Foto_trattenere_la_pipì

Urinocoltura positiva in gravidanza: cause, rischi, rimedi

Nel corso di una gravidanza, numerosi sono gli esami che la donna deve affrontare per poter prevenire condizioni patologiche o, di contro, per poterle individuare nei primi momenti dalla loro insorgenza. Uno degli strumenti più interessanti da questo punto di vista è dato dalla raccolta delle urine e, ancor di più, dall’urinocoltura.

Infatti, tutto quello che si può trovare nelle urine può rappresentare un chiaro quadro dello stato di salute di una donna. Bisogna, inoltre, considerare che l’urina dovrebbe essere nel modo assoluto sterile, quindi qualsiasi concentrazione minima di batteri è da essere sottoposta a controlli ed approfondimenti diagnostici.

L’urinocoltura nello specifico è finalizzata allo studio delle urine da un punto di vista microbiologico, eventualmente escludendo infezioni a carico del tratto urinario. Nel caso contrario l’urinocoltura positiva indica nello specifico, attraverso il terreno di coltura, di che tipo di infezione si tratta.

Le cause della positività dell’ urinocoltura dipendono ovviamente da infezioni e da comportamenti non corretti da un punto di vista igienico o, come spesso accade, da pure casualità (spesso associate ad altre terapie antibiotiche, stress, riduzione difese immunitarie).

Soprattutto in gravidanza, eventuali “batteriurie asintomatiche” (cioè infezioni che non si associano a nessuna sintomatologia) possono essere particolarmente pericolose per il possibile sviluppo ed evoluzione nella mamma di pielonefrite e quindi di infezione a carico del tratto renale.

La classe di batteri che maggiormente possono risultare coinvolti in infezioni del genere è quella dell’ Escherichia Coli.

Inoltre, alcune infezioni possono associarsi in alcuni casi ad un rischio elevato di minaccia e parto pretermine, così che si renda necessario un trattamento antibiotico (scelto dal proprio medico, sulla base dell’entità dell’infezione) anche in assenza di sintomi, quali bruciore, prurito o disturbi alla minzione.

Oltre la terapia antibiotica, non è assolutamente da escludere un trattamento con integratori alimentari e con particolari sostanze che abbiano azione antiossidante, antinfiammatoria e che possa aiutare a prevenire le infezioni. Consigliato in gravidanza, e non solo, è il succo di mirtillo con tantissime proprietà protettive nei confronti di cistiti e altre tipologie di infezioni.

In questi casi, una corretta alimentazione e, soprattutto, idratazione (bere fino a 2 litri d’acqua al giorno rimane sempre una regola da non dimenticare) aiuteranno notevolmente nella prevenzione e nella gestione di eventuali infezioni e fastidi già presentatisi all’attenzione della futura mamma.