test paternità

Test di Paternità

Test di paternità: come si fa

L’articolo 235 del Codice Civile regola il riconoscimento e, di conseguenza, il disconoscimento, di paternità. Una innovativa sentenza della Corte di cassazione del 2006 ha stabilito che il risultato del test di paternità, basato sull’esame del dna, è una prova sufficiente, in sede giudiziale, per ottenere la paternità. Affinché abbia valenza legale, questo esame, deve rispettare una specifica procedura.

Il test di paternità parte dal presupposto che ogni individuo erediti il 50% del patrimonio genetico di entrambi i genitori. Quindi il presunto padre, per assumere il titolo di genitore biologico, dovrà dimostrare di possedere metà del corredo cromosomico del figlio. Durante il test di paternità, il prelievo del sangue o della saliva deve essere effettuato dopo aver accertato l’identità della persona sottoposta ad esame e dopo averne acquisito l’autorizzazione. In caso di minore è necessaria l’autorizzazione di chi esercita la potestà. Nonostante siano molte le agenzie che, anche attraverso internet, offrono un kit per effettuare i prelievi a domicilio per eseguire queste analisi, il giudice accrediterà valenza giuridica solo ad i test effettuati presso laboratori validamente riconosciuti.

Test dna

Quali sono i casi per i quali si effettua il Test dna? In genere questo esame è richiesto per determinare la paternità biologica, con il consenso della madre; per accertare la paternità nelle situazioni di ricongiungimento familiare: questo esame è molto usato a fini immigratori; per risolvere situazioni afferenti dispute familiari, in sede di eredità. Negli ultimi anni, l’uso del Test dna è stato utilizzato per verificare l’utilizzo dei gameti appartenenti alla coppia, nelle procreazioni assistite. Attualmente l’esame è soggetto ai più avanzati sistemi di identificazione genetica, con 16 diversi marcatori genetici, per garantire la massima affidabilità del risultato.

Prova del dna: una volta raccolto il dna, attraverso un campione di sangue o saliva, viene effettuata una reazione di amplificazione enzimatica che permette di stabilire il profilo genetico, attraverso un sequenziatore automatico a tecnologia fluorescente. Questo specifico esame dna conferisce una probabilità di paternità del 99,99%. Essendo un esame basato su metodologia statistica, il 100% non si raggiunge mai, ma per la certezza del risultato è sufficiente superare il 99,72%.

Quanto costa il test dna? Il costo del test dna varia a seconda della modalità di somministrazione e dall’agenzia/laboratorio a cui ci rivolgiamo. Con kit inviati per posta, da esguire presso il proprio domicilio, la spesa si aggira intorno ai 200 euro. In genere a questi esami non viene attribuita valenza giuridica. I siti che pubblicano la procedura da effettuare, indicando il laboratorio in cui recarsi per eseguire l’analisi dna, con personale qualificato preposto, prevedono una spesa che varia tra i 700 ed i 1000 euro.

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Genoma

Con il termine genoma ci riferiamo al dna presente nella cellula di un organismo vivente. Questa parola venne ideata nel 1920 da un professore di botanica, Hans Winkler, che unì le parole gene e cromosoma. In molti libri scolastici, per chiarire questo concetto, viene paragonato il genoma al contenuto di un libro. Questo libro è diviso in 23 capitoli, ovvero 23 cromosomi I cromosomi contengono milioni di informazioni che definiscono la specie a cui l’organismo appartiene e le peculiarità uniche del soggetto. L’intero libro si trova all’interno del nucleo della cellula. Ecco l’importanza dello studio e dell’identificazione del genoma per accertare, con valenza scientifica, una eventuale paternità. Grazie alla validità degli esami del dna, i test vengono sempre più utilizzati anche nelle indagini per individuare i responsabili di omicidi e delitti.

Paternità

Cos’è un padre? La letteratura, soprattutto negli ultimi tempi, si è interrogata sulla possibilità che esista uno specifico istinto paterno; su questo tema si sono pronunciati diversi autori già a partire dalla fine del ‘900, con posizioni discordanti. In seguito a questo dibattito sono state individuate tre funzioni principali afferenti alla figura paterna: il sostentamento economico e morale della famiglia; l’opportunità di offrire alla prole esperienze interessanti e nuove: Yogman ha notato che i padri iniziano prima delle madri i giochi tattili e di movimento, mentre le madri prediligono, inizialmente, giochi di contatto visivo ed intellettuali. Infine la possibilità di promuovere competenze sociali, spingendo i figli verso il mondo esterno. Il test del dna è importante per conferire la paternità, quindi quel ruolo che altrimenti, per cause diverse, non verrebbe riconosciuto. Stabilito ciò è da sottolineare l’importanza della relazione, fin dalla nascita del bambino, per accompagnarlo nella sua crescita, per sostenerlo nel lungo percorso che lo vedrà uomo. Il padre sarà vissuto dal bambino come oggetto di amore, come modello e sostegno se, oltre alla prova del dna, la paternità verrà vissuta in tutta la sua pienezza.

Infine, è importante sottolineare come la paternità abbia un ruolo fondamentale nel ciclo di vita dell’uomo, che va incontro ad una crescita emotiva, sostanziale che, probabilmente, il semplice trascorrere degli anni non consentirebbe in egual misura. Assumere con consapevolezza il ruolo paterno, sancisce il passaggio verso la maturità e l’affermazione della propria condizione di persona adulta, responsabile verso il figlio