I vecchi giocattoli sono pericolosi per i bambini
I vecchi giocattoli sono pieni di fascino, ricordano i tempi andati, l’infanzia, i nostri nonni e genitori. Chi li ha ancora in casa li conserva come fossero cimeli e come ricordi di famiglia preziosi. Il loro valore affettivo è inestimabile, ma non sempre sono affidabili e sicuri. Per questo motivo è bene non metterli in mano ai bambini, soprattutto se sono piccoli. Si tratta di bambolotti di una volta, trenini, soldatini, macchinine, trottole, pupazzetti, orsacchiotti, bambole e tanto altro. Essi fanno affiorare ricordi, aneddoti familiari e racconti di bei momenti trascorsi.
Quasi tutti i giocattoli di una volta non erano realizzati con gli stessi rigidi criteri di sicurezza che abbiamo oggi. Erano fabbricati con materiali, colle e vernici che oggi sono vietati perché nocivi. Inoltre, l’usura del tempo può averli resi molto fragili e potrebbe causarne la facile rottura, con il rischio di tagli e infortuni.
I bambini rischiano, poi, di assorbirne le sostanze nocive mettendoli in bocca, soprattutto nel caso dei vecchi giocattoli con parti che si sbriciolano. Per tutti questi motivi, sarebbe meglio non fare giocare i propri bambini con i vecchi giocattoli di famiglia.
Vecchi giochi
Il consiglio autorevole di non far giocare i bambini con i vecchi giocattoli viene dai ricercatori scientifici e riguarda non solo i giocattoli d’epoca ma anche quelli usati di pochi decenni fa.
Uno studio britannico ha rilevato tutta una serie di sostanze tossiche e molto pericolose nei giocattoli vecchi. Molti giochi d’epoca contengono infatti una quantità impressionante di veleni che alla lunga possono danneggiare seriamente la salute dei nostri bambini.
L’Università di Plymouth ha realizzato questo studio esaminando 200 vecchi giocattoli di plastica, recuperati da case, mercatini e perfino in strutture per l’infanzia.
I ricercatori hanno scoperto che questi giochi dall’apparenza innocua contenevano elevate concentrazioni di sostanze quali: antimonio, bario, bromo, cadmio, cromo, piombo e selenio.
Una schiera di sostanze tossiche contenute in pupazzi, pezzi di costruzioni e gioielli di colore giallo, rosso o nero. Sostanze con le quali i bambini non dovrebbero assolutamente entrare in contatto.
Lo studio
Nell’analisi dei giocattoli, i ricercatori hanno usato la spettrometria a fluorescenza a raggi X, per valutare la presenza di elementi all’interno di singoli giocattoli. Inoltre, è stato simulato il micro ambiente gastrico di un bambino, per verificare gli effetti dei succhi gastrici a contatto con questi giocattoli.
Ebbene, gli studiosi hanno accertato che quando i succhi gastrici dei bambini entrano in contatto con i giocattoli vecchi, questi rilasciano bromo, cadmio o piombo. Le quantità di questi ultimi sono ben superiori rispetto ai limiti fissati dalla direttiva europea sulla sicurezza dei giocattoli.
I giocattoli di una volta non erano sottoposti a rigide normative sui materiali di fabbricazione. Lo sviluppo tecnologico e la realizzazione di materiali sempre più sicuri ha permesso di fabbricare giocattoli che non rappresentano un pericolo per la salute e la sicurezza dei bambini.
Oggi abbiamo giochi che non si sfaldano, non si spezzano, non contengono parti taglienti o facilmente ingeribili, sono ignifughi e dipinti con vernici non tossiche. Le condizioni di sicurezza sono molto migliorate anche rispetto ai giocattoli di non molti anni fa.
La ricerca
Lo studio inglese, dell’Università di Plymouth, è stato coordinato da Andrew Turner, esperto di scienze ambientali. Esso ha analizzato soprattutto i giocattoli di plastica, che in Inghilterra sono molto popolari, perché costano poco.
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La Direttiva europea sulla sicurezza dei giocattoli contiene norme molto precise e rigide sui giocattoli di nuova produzione. Per quelli vecchi non esistono regole che ne limitino l’uso o la vendita.
L’unico modo per evitare rischi è quello di informare le famiglie. Basta un po’ di buon senso e responsabilità, per tenere i vecchi giocattoli esposti in una vetrinetta, conservandoli senza farci giocare i bambini.