Anche Reggio Emilia ha aderito al progetto “Una giostra per tutti”. I primi parchi sperimentali si trovano a Bergamo e Bari. Elisa Orlandini di Coordown: “Si tratta di una battaglia culturale, e questa è solo una prima vittoria”.
Ma qual è la finalità del progetto Una giostra per tutti?
L’obiettivo è quello di abbattere ogni barriera e di creare giochi accessibili a tutti e, quindi, anche ai bambini e ai ragazzi con disabilità.
Il progetto è frutto del lavoro del Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down (Coordown) ed è stato sostenuto e appoggiato dalla Provincia di Reggio Emilia, dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Ancasvi (Associazione nazionale costruttori attrezzature spettacoli viaggianti) e dal consorzio Fun Italian Export che riunisce intorno a sé una trentina di aziende del settore distribuite soprattutto in Emilia Romagna, ma anche in Veneto, Lombardia e Puglia.
Una giostra per tutti “nasce come risposta ai tanti episodi di discriminazione di cui sono state vittime, nel corso degli ultimi anni, tutte le persone disabili che si sono viste negare l’accesso ad alcune attrazioni nei parchi giochi”, spiega Sergio Silvestre, presidente nazionale di Coordown. Tra il 2010 e il 2011, ad esempio, fece scalpore il caso di un parco, inserito fra nei 10 parchi di divertimento più belli d’Italia, che non fece salire ragazzi Down su alcune attrazioni in nome della sicurezza.
Il progetto è partito in via sperimentale per la prima volta a Minitalia Leolandia (Bergamo) e, in seconda battuta, a Miragica di Molfetta (Bari). All’interno di “Una giostra per tutti” erano stati coinvolti, oltre a persone normodotate, una trentina di giovani con la sindrome di Down e altrettanti ragazzi con disabilità di altro genere, determinate soprattutto da malattie neurodegenerative come la distrofia muscolare.
L’intento era quello di verificare sul campo il tipo di tensione fisica e psicologica generata dalle attrazioni e dai loro movimenti, oltre che la facilità o meno nell’usufruire delle uscite di sicurezza nel caso di malfunzionamenti delle giostre.
Ma non solo: lo scopo del progetto è quello di creare un vademecum per produttori e operatori che tenga conto più nel dettaglio delle esigenze dei portatori di handicap. Il problema, infatti, non sarebbe tanto quello della sicurezza delle strutture, già di buon livello. “La maggior parte delle attrazioni è fruibile anche dalle persone con speciali necessità”, ha dichiarato il presidente del Consorzio Fun Italian Export, presentando l’iniziativa a SuperAbile dell’Inail. “Quello che manca è un protocollo per farlo nel migliore dei modi”, ha poi aggiunto.
A Una giostra per tutti partecipano numerosi esperti della Provincia di Reggio Emilia fra cui medici e psicologi, ai quali è affidato il compito di illustrare nel dettaglio le rispettive problematiche in caso di specifici handicap. Questi esperti italiani si confrontano con altri operatori internazionali provenienti da Stati Uniti, Canada, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia,Inghilterra e Germania. “In assenza di norme precise”, spiegano da Coordown e Ancasvi, “esse potranno infatti diventare una solida base per affrontare il problema in maniera sistematica e corretta nel pieno rispetto delle persone con disabilità”.
In attesa dei risultati dell’indagine già condotta in Lombardia e in Puglia e del vademecum per gli addetti ai lavori, un primo risultato del progetto è già disponibile.Il parco divertimento Minitalia Leolandia, infatti, ha pubblicato (dopo la sperimentazione) una mappa di accessibilità sul suo sito dove l’utente può conoscere le attrazioni in base alla loro accessibilità e può esprimere un giudizio e/o segnalare eventuali problemi riscontrati.
Un primo passo di civiltà è stato fatto, speriamo che possano aderire al vademecum anche altri parchi di divertimento in Italia e nel resto del mondo.
Stefania Rizzardi