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Bullismo e cyberbullismo: 10 modi per riconoscere se tuo figlio è una vittima

Bullismo: una realtà sempre più diffusa

Il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni è vittima di bullismo e di cyberbullismo, lo dichiara la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps). A scuola, a casa, online, i ragazzi sono vittime silenziose di un fenomeno in espansione che necessita un intervento da parte di Istituzioni e famiglie.

I dati parlano chiaro: ogni giorno il numero dei ragazzi colpiti aumenta. Le scuole e le famiglie dovrebbero osservare di più i comportamenti dei ragazzi ma è difficile dare un nome agli avvenimenti, per mancanza di coraggio nell’affrontare i casi e per la necessità di un aiuto da parte delle Istituzioni.

È in corso in Senato una proposta di legge contro il bullismo e il cyberbullismo per tutelare i minori coinvolti, che dà responsabilità di azione agli adulti a scuola e in famiglia.
La famiglia è il primo posto dove la vittima dovrebbe sentirsi al sicuro, ma è difficile raccontare ciò che accade, per imbarazzo e vergogna.

Cosa sono il bullismo e il cyberbullismo? Quali sono i segnali da osservare per capire se tuo figlio ne è vittima?

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Bullismo e cyberbullismo: cosa sono e come riconoscerli?

Il bullismo è un comportamento ripetitivo aggressivo nei confronti di una persona più debole che non è capace di difendersi. È comune in entrambi i sessi. Tra i comportamenti violenti che rientrano nel bullismo vi sono:

  • Offese
  • Parolacce
  • Aggressioni fisiche
  • Derisioni per anomalie del corpo o altri tipi di disabilità
  • Ricatti
  • Molestie di ogni tipo

Una vera e propria emergenza fisica e psicologica, se al bullismo si associa anche il cyberbullismo.
Mentre il bullo è noto e quasi sempre compie gli atti violenti davanti ad altre persone, il cyberbullismo è più subdolo. I comportamenti aggressivi avvengono attraverso dispositivi elettronici, rimanendo nell’anonimato e colpendo un’utenza più ampia. Inoltre, l’aggressore è in grado di accedere a informazioni private della vittima.

Secondo recenti ricerche, questi fenomeni possono sfociare in veri e propri suicidi delle vittime, è importante intervenire preventivamente sia in famiglia che a scuola. Vediamo insieme 10 modi per riconoscere se tuo figlio è colpito da bullismo e come intervenire.

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1. Rifiuta di andare a scuola

Uno dei primi segnali da osservare è il rifiuto di andare a scuola, soprattutto se tuo figlio è sempre andato volentieri e ama studiare. Il calo di rendimento non è da sottovalutare e i sintomi psicosomatici sono i segnali più evidenti. Per esempio, non vuole andare a scuola e lamenta mal di pancia o mal di testa ingiustificati. Difficilmente un bambino o ragazzo riferirà l’accaduto, quindi osservare il linguaggio non verbale è il primo buon metodo per eliminare ogni sospetto. Coinvolgere la scuola, chiedendo agli insegnanti è il secondo passo da seguire per indagare meglio.

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2. Rifiuta di mangiare

Il rifiuto del cibo è un segnale evidente di rifiuto della realtà. In alcuni casi è la vittima che sceglie di non mangiare più, in altri è l’aggressore che obbliga la vittima a seguire determinati comportamenti, tra cui non mangiare. Se tuo figlio salta continuamente i pasti e il suo fisico inizia a indebolirsi, prova a indagare qual è la causa.
Lo sa bene Carrie Golledge, una mamma inglese che ha deciso di pubblicare una foto shock di sua figlia Sophia di soli 6 anni. La piccola è stata vittima di bullismo e il suo organismo ne ha risentito duramente. La mamma ha scelto infatti di pubblicare lo scatto proprio per dare un messaggio importante.
La piccola Sophia era stata presa di mira da una sua compagna di classe che le diceva cosa fare, cosa mangiare, e le vietava di giocare con le altre bambine. La piccola aveva provato a raccontare il suo dramma agli insegnanti, ma loro minimizzavano la situazione e la accusavano di inventarsi tutto per stare al centro dell’attenzione. Le maestre e i maestri hanno dunque preso sotto gamba la situazione, che è perciò arrivata a un punto davvero drammatico, risolto grazie all’azione della mamma.

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3. Prova vergogna per alcune parti del corpo

L’adolescenza è un momento particolare della vita in cui i cambiamenti del corpo diventano oggetto di vergogna, soprattutto nei confronti della famiglia. Se tuo figlio copre le braccia, le gambe oppure il viso, con molta discrezione prova a capire perché. Potrebbe avere dei lividi oppure dei graffi e non vuole farli vedere.
Un altro segnale possono essere i vestiti strappati oppure le pagine dei quaderni o dei diari.

