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Vaccini in gravidanza: cosa deve fare la mamma per proteggere il neonato

Malattie in gravidanza

Tutte le donne in età fertile devono essere informate sulla possibilità di contrarre infezioni in gravidanza; queste possono rivelarsi particolarmente gravi e letali per il feto o causa di malformazioni nel neonato. Oggi si parla moltissimo di vaccinazioni, ma solo in relazione al bambino; pochissime sono le future mamme che sanno l’importanza di vaccinarsi per sé e per il nascituro.

Da anni ormai, su disposizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministero della Salute ha disposto la copertura col vaccino antinfluenzale per le donne nel II e III trimestre di gravidanza. Ma c’è anche una novità, ovvero la raccomandazione a tutte le gestanti, tra 27 e 36 settimane di gestazione, sull’immunizzazione dalla pertosse col vaccino trivalente (difterite-tetano-pertosse); questa è una decisione contenuta nel Piano di Prevenzione Vaccinale, pubblicato lo scorso febbraio.

Sempre accesa rimane la questione sulla Rosolia, la cui prevenzione comincia in epoca pre-concezionale. Essa infatti è molto pericolosa per l’alto rischio di malformazioni fetali. Il vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia) non è però indicato nei 9 mesi di gravidanza, poiché composto dallo stesso virus vivo, sebbene attenuato. Tuttavia tutte le donne in età fertile e desiderose di prole dovrebbero eseguire il Rubeo-Test, che individua la presenza di anticorpi; se il risultato fosse negativo, sarebbe meglio vaccinarsi subito. Ma se il risultato è negativo nel corso della gestazione, è possibile per la neo mamma la vaccinazione immediata nel post-partum e prima della dimissione ospedaliera. La protezione vaccinale, e la stessa malattia già avuta precedentemente, offrono una protezione per tutta la vita.

Malattie e rischio di malformazioni

Se la gestante ha la Rosolia, il rischio malformativo è aumentato; ecco perché se una giovane donna non è vaccinata dovrebbe farlo subito, anche a costo di rimandare il concepimento. A dispetto di quanto si possa pensare, anche una semplice influenza può essere problematica in gravidanza; questa condizione è ancora più rischiosa se pensiamo a mamme con patologie croniche, o con un sistema immunitario debilitato. Vale la pena, inoltre, considerare che spesso le sindromi influenzali non sono facili da curare, come in una donna non gravida, visto che la gamma di farmaci somministrabili è ridotta.

Il Prof. Paolo Bonanni, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva all’Università di Firenze, dichiara la non pericolosità del vaccino antinfluenzale e del trivalente (difterite-tetano-pertosse); essi infatti sono del tutto innocui e il beneficio supera il rischio per il feto. Al contrario, le malattie, derivate dalla non vaccinazione, causano morte in utero e malformazioni congenite. La pertosse è altrettanto letale per i più piccoli, ancora in attesa di ricevere la prima dose di vaccino; per questi la protezione è la carica anticorpale materna, proveniente dalla placenta. Ma ciò accade solo se la donna si è vaccinata.

La Pertosse in Italia

In Italia il problema Pertosse è sottovalutato e poco conosciuto, ma esistente. Di recente, c’è stato un caso infantile letale, e molti altri sono in continua registrazione. In Inghilterra, l’incidenza è aumentata al punto di iniziare una vaccinazione di massa tra le donne in gravidanza; fortunatamente in Italia non vi è un’epidemia, ma non si esclude la possibilità di raggiungere i livelli anglosassoni. Ciò è evitabile con la vaccinazione.

Nell’adulto la diagnosi non è semplice, perché non ha sintomi specifici, ma viene confusa con una bronchite. Però il rischio di trasmissione nel neonato è molto alto; sebbene l’immunità non duri tutta la vita, col vaccino come con la malattia, è importante una protezione per i primi 10 anni di vita e il richiamo ogni decennio successivo. Il vaccino trivalente si può somministrare anche in gravidanza.

Molte donne rifiutano l’idea di vaccinarsi in gravidanza ma è compito dei medici e del personale sanitario rassicurare la futura mamma e discutere della loro importanza. Come già detto, gli anticorpi materni passano facilmente al piccolo e lo proteggono. In conclusione, il vaccino contro l’influenza può essere somministrato al bambino prima del sesto mese di vita e l’antipertosse al terzo mese di vita, come da calendario.