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Citomegalovirus, tutto quello che c’è da sapere

Quando ripenso ai nove mesi della mia gravidanza, trascorsi complessivamente in maniera tranquilla e senza grossi scossoni, non posso non ricordare la paura più grande che ho avuto: dal primo ciclo completo di analisi tipiche dei primissimi mesi (quali sono gli esami da fare nel primo trimestre?) saltò fuori che avevo contratto il Citomegalovirus (CMV). Premesso che non ne avevo mai sentito parlare prima, ovviamente spulciai il web per sapere cosa fosse e ciò che lessi non mi fece fare i salti di gioia, anzi. Sono seguite giornate molto pesanti fino a quando ho ritirato i risultati delle contro-analisi: fortunatamente ho scoperto che le prime erano state sbagliate e che io non avevo il virus e, dunque, non lo avrei trasmesso al mio piccolino. Ma cos’è questo Citomegalovirus?

Si tratta di un virus piuttosto comune della stessa famiglia a cui appartengono la varicella, l’herpes labiale e il virus della mononucleosi. In realtà chi lo contrae, bimbi e adulti, possono anche non accorgersene dal momento che i sintomi sono blandi, tipo febbre, un senso di stanchezza, mal di gola.

Il vero pericolo incombe se il virus viene contratto in gravidanza perché se malauguratamente venisse trasmesso al feto potrebbero esserci conseguenze gravi. Se la futura mamma si ammala per la prima volta di Citomegalovirus proprio in gravidanza si parla di ‘infezione congenita’ che può trasmettersi al feto nel 30/40% dei casi e 2/3 feti avranno delle conseguenze.

Problemi rari, dunque, ma gravi quando si presentano. Le conseguenze, infatti, possono interessare il sistema nervoso centrale o provocare un ritardo mentale, una sordità congenita, una patologia della retina che porta alla cecità, tutto non visibili dall’ecografia ma soltanto dopo che il bimbo è venuto al mondo. Capite, adesso, la mia angoscia per colpa di quelle analisi errate?

Per scoprire se si ha il virsu basta un esame del sangue che cerca le immunoglobuline, anticorpi specifici contro il Citomegalovirus. Per la precisione sono le IgM, che indicano la presenza della malattia in atto, e le IgG, che rivelano se abbiamo contratto il virus già in passato e, dunque, siamo coperti dagli anticorpi e si può stare tranquilli anche nel caso di una infezione secondaria.

Ovviamente è importante sapere quando è avvenuta l’infezione, specie se si tratta della prima in assoluto. Infatti se avviene prima del secondo mese di gravidanza si può avere un aborto spontaneo oppure andare avanti senza problemi. Se, invece, lo si scopre a metà dei nove mesi allora è consigliabile rivolgersi a una struttura specializzata per capire se l’infezione è passata anche al bambino. Per averne la certezza bisogna sottoporsi all’amniocentesi (tutto quello che c’è da sapere).

Nel caso di un’infezione accertata, soprattutto se primaria, la gravidanza viene considerata ‘a rischio’ e monitorata costantemente con controlli più frequenti. Idem quando nascerà il bimbo.

Il CMV si trasmette con la saliva o per via aerea, con il sangue e le urine. Il contagio, perciò, è molto facile e per evitarlo bisogna prendere precauzioni di natura igienica.