E’ tra le preoccupazioni che maggiormente ci assillano durante i nove mesi di gravidanza: se contraggo la varicella cosa può succedere a me e al mio bimbo? Una domanda che si pongono ovviamente quelle donne che sanno di non aver avuto questa malattia in età infantile o che, comunque, non ricordano con esattezza di averla passata o meno. Vediamo di capire quali sono davvero i rischi di contrarre la varicella quando abbiamo il pancione.
Precisiamo subito una cosa: ammalarsi di varicella quando si è incinte non significa automaticamente che il virus sarà trasmesso anche al feto, cosa che può avvenire tramite il sangue materno e attraverso il cordone ombelicale. Ciò si verifica nel 17% dei casi e, in ogni modo, i rischi dipendono soprattutto dal periodo di gravidanza nel quale avviene il contagio.
Il pericolo di embriopatia, ovvero di malattia dell’embrione, esiste concretamente se la futura mamma si ammala nel primo trimestre di gravidanza. In questo caso, se anche il bambino contrae il virus della varicella, esiste una probabilità del 7% che alla nascita possa manifestarsi la cosiddetta ‘sindrome da varicella congenita’ con cicatrici, atrofia muscolare, ipoplasia delle dita (dita più piccole e corte del normale) o lesioni cerebrali che possono provocare ritardo mentale. Può verificarsi anche un aborto spontaneo.
Dal secondo trimestre di gravidanza in poi la percentuale di rischio per il bambino diminuisce progressivamente fino a che il virus non è più un pericolo per il feto negli ultimi tre mesi. Però negli ultimi 5 giorni di gravidanza e nei primissimi giorni dopo il parto dopo il parto, la varicella della madre dev’essere tenuta sotto controllo perché potrebbe provocare una forma grave di malattia nel neonato.
Per quanto riguarda la donna incinta, lei non corre rischi particolari. L’unica cosa che potrebbe verificarsi è che la sintomatologia della varicella sia più fastidiosa del normale visto il suo sistema immunitario, tutto concentrato sul bambino, potrebbe non funzionare al top.
A ogni modo per alleviare il decorso della malattia e ridurre il rischio di trasmissione al feto si possono somministrare le immunoglobuline, entro 72 ore dall’esposizione al contagio. Sconsigliati i farmaci antivirali.
L’unico sistema sicuro per non contrarre il virus in gravidanza è sottoporsi al vaccino che in alcune regioni viene proposto gratuitamente e raccomandato. Se una donna è sicura di non aver avuto la varicella da bambina, almeno 3 mesi prima del concepimento può programmare la vaccinazione per affrontare la gravidanza con tranquillità.