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Allattamento al seno: quale acqua deve bere la mamma

Durante l’allattamento al seno la mamma ha bisogno di bere molta acqua per reintegrare i sali minerali che perde velocemente, nutrendo il suo bimbo. Pensiamo, infatti, che la produzione di latte raggiunge quasi il litro al giorno, molto del quale è costituito da acqua. Ma quale scegliere?

Se l’acqua del rubinetto non è potabile, quindi non pura dal punto di vista batteriologico, dobbiamo optare per quella minerale, scegliendo un tipo ideale anche per il piccolino. Consigliate sono quelle poco mineralizzate ed oligominerali, che favoriscono il lavoro dei reni. Sconsigliate, invece, le acque minerali gassate, che producono gonfiori allo stomaco e favoriscono le coliche nei bebè.

Ottime quelle contenenti calcio, indispensabile per formare e rinforzare ossa e denti. Quelle contenenti il ferro sono indicate quando la mamma è carente di questo prezioso elemento. Tra l’altro il ferro è scarso nel latte materno e in alcuni casi è proprio il medico ad indicare questo tipo di acqua alla mamma. Per chi soffre di crampi notturni, soprattutto agli arti inferiori, può essere d’aiuto l’acqua minerale ricca in magnesio, indicata anche per le mamme che hanno difficoltà nella digestione.

Sono, altre sì, sconsigliate quelle filtrate con le apposite caraffe che, di solito, sono private di quei minerali fondamentali come ad esempio lo zinco, elemento costitutivo di moltissimi enzimi e proteine.

L’aumento della temperatura, la sudorazione durante l’allattamento favoriscono la disidratazione, soprattutto in questa stagione, più calda e afosa.

È importante idratarsi assumendo più di due litri di acqua al giorno. Ottima quella a km 0, ovvero del nostro territorio, che non subisce lunghi viaggi per arrivare nelle nostre case. Eventualmente meglio optare per quelle nelle bottiglie di vetro, che resistono maggiormente agli sbalzi termici, anche se, effettivamente, sono meno pratiche da portare fuori casa.

Infine ricordiamoci che bere molta acqua favorisce la drastica riduzione della ritenzione idrica, di cui possono soffrire alcune mamme anche dopo il parto, permettendo, insieme ad una leggera attività fisica, il rapido recupero delle condizioni pregravidiche.