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5 frasi che una maestra NON dovrebbe mai dire al bambino

Cinque cose che una maestra non deve mai fare al bambino

I rapporti a scuola non sono semplici. Sono sempre numerose le realtà culturali e sociali che si fondono in una classe scolastica e rapportarsi con esse è, a volte, fonte di apprensione da parte dell’insegnante. Tuttavia vi sono alcune frasi che un maestro non dovrebbe mai dire ai propri alunni. Quali?

Essere insegnante

L’insegnante deve sapere educare i suoi alunni, trasmettere l’amore per lo studio, il desiderio di scoperta, insegnare come rapportarsi tra coetanei e con gli adulti. Ancora, dev’essere in grado di accrescere l’autostima dei bambini, stimolarne la curiosità.

Ecco che, di fronte ad una classe composta da decine di alunni, questo mandato diventa tutt’altro che semplice e perdere la pazienza potrebbe essere all’ordine del giorno.

Nonostante questo, quali sono le frasi che un insegnante deve assolutamente evitare di dire ai propri alunni?

1. “Lascia perdere, non ne sei capace!”

Sono tanti i casi in cui l’insegnante dimostra di non avere fiducia nelle doti di un alunno con frasi come “Non sei capace”. Ebbene, l’insegnante non dovrebbe mai distruggere l’autostima di un bambino. Al contrario, dovrebbe lavorare per costruirla, quell’autostima. E per renderla solida.

Gli anni di scuola non sono semplici nemmeno per i bambini. A contatto con coetanei ed insegnanti, l’alunno si sente piccolo ed insicuro e sentire che la figura di riferimento – l’insegnante – non crede in lui potrebbe influenzare negativamente la sua vita personale e la sua carriera scolastica.

Bisogna incoraggiare gli alunni a credere in se stessi e stimolarli fino a renderli autonomi.

Cinque cose che una maestra non deve mai dire al bambino

2. Insulti quali “Stupido” o “Cretino”

Sebbene sembri essere la base dell’educazione e della civiltà, ad oggi vi sono insegnanti che, purtroppo, si lasciano prendere la mano arrivando persino ad apostrofare gli alunni come “stupidi” o “cretini”.

Come anticipato, in questi anni vengono poggiate le basi dell’autostima e questi epiteti non devono essere rivolti nemmeno all’alunno più esagitato. Sono tanti gli stili educativi e tuttavia essi devono essere adattati di fronte a ciascun alunno, poiché i bambini non sono tutti uguali: alcuni potrebbero richiedere un approccio nuovo, diverso.

Detto questo, insultare gli alunni non rientra in nessuno stile educativo. Insultarli significa farli sentire etichettati, sbagliati ed è ciò che la scuola di oggi si propone di evitare.

3. Ignorare gli atti di bullismo

Al giorno d’oggi aumentano sempre più gli atti di bullismo, resi in qualche modo possibili dall’uso della tecnologia. Essa, infatti, ormai viene utilizzata anche dai bambini più piccoli ed offre uno schermo dietro il quale nascondersi.

I bambini vittime di bullismo (spesso i bambini più sensibili o fragili) non vanno ignorati, non vanno assolutamente ignorati i segnali che essi inviano agli adulti.

Per loro potrebbe essere difficile aprirsi e raccontare tutto ad un adulto: si sentono colpevoli, come se la colpa di ciò che sta accadendo fosse la loro. Ignorare questi bambini significa costringerli a vivere un’infanzia poco spensierata, con difficili risvolti anche durante la crescita: problemi di autostima, difficoltà a relazionarsi.

4. Ridicolizzare gli errori di un alunno

È capitato persino che qualche insegnante riportasse ad alta voce, di fronte alla classe, alcuni errori di un alunno (magari fatti durante un compito in classe) rendendolo oggetto di grasse risate.

Il bambino in questione potrebbe non apprezzare il fatto che quel determinato errore venga dato in pasto a tutti i compagni di classe. Anche se lo scopo del maestro potrebbe non essere esattamente quello di prendere in giro l’alunno, è importante osservare la reazione del bambino e interrompere subito il poco gradito gioco, rispettando così l’allievo.

È importante che il bambino impari che l’errore è naturale, nonché fondamentale per la crescita. E se non a scuola, dove?

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5. Non fare paragoni con i compagni

Ogni alunno è unico e speciale, ogni bambino ha le proprie caratteristiche. Esse vanno rispettate e, se vogliamo, evidenziate in modo da fare capire ai bambini quanto la diversità sia fonte di apprendimento.

Infatti, se tutti fossimo uguali non ci sarebbe altro da imparare! Fare paragoni (“Guardate Marco come ha lavorato bene. Dovreste seguire tutti il suo esempio!”) riporta gli alunni ad uno standard al quale adeguarsi e non permette loro di esprimersi liberamente.


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La scuola dovrebbe servire anche a questo: imparare a conoscere se stessi, ad esprimersi sapendo che il proprio pensiero e modo di essere verrà accettato. Le diversità vanno evidenziate, insegnando ai bambini cosa è possibile trarre da esse!