Diario della gravidanza, la ventunesima settimana

Scrivere questo diario è un modo per tenere a mente gli episodi dell’attesa di questo bambino o bambina. Mi da il tempo di riflettere sul fatto di “diventare mamma” per la seconda volta, di esserlo in modo più consapevole anche per Giovanna – la mia primogenita – e di approfondire cosa significhi per me essere genitore.

In questi giorni, in questa ventunesima settimana di gravidanza, registro sensazioni ambivalenti e quasi contrastanti: durante il giorno sono piena di energie e solare, mentre già all’ora di cena sbadiglio quasi da slogarmi la mandibola e ho solo voglia di dormire. Forse è l’aria di questi giorni di festa che mi la sera mi fa rilassare, ma davvero appena appoggio la testa sul cuscino mi spengo.

La buona notizia è che ho ricominciato a dormire la notte: i primi tempi le nausee mi perseguitavano fino alla mattina e non riuscivo a chiudere occhio. Ora sembra che il mio corpo si sia abituato al fatto che un bambino sta crescendo dentro di lui e che si sia deciso a “capitolare”.

Sempre il corpo è protagonista di un altro evento esploso questa settimana: la pancia si è decisamente arrotondata e comincia ad essere evidente anche a chi non è “informato sui fatti”. Comincio a fare l’occhio a questo nuovo profilo di me stessa, mentre cerco di immaginare – ricordandolo dalla prima gravidanza – come arriverò alla quarantesima settimana. Che fatica fare le scale per arrivare a casa con tutta quella pancia! Inoltre ho solo due paia di jeans e una gonna che mi stanno ancora: per il resto, devo provvedere a farmi un po’ di guardaroba pre-maman.

Tempo fa mi sono scaricata un’app dedicata alla gravidanza: tra le cose più curiose che leggo relativamente a questa settimana sulla crescita del bambino, c’è il fatto che d’ora in avanti il piccolo comincia a sentire le mie conversazioni e ad affezionarsi a certi suoni, musiche, cantilene. Quando aspettavo Giovanna non sapevo questa cosa e ricordo di aver pensato “Ora cosa le canto?” solo quando ho passato con lei la prima notte all’ospedale dopo aver partorito. In questa seconda esperienza sono un po’ più informata e cercherò di abituare il bambino a qualche canzone o melodia che possa tranquillizzarlo anche una volta nato. Immagino che sarà, anche per lui o per lei, le canzoni che ormai fanno parte del mio linguaggio usuale con Giovanna e, soprattutto, della sua ninna nanna.

Vivere il Natale che è appena passato con il pensiero continuo di essere in procinto di diventare di nuovo mamma è stato molto bello per tanti motivi: per l’affetto dei miei familiari e per la concretezza della loro vicinanza, per il modo in cui Giovanna, dall’alto dei suoi 15 mesi e mezzo, ha saputo essere protagonista della festa, inconsapevole che l’anno prossimo dividerà le attenzioni e i giochi con un fratellino, per il mio essere a mio agio nel ruolo di mamma in questo preciso momento della mia vita.

Salvo ulteriori cambi di programma, domani ho, finalmente, ecografia morfologica e visita al Consultorio. La prossima settimana avrò qualche notizia in più sull’individuo che sta nella mia pancia.

Ci leggiamo l’anno prossimo. Buon 2015… per me sarà decisamente impegnativo!


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