Coccole anche per bambini da adottare: come diventare volontari

Coccole per bambini

Le coccole sono fondamentali per la crescita dei figli: dimostrare amore al proprio piccolo significa anche farlo sentire coccolato e protetto tra le braccia di mamma e papà. Ci sono molti bimbi, però, che non hanno la fortuna di poter godere di questo affetto: come fare allora? Negli Stati Uniti l’agenzia Spence-Chapin sembra aver trovato una soluzione.

Usa, nasce la Spence-Chapin: cos’è e cosa fa

L’agenzia Spence-Chapin è nata allo scopo di cercare volontari che possano garantire la cura e la sicurezza dei neonati rimasti senza genitori e in attesa che vengano affidati a una famiglia. La missione di questa agenzia, come si legge sul sito ufficiale, è quella di aiutare a trovare famiglie amorevoli per i bambini, qualunque siano le loro esigenze o circostanze, e fornire consulenza e sostegno a tutti i bambini e alle famiglie a cui sono stati affidati.

La nostra missione è guidata dalla semplice convinzione che ogni bambino meriti una famiglia

si legge sul loro sito.

Come diventare “dispensatori” di coccole

Non solo: un altro importante scopo della Spence-Chapin è quello di reclutare dispensatori di coccole per i bambini dai due anni in su. Per farlo è semplicissimo: possono candidarsi uomini e donne in pensione, coppie sposate o single, insomma: veramente chiunque!

Cosa deve fare il volontario reclutato? In un determinato periodo di tempo – che va solitamente dalle due alle sei settimane – dovrà garantire al piccolo cura, coccole e assistenza in un luogo sicuro e confortevole, documentando i momenti della giornata più belli con foto e testi scritti e poi incontrare settimanalmente i genitori biologici o i futuri affidatari del piccolo.

Ciò che noi ci auguriamo è che vengano sviluppati sempre più programmi come il nostro. I volontari ad interim danno ai genitori biologici la possibilità di incontrare esperti che li aiutino a valutare ogni possibilità e affrontare al meglio la genitorialità. Nel caso di adozione queste figure diventano importanti punti di riferimento per i genitori adottivi, durante il periodo di inserimento del neonato in famiglia

racconta Katie Foley, tra le organizzatrici.

Si tratta, dunque, di una sorta di “fase di transizione” durante la quale il piccolo verrà già inondato di amore e affetto. Il progetto dell’agenzia americana è stato ampiamente accolto anche da altri paesi, tra cui l’Italia.

In Italia

In Italia a sposare questa bellissima iniziativa è stata l’associazione “I bambini Dharma”, con sede a Brescia: quello che si vuole sottolineare è il fatto che tutti i bambini hanno gli stessi diritti. Prima di iniziare il corso di “coccolaggio”, ai volontari è richiesta la partecipazione a cinque incontri durante i quali vengono forniti tutti gli elementi e le necessarie nozioni di puericultura, psicologia e pedagogia.

Ecco perché decisi 5 anni fa di fondare la nostra associazione, che poi è fiorita con l’entusiasmo di tantissimi volontari. Donare tempo e cuore ci regala felicità, non sottrae ma aggiunge. Ma niente pubblicità: noi coccoliamo i bambini con discrezione, sono minori e vanno protetti

ha detto Giovanna Castelli, presidente dell’associazione.

L’importanza delle coccole

Probabilmente ci si chiederà perché tutta questa necessità di coccole da parte, addirittura, di volontari. La verità è che abbracci, baci e carezze sono indispensabili al bambino tanto da incrementare anche il suo stesso assetto genetico: in generale, tutti i neonati che percepiscono affetto da parte di mamma e papà cresceranno meglio.

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Il contatto pelle a pelle

Altresì importante è il contatto pelle a pelle, cioè il contatto fisico tra genitori e figli. Secondo recenti studi, infatti, attuare quella che in gergo viene definita la “canguro – terapia” o “marsupio-terapiamigliora la salute complessiva dei figli offrendo loro più intelligenza, meno aggressività, impulsività e iperattività.

Mai sottovalutare l’importanza delle coccole

Quindi, cari genitori, non sottovalutate mai l’importanza delle coccole ai vostri figli: ricordate inoltre che queste non sono un vizio dei più piccoli, ma un vero e proprio bisogno fisiologico.


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