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Viaggiare in gravidanza: rischi o controindicazioni?

Viaggiare in gravidanza non è assolutamente controindicato, proprio perché la gestazione è una situazione fisiologica. Nonostante ciò è opportuno avere precisi accorgimenti soprattutto riguardo i mezzi di trasporto utilizzati per giungere alle mete desiderate. Tutto dipende ovviamente dalla destinazione e della sua vicinanza per poter scegliere il mezzo più opportuno alle proprie necessità.

Inoltre, aldilà dei mezzi di trasporto, è fondamentale ridurre al minimo la probabilità di contrarre malattie infettive (come ad esempio la malaria o altre malattie tropicali) che possano mettere in pericolo la vita propria e del feto. Per questo motivo, scegliere una destinazione più sana per la propria gravidanza sembra essere un ottimo punto di partenza.

Vari studi hanno provato che, nonostante non vi siano rischi specifici collegati ai viaggi aerei commerciali, è necessario conoscere le possibili complicazioni mediche ed eventuali problematiche.

Partendo dal presupposto che i viaggi aerei sono più sicuri dei viaggi in auto (visti gli innumerevoli incidenti stradali), il pericolo più grande per la gestante potrebbe essere della tromboembolia venosa (anche se uno studio del Regno Unito considera a rischio tutti i viaggi al di sopra delle 4 ore, e non solo quelli aerei). Il rischio dipende dall’ immobilità e dalla stasi venosa, cioè il rischio che si incorre a stare troppo tempo seduti.

La soluzione? Semplicemente, si consiglia di tenere in movimento le gambe e, se possibile, alzarsi ogni due ore per garantire una corretta circolazione, compiere esercizi di stretching dei polpacci, bere molta acqua e ovviamente ridurre il consumo di caffeina e alcol. Ancora, è possibile indossare delle calze contenitive elastiche che favoriscano il ritorno venoso.

I viaggi in auto mettono in evidenza un unico ma importante elemento: l’ importanza dell’ utilizzo della cintura di sicurezza. Infatti, i professionisti devono informare le donne che l’ uso della cintura in qualsiasi epoca gestazionale non presenta rischi, mentre proteggerebbe mamma e feto dai pericoli di un incidente stradale. Ovviamente le donne devono essere correttamente informate sull’ uso della cintura di sicurezza (uso a tre punti: cintura al di sotto dell’ utero gravido, far passare il nastro diagonale fra i seni).

Anche nel caso dei viaggi in automobile è importante garantire la mobilità agli arti, proprio per evitare il suddetto rischio di tromboembolia venosa, con pause ed intervalli durante il viaggio.

In entrambi i casi, il periodo migliore periodo per viaggiare è il secondo trimestre di gravidanza: nei primi tre mesi c’è maggiore rischio di abortività, mentre nell’ ultimo trimestre potrebbero esserci complicazioni da non sottovalutare ma che non devono rappresentare dei limiti assoluti.

Specialmente nei voli aerei, è opportuno limitare i viaggi alla 36 settimana di gestazione, non dimenticando mai che al primo posto deve essere sempre posta la salute propria e del bambino in grembo. Non vorrete mica finire anche voi nella cronaca mondiale per situazioni accidentali mentre ci si trova all’ estero, come la donna incinta che ha fatto un viaggio a New York?