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Alimentazione biologica per bambini: cosa c’è da sapere

Da qualche anno si parla molto frequentemente del termine “biologico”: alimentazione bio, cosmesi bio, edilizia bio e quant’altro. Pensiamo all’alimentazione biologica, il mangiare sano e senza aggiunte di prodotti chimici, ai bambini e a quanto per loro sia fondamentale alimentarsi bene, fin da piccolissimi. Ma cosa si intende per alimentazione bio? Scegliere alimentazione biologica vuol dire preferire cibi con meno sostanze dannose per l’organismo (conservanti, pesticidi, fertilizzanti, specie nel caso del settore agricolo).

Ogni madre desidera il meglio per il proprio figlio per cui, venire a conoscenza di qualcosa che possa nuocergli scuote inevitabilmente la coscienza e spinge ad interrogarsi su quale sia la strada giusta da percorrere (certamente è universalmente noto quanto sia difficile discernere cosa sia giusto e cosa no per la propria creatura, ma questa è un’altra cosa!).

Già fin dallo svezzamento è possibile orientare le scelte alimentari per il piccolo verso il bio partendo dall’omogenizzato biologico, ad esempio, con carni o pesci prelevate dai migliori allevamenti controllati o scegliendo verdure coltivate in campi coltivati senza l’ausilio di prodotti chimici, fino ad arrivare a tisane formulate ad hoc. L’offerta bio è vastissima, pari se non superiore a quella dell’alimentazione tradizionale.

Ormai anche nelle piccole città sono presenti punti vendita bio dove la mamma può indirizzarsi tra i marchi migliori dell’alimentazione infantile, senza contare i siti internet da cui attingere informazioni su quali prodotti sia preferibile acquistare o meno.

L’avvento del bio crea un certo disorientamento tra le mamme, talvolta indecise se proseguire per la “vecchia strada”, ossia l’alimentazione tradizionale, o se iniziare un nuovo cammino fatto di cibi ogm free, privi di coloranti, sostanze chimiche ecc. Regna ancora molta incertezza circa la reale attendibilità dei prodotti biologici, questo perchè non tutti gli esperti del settore si esprimono univocamente; c’è sicuramente un buon 30% in meno di possibilià di trovare pesticidi in un alimento biologico, ma i valori non sono sopra la soglia di rischio neppure per i tradizionali.

Insomma, i pediatri non si sbilanciano né pro né contro, tendono a non demonizzare e a non esaltare il cibo bio proprio perché non ci sono indicazioni che sia peggiore o migliore di quello “tradizionale”.

La scelta su quale sia la direzione da prediligere, insomma, ricade sul genitore che probabilmente tende a sentirsi più tranquillo sapendo che ciò che mangia il proprio figlio è naturale e non alterato da sostanze dannose per un corpicino in evoluzione così rapida come quello di un bimbo!

C’è una certezza a parer mio, però: l’importanza di educare ad una corretta alimentazione fin da piccoli. Che sia biologica o no, l’alimentazione del piccolo di casa deve essere il più possibile varia e di qualità, contenere carboidrati, proteine e verdure in quantità calibrata dal pediatra di fiducia e mai componendo piani alimentari senza criterio. Il buon senso sia sempre la guida di ogni mamma/ genitore, in particolar modo perchè i disordini alimentari sono, purtroppo, in crescita tra i bambini e adolescenti di tutto il mondo quindi prevenire agendo con coscienza e raziocinio è la condizione essenziale per lo sviluppo armonico di un figlio, alimentazione bio o no che si scelga.

Sempre strettamente connesso al biologico è il settore dei prodotti utili per detergere, “coccolare” la pelle del piccolo.

Le caratteristiche di un prodotto bio:

-non contiene parabeni che sono combinazioni di acido p-hydroxybenzoico, utilizzati come conservanti per molti articoli in commercio
-quasi del tutto di origine naturale
-ben tollerato generalmente anche dai bambini con pelli più delicate
-non contiene derivati dal petrolio (ebbene si, avete letto bene, petrolio…)
Anche per l’utilizzo di questi ultimi prodotti vale la stessa regola: non assolutizzare o tendere al fanatismo.

Se il bimbo ha anche poco più di una dermatite da pannolino è sempre bene sentire il pediatra che potrebbe prescrivergli un rimedio adatto a risolvere il problema.

Sara Convertini