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Test dell’udito per i bambini: cosa c’è da sapere

I genitori sono sempre i primi ad accorgersi dell’eventuale problematica uditiva del figliolo. A partire dai 3 mesi di vita del bebè, infatti, si può capire se percepisce o meno un rumore forte o anche una voce non molto vicina, perché si dovrebbe girare verso il determinato suono oppure spaventarsi piangendo. Provocare quindi l’udito della creatura è una sorta di test casalingo che ogni genitore può fare per capire se il piccolo sente.

Le statistiche hanno dimostrato che 1 neonato su 1000 presenta alla nascita ipoacusia capace di presagire un problema linguistico con la crescita, mentre 1 su 4000 è affetto da sordità.

Così, per riconoscere in tempo un deficit uditivo presente nel piccino, in molte regioni italiane, sono previsti degli screening neonatali universali che si eseguono sul bambino appena nato prima delle sue dimissioni dall’ospedale, con il fine di dimostrare proprio la capacità uditiva del bebè.

Esistono diversi strumenti in grado di stabilire, sempre nei primi giorni di vita, la sordità nel bambino, ma alcuni, oltre ad esser molto costosi, devono esser eseguiti solo in centri specializzati. Ovviamente trattandosi di neonati, vengono effettuati esclusivamente su piccoli prematuri o nati con deficit uditivo perché congenito.

Un altro test dell’udito che viene fatto al bambino intorno ai 7 mesi di vita, è il Boel Test, fondamentale anche per fornire un quadro psico-motorio e visivo del piccino. Questa verifica viene definita anche esame delle campanelle, perché il dottore, con la collaborazione del genitore che sorregge la creatura facendola sedere sulle sue ginocchia, cattura l’attenzione del figliolo con un determinato oggetto. Una volta distratto a livello visivo vengono agitate proprio delle campanelle; così, se il bambino finisce di fissare l’oggetto e si gira verso il suono, significa che sente ad una determinata frequenza che vine alternata fra una alta e una bassa per entrambe le orecchie.

Ovviamente in caso di sordità diagnosticata in fase pre-linguistica, il pediatra, in collaborazione con l’otorino, effettuerà altri nuovi test specifici per riuscire a dare ai piccoli pazienti un udito molto simile a quello normale attraverso l’ausilio di sofisticate apparecchiature, evitando così l’insorgere del sordomutismo.