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Cosa fare quando il bambino piange durante il sonno

Interpretare il pianto di un bambino è fondamentale per consentirgli di rispondere tempestivamente alle sue richieste le quali, possono essere espresse soltanto attraverso le lacrime. Tuttavia, ci sono pianti e pianti e non sempre è opportuno intervenire. Quando il bambino piange, e lo fa durante il sonno, non occorre precipitarsi da lui per cercare di confortarlo, perché spesso si tratta di un pianto che non reclama un qualcosa bensì può definirsi “fisiologico”. Ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Può capitare soprattutto ai bimbi molto piccoli di piangere durante il sonno, e può anche accadere che il bimbo si dimeni, sbuffi, compia movimenti di suzione ecc. ma non per questo si tratta di atteggiamenti messi in atto per cercare disperatamente che si venga in suo aiuto. Durano pochi istanti e sono potremmo dire “fisiologici”.

Ma come possiamo differenziare il pianto “vero” da un pianto diciamo “apparente” che si manifesta durante il sonno? Non è complicato, occorre prestare un’ accurata attenzione nel valutare se il bambino ha realmente bisogno di un vostro intervento. Se si ascolta per bene il pianto del piccolo durante il sonno, ci si potrà rendere conto che è un pianto difforme rispetto a quello che normalmente mette in atto per informarvi che invece, ha bisogno di qualcosa. È più un lamento, un frignare differente, meno energico, se vogliamo.

Escludendo un malessere del piccolo, dunque che abbia le coliche oppure sia raffreddato (quindi non respiri bene) e per questo pianga, o che possa sentirsi sporco per cui vi avverte tramite il pianto di voler essere cambiato, è molto probabile che il suo pianto non richieda che siate immediatamente lì pronte a consolarlo, è consigliato, piuttosto attendere una decina di minuti per rendersi conto che si tratta di un episodio passeggero.

Quasi costantemente quando si tratta di bimbi che piangono mentre dormono, l’intervento dei genitori può essere un “intralcio” alla continuazione del sonno del bebè, perché nel precipitarsi verso di lui e nel cercare di consolarlo, lo si può svegliare, e allora sì che si potrebbero avere difficoltà nel farlo addormentare di nuovo.