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Tecniche per far girare i feti podalici: il massaggio rebozo

Belle e coloratissime, le fasce rebozo sono un ottimo regalo da fare ad una mamma in dolce attesa. Forse non tutte sanno infatti che il rebozo non serve solo a portare il bambino ma può essere usata già durante la gravidanza per massaggiare muscoli e articolazioni ed anche per tentare manovre di rivolgimento fetale in caso di presentazione anomala.

Il rebozo è un’ampia sciarpa messicana di tessuto molto resistente, utilizzata dalle mamme nel Sud America e in Africa principalmente come “marsupio” per portare con a seé i bambini. Il rebozo nasce quindi dalle esigenze di società povere e rurale, dove non esiste la possibilità di comprare passeggini e dove le mamme sono costrette a lavorare e ad occuparsi allo stesso tempo dei loro piccoli.

Da un po’ di anni però queste fasce sono entrare finalmente anche nella nostra cultura, grazie agli studi su tutti i benefici che un contatto costante pelle a pelle può portare al bambino.

Dunque, tutte le mamme in dolce attesa dovrebbero procurarsi una di queste bellissime sciarpe, che tornerà utilissima dopo il parto, ma anche prima in caso di necessità. Con queste fasce infatti è possibile anche praticare dei massaggi particolari per tentare un rivolgimento quando il feto si presenta podalico o anche cefalico ma in posizioni non ottimali per un parto naturale.

Queste manovre vengono spiegate e pratiche solitamente dalle ostetriche ai corsi di preparazione al parto o dall’ostetrica del consultorio. La donna viene messa nella posizione che più la fa sentire a suo agio, ma idealamente quella più efficace è la posizione a carponi con la testa più bassa del bacino. La fascia allora viene adagiata sul gluteo e saldamente mantenuta alle due estremità. L’ostetrica allora comincia a fare un movimento oscillatorio tirando la fascia da un lato e dall’altro per basculare le anche.

Se il movimento è gradevole e non provoca dolore (cosa che normalmente non dovrebbe avvenire) l’ostetrica modula la velocità di oscillazione fino a praticare un vero e proprio shakeramento. L’obiettivo è quello di liberare il bacino con questo movimento delle anche e far risalire il feto verso il fondo dell’utero, obbligandolo così ad un riposizionamento. E dato che la posizione materna crea una polarità inversa, un feto che ha la tendenza a stare con la testa verso l’alto troverà questa volta il polo alto nel bacino, quindi probabilmente metterà la testina nel bacino. Il movimento crea anche una grande distensione muscolare e allevia i dolori all’articolazione del bacino sgravandola dal peso dell’utero. Può essere praticata anche dietro la schiena a ritmo lento, a scopo puramente distensivo.

Il massaggio non è indicato in caso di contrazioni e minacce di parto pretermine, placenta previa, gravidanza gemellare, macrosomia fetale e in tutti i casi in cui lo stesso parto per via bassa non sarebbe comunque raccomandabile. In tutte gli altri casi invece se si desidera un parto naturale può essere praticato una volta al giorno per più giorni anche fino al travaglio.