineo, anche definito pavimento pelvico. Si tratta un gruppo di muscoli che sostengono come un pavimento gli organi pelvici e circondano lo sfintere uretrale, vaginale e anale.

Questi “anelli muscolari” con la loro contrazione chiudono gli sfinteri e permettono quindi la continenza sia intestinale che vescicale e regolano il parto e la vita intima perché in grado di ridurre il diametro del canale vaginale in contrazione o di aumentarlo in fase di rilassamento. Il gravidanza questi muscoli perdono notevolmente di tonicità a causa dell’aumento del peso dell’utero e del progesterone, ormone della gravidanza che ha azione miorilassante.

Già in questa fase infatti si può assistere a perdite di pipì sotto sforzo, quando si fa ad esempio la tosse, uno starnuto o si solleva la spesa. Per questo motivo è importante rinforzare il perineo già in gravidanza con esercizi specifici. Dopo il parto la situazione peggiora, allorchè questa struttura muscolare subisce uno stiramento al passaggio del feto, se non addirittura lacerazioni o episiotomie.

Per questo motivo le prime settimane dopo il parto non solo la contrazione di questi muscoli è impossibile ma si può addirittura perdere momentaneamente la sensibilità allo stimolo, perché le fibre muscolari sono come anestetizzate dal trauma meccanico. Nulla di preoccupante quindi a patto che l’incontinenza e la perdita di sensibilità si riassestino dopo due settimane e che non ci siano altri sintomi associati come bruciore, possibile spia di un infezione delle vie urinarie da trattare.

Per accelerare il recupero del tono perineale e favorire la sua durata nel tempo tutte le donne che hanno partorito dovrebbero iscriversi ad un corso post-parto specifico per il perineo. Solo per la minoranza sarà necessaria una vera e propria riabilitazione fisioterapica o chirurgica, nel caso in cui l’incontinenza persista senza miglioramenti.