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Tutti i pro e contro del cullare il bambino

Tutti i bambini, sin dal momento in cui nascono, tendono ad essere cullati. Si tratta di un gesto istintivo, naturale quello che ogni mamma mette in atto con il proprio piccolino. Attraverso il cullare, il bambino può senz’altro calmarsi se piange disperato o addormentarsi se invece ha sonno. Ma è sempre un bene cullare il bambino? Tutti i pro e contro di questo “metodo universale” li abbiamo discussi di seguito, non ci resta che scoprirli.

Quel dondolio tra le braccia della mamma o di un’altra persona significativa, rappresenta per il bambino una fonte di rassicurazione, di protezione e soprattutto d’amore. Cullare il bambino significa andare incontro alle sue richieste di contatto e di amore e senza dubbio permette di placare gli eccessi di ira o i piccoli malesseri come le note e fastidiose colichette che lo portano a disperarsi dal dolore.

Prendere il bambino tra le braccia e dondolarlo è un metodo efficace e piacevole non solo per il bambino ma anche per la sua mamma. Tuttavia, dietro i benefici del cullare il piccolo, si intravede anche il rovescio della medaglia e cioè i contro di questa pratica possono ricondursi ad una routine a volte difficile da spezzare. I bambini, infatti sono molto abitudinari, dunque se imparano che il “rituale” si ripete per lui tutte le volte che lo richiede anche solo per addormentarsi, diventerà poi un’abitudine così radicata che non perderà mai.

È opportuno considerare anche un aspetto importante riguardo l’azione del cullare: il piccolo neonato ha estremamente bisogno di questo gesto tenero ed affettuoso, così come il bimbo di 4-5 mesi, tuttavia, il bambino non più neonato, sarà in grado di associare che se desidera addormentarsi potrà farlo solo se sballottato a lungo tra le braccia della sua mamma. I bambini di questa età, possono addormentarsi tranquillamente anche senza essere cullati, inoltre essi conoscono numerosi modi per sentirsi rassicurati ma saranno in grado di sperimentarli solo se gli permettete di farlo e tali metodi, rientrano in quel processo di crescita che rende il vostro “abbandono” graduale.