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4. Non riesce a dormire

La perdita di sonno è un chiaro segnale di turbamento psicologico. La paura si manifesta durante la notte attraverso incubi e le vittime temono che i bulli possano entrare nella loro stanza. Al mattino sono molto stanchi e non vogliono andare a scuola. Il pianto continuo notturno oppure la richiesta di dormire nel letto dei genitori, per i più piccoli, attiva un segno di pericolo. Osservalo con attenzione.

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5. Preferisce isolarsi

Se tuo figlio è apatico, non ha voglia di fare nulla, è continuamente triste e i suoi occhi non esprimono mai la gioia di un adolescente, c’è qualcosa che non va. L’isolamento è uno dei modi per evitare il contatto con altre persone e, solitamente, gli adolescenti hanno bisogno di socializzare.

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6. È sempre nervoso

Un elemento da notare potrebbe essere una manifestazione inspiegata di aggressione nei confronti dei fratelli. Il bullismo genera un profondo disagio che potrebbe sfociare in rabbia incontrollata.

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7. In casa spariscono soldi e/o oggetti personali

La mancanza di soldi oppure la perdita di oggetti personali è un altro segnale di cambiamento. Spesso le vittime sono costrette a dare dei soldi ai carnefici perché minacciate di aggressioni o violenze.
Una soluzione potrebbe essere cambiare il posto dei soldi per vedere se ci sono realmente mancanze e poi parlare con tuo figlio per capire a cosa servono i soldi.

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8. Trascorre troppo tempo al computer

Questo aspetto si lega soprattutto al cyberbullismo. L’utilizzo eccessivo del computer è un segnale certo che qualcuno dall’altra parte attira l’attenzione di tuo figlio. La cosa più giusta da fare è autoregolare il tempo dedicato al pc e approfondire chiedendo con discrezione, qual è l’uso quotidiano che ne fa. Se tuo figlio chiude lo schermo quando entri in stanza, c’è qualcosa che non va, prova a chiedere cosa sta facendo con molta calma e monitora nei giorni successivi il suo comportamento.

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9. Ha una bassa autostima

La bassa autostima è una conseguenza evidente dell’alta autostima del bullo. La vittima tende a rinchiudersi sempre di più e minaccia di uccidersi.
Come il caso del Quaden Bayles, un bambino di nove anni, affetto dalla nascita, dalla più tipica forma di nanismo detta acondroplasia, che a scuola continua ad essere bersagliato dai compagni di classe e ad essere preso di mira dal branco. A far sì che la storia diventasse nota è stata la mamma del piccolo, che ha deciso di mostrare le immagini di suo figlio straziato mentre minaccia, piangendo, di volerla fare finita proprio a causa dei bulli. Non appena diventata virale la storia, sono stati in tantissimi a mobilitarsi per il piccolo Quaden, anche sportivi, personaggi famosi ed attori.

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10. Cerca di attirare l’attenzione dei genitori

Attraverso dei segnali evidenti, alcuni ragazzi cercano aiuto nei genitori, coinvolgendoli nell’atto di violenza. È successo a Lecco, dove un uomo 53enne è stato picchiato da una gang di giovanissimi mentre cercava di difendere il figlio. Il miglior modo di agire è rivolgersi sempre alle Forze dell’Ordine, per non ricevere violenze da chi pensa di essere più forte.

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Cosa puoi fare per aiutare tuo figlio?

Accettare un atto di bullismo è faticoso per il figlio e i genitori. Aprire un dialogo è difficile quando la violenza è già in corso. Per superare insieme un momento difficile, il genitore può:

  • Instaurare un linguaggio empatico col proprio figlio e farsi raccontare ciò che succede
  • Osservare ogni singolo comportamento, tutti i giorni
  • Confrontarsi continuamente con la scuola per accertarsi che non ci siano cambiamenti
  • Comunicare con altri genitori che hanno figli coetanei
  • Leggere e ascoltare esperienze di genitori di figli vittime di bullismo
  • Amare incondizionatamente i propri figli, sempre

Diversi movimenti contro il bullismo e il cyberbullismo stanno nascendo per limitare i casi e contrastare la violenza tra ragazzi. È stata istituita la Giornata Nazionale del bullismo, il 7 febbraio, che coinvolge famiglie, scuola e Istituzioni attraverso eventi e opportunità di segnalazione di casi di aggressione.

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