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“Terribile two” e “terrible three”: le fasi della crescita più delicate per il bimbo

Bambino e crescita

Spesso sentiamo parlare di terrible two” e “terrible three“, rispettivamente “terribili due” e “terribili tre” anni. Con questa dicitura si è soliti indicare quel periodo della vita del bambino in cui la crescita determina agitazioni, vivacità e, soprattutto, disobbedienza. Già, perché tra i due ed i tre anni, la parola preferita di vostro figlio è “no”.

Esistono davvero?

A confermarlo c’è anche Garth Johnson, un papà americano che ha voluto raccontare la sua esperienza sul portale Fatherly. Ma i “terribili due” ed i “terribili tre” esistono davvero? Secondo l’uomo solo in parte: ecco il perché.

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Stando a quanto scritto dal papà, i due anni non sono così terribili come si pensa, anzi: per il bimbo la fase più vivace è quella che si vive intorno ai tre anni. È in questo momento, infatti, che il piccolo inizia a manifestare atteggiamenti disobbedienti ed insolenti, rifiuti vistosi e lamentele. Secondo Garth, il bambino a 3 anni è come se si divertisse a dire “no”:

Preparatevi per il futuro e non nutrite false speranze. Inoltre, occorre modificare questo modo di dire: non solo i ‘terribili due’, ma aggiungiamo anche i tre

ha scritto l’uomo.

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La testimonianza di una mamma

Alle parole del papà ha fatto eco anche la mamma-blogger ScaryMommy, che ha stilato un elenco di motivazioni per cui i “terribili tre” sono molto peggio dei “terribili due”:

– A due anni i bambini piangono; a tre anni sembrano posseduti;
– A due anni il bagnetto dura dieci minuti; a tre anni dura un’ora e il risultato è una mamma bagnata;
– A due anni cambi il pannolino; a tre il mondo ruota intorno al vasetto;
– A due anni i bambini parlano poco; a tre non chiudono mai la bocca

ha scritto la donna